Huawei è indiscutibilmente una delle punte di diamante delle aziende asiatiche produttrici di smartphone. Da circa tre anni l’azienda si autoproduce i SoC destinati ai propri device, come le migliori aziende sul mercato.
Kirin sta destando l’attenzione di molti ed i dispositivi che montano questi chipset dimostrano sempre più di poter competere con i migliori smartphone sulla piazza, come per esempio nel caso del Huawei P9 ed il nuovo telefono presentato Honor 5A.
Proprio durante l’ultima conferenza tenutasi ieri, 12 giugno, l’azienda ha presentato il suo nuovo Honor 5A in due versioni di cui una fornita di CPU octa-core Kirin 620 da 1.2 GHz affiancata dalla GPU Mali 450. Qui trovate l’articolo della presentazione in dettaglio. Durante tale conferenza l’azienda ha mostrato anche i progressi dei suo SoC: dal 2013 i processori con chipset Kirin hanno raggiunto l’ottimo risultato di “80 milioni di unità spedite in tutto il mondo.”
Kirin, il chipset di casa Huawei dimostra il successo dell’azienda
Oltre al Kirin 620 l’azienda ha mostrato i risultati del Kirin 650, il processore di cui sarà fornito l’Honor 5C. Questo ultimo processore è un octa-core Hisilicon Kirin 650 con una frequenza di clock di 2.0 GHz ed una GPU Mali-T880MP2 con grafica dual-core. Il suddetto SoC è stato costruito con la tecnologia a 16 nm FinFET Plus di TSMC e che Huawei dichiara essere migliore al processo da 28 nm utilizzato dai rivali come Helio X10 e Snapdragon 616.
Questo Kirin 650 promette bene da tutti i punti di vista: dal risparmio energetico alle ottime prestazioni, dall’elevata “intelligenza” ai microprocessori integrati ognuno dedicato ad una funzione.
Nonostante tutto il SoC non è il primo della classe, anzi trattasi di un processore Kirin destinato a smartphone di media fascia. Per maggiori dettagli in merito al Kirin 650 vi rimandiamo al nostro articolo dedicato che trovate a questo indirizzo.
Insomma, Huawei fa sempre meglio, costruendo mattone su mattone un marchio sempre più indipendente e di alto livello e marciando in direzione dei mercati statunitensi.
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