Crisi senza fine per Xiaomi che, solo alcuni anni fa, è stata la startup con la crescita più alta mai registrata al mondo. In soli 6 anni di attività si è passati dallo sviluppo di ROM e interfacce alla produzione di una line-up estremamente numerosa di smartphone e phablet, oltre a moltissimi altri dispositivi.
L’immensa crescita di Xiaomi ha raggiunto il suo apice quando, nel dicembre del 2014, la società ha ricevuto finanziamenti per 1.1 miliardi di dollari a fronte di una valutazione del valore della società stimato in 45 miliardi di dollari. Si tratta di cifre da capogiro, considerando che nel novembre dello stesso anno il valore era stimato in 40 miliardi di dollari, circa il 10% in meno. Il valore di Xiaomi attualmente si attesta a poco più di 4 miliardi di dollari
Tuttavia, nel corso degli ultimi anni, Xiaomi non è stata in grado di centrare alcuno degli obiettivi che si è data a cominciare dalle stime di vendita, spesso riviste al ribasso nel corso dell’anno, sino al conseguimento di scarsi utili derivanti dalla vasta gamma di prodotti che sono stati commercializzati durante questi mesi.
Crisi senza fine per Xiaomi, svariati miliardi andati in fumo
Xiaomi ha perso la spinta propulsiva che le aveva permesso di distinguersi dai brand concorrenti: l’offerta di hardware top ad un prezzo competitivo non è più una sua esclusiva e produttori come OnePlus, Oppo, Vivo e LeEco hanno cominciato a giocare secondo le regole di Xiaomi, introducendo di fatto una concorrenza spietata all’interno di un settore estremamente rischioso. Quando si vende un prodotto con un margine di guadagno minimo è facile ritrovarsi ad affrontare perdite invece di guadagnare.
Un altro dei grossi problemi che minacciano il futuro di Xiaomi è la sua scarsa presenza a livello globale e l’incapacità di poter competere in mercati maturi, l’azienda è protetta dalle politiche nazionaliste adottate dagli enti regolatori cinesi in materia di brevetti, i quali tendono a rendere estremamente difficile certificare l’infrazione di un brevetto da parte di una società cinese in madrepatria.
A 6 anni dal suo debutto, dopo una “giovinezza” caratterizzata dal successo e della fama, Xiaomi si ritrova a dover mettere in dubbio molte delle scelte prese sino ad ora.
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