Un aspetto sempre meno presente (fortunatamente) nel mercato degli smartphone è quello del rebranding, ovvero quando un prodotto di un’azienda viene preso da un’altra azienda e reimmesso in maniera identica, ma in un altro paese.
Basti pensare al recente Allinmobile Colosseo, ovvero un clone dell’Elephone P9000. Chiaramente in casi come questi fra le aziende sono presenti degli accordi, ma purtroppo non è sempre così.
Ecco Zetta, ovvero come rebrandizzare illegamente gli smartphone Xiaomi
Oggi vi parliamo di Zetta, azienda fondata nel 2014 con sede in Spagna che ha recentemente destato scalpore per i propri rebrand non autorizzati di alcuni smartphone Xiaomi, per di più a prezzi superiori.
Pochi giorni fa il capo dell’azienda avrebbe affermato come gli smartphone Zetta siano costruiti dalla stessa azienda. Ok, il design è identico ad alcuni terminali targati Xiaomi, si sono “ispirati” alle forme dell’azienda asiatica e nulla più, giusto? Invece no.
Infatti, un utente sul forum Fororoches avrebbe smascherato ciò, mostrando come in realtà i telefoni del produttore spagnolo non siano altro che smartphone Xiaomi a tutti gli effetti, ai quali vengono apportate alcune modifiche per sostituire il brand Zetta a quello Xiaomi.
Innanzitutto il logo Mi situato nel vano batteria sarebbe oscurato tramite un apposito sticker. Inoltre, il software presente a bordo dei terminali sarebbe una custom ROM basata sulla CyanogenMod, la cui presenza sembrerebbe non essere autorizzata, visto che i produttori devono necessariamente stringere un accordo economico con Cyanogen per poter utilizzare CyanogenOS.
Se ciò non bastasse, il costo di uno Xiaomi Redmi 2 si aggira sui 90 euro online, mentre il relativo rebrand Zetta Conquistador 4.7 SE viene venduto in Spagna ad un prezzo di 169,95 euro. Chiaramente questa faccenda ha messo in moto le autorità spagnole, le quali hanno accusato Zetta di frode, perciò confidiamo in una rapida risoluzione.
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