ZTE è stata citata in giudizio per aver venduto dei dispositivi in Iran creati con componenti Made in USA. Tale procedura è contro le leggi degli Stati Uniti.
Essendo una questione di sicurezza nazionale, la violazione è stata presa sul serio dalle autorità competenti. ZTE, infatti, è stata effettivamente tagliata fuori da un futuro uso dei beni creati negli Stati Uniti. Ciò ha causato un enorme contraccolpo per l’azienda e una caduta di “rispetto” tra le autorità americane e quelle cinesi.
ZTE: esteso il ban negli Stati Uniti per altri 2 mesi
Le restrizioni sull’azienda sono state imposte con un’efficacia fino al 30 giugno. Purtroppo un’ordinanza emessa oggi da parte delle autorità statunitensi ha prolungato la restrizione fino al 30 agosto.
ZTE ha riferito che sta facendo il suo meglio per rispettare le indagini e le condizioni previste dalla violazione fino a quando le autorità statunitensi non decideranno il da farsi.
Il modo in cui è stata gestita la restrizione potrebbe essere anche vista come un appeasement sia per ZTE (produttore di beni di consumo) e sia per la Cina per compensare le tensioni internazionali causate dal blocco.
L’incidente che ha portato a queste restrizioni riguarda la violazione da parte di ZTE delle leggi di importazione ed esportazione degli Stati Uniti in materia Iran.
La società potrebbe semplicemente cooperare mentre l’inchiesta è in corso e poi tornare a fare affari con il vettore iraniano Telecommunication Co. Ci sono, però, delle buone possibilità che l’azienda riceva una punizione peggiore di un semplice blocco amministrativo.
ZTE, in questo momento, sta procedendo bene e dovrebbe continuare a farlo fino a quando il caso giungerà ad una conclusione.
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