Xiaomi è uno dei tanti esempi positivi di aziende che hanno subito una forte e rapida crescita, grazie alla bontà del lavoro da loro svolto.
Fondata nel 2010, dopo soli 4 anni è arrivata ad essere la maggior produttrice di dispositivi elettronici a livello nazionale, e sul podio mondiale come terza potenza del settore, subito dopo colossi come Apple e Samsung, rivaleggiando successivamente con la “compagnia” Huawei, la quale, a differenza di Xiaomi, opera a livello globale.
E se si pensa che Xiaomi vende ufficialmente solo in Asia (e da pochi mesi anche in Brasile), il risultato non può che essere sbalorditivo.
Non solo profitto, ma anche visione proiettata al futuro; un futuro che non potrà che vedere lo sbarco di Xiaomi finalmente in terre intercontinentali. E questo è sicuramente uno dei motivi per cui l’azienda, nel 2013, ha “rubato” Hugo Barra a Google, assumendolo come vice presidente per il settore internazionale.
E proprio Hugo Barra si è pronunciato, in una lunga intervista rilasciata recentemente al New York Times, a riguardo dei piani futuri dell’azienda per quanto riguarda l’espansione in altri continenti.
Il discorso è partito con l’analisi dell’andamento positivo di Xiaomi sul mercato indiano, con la vendita di circa 3 milioni di device ed una crescita del 45% dal 2014 ad oggi, risultati che hanno permesso all’azienda di aprire degli stabilimenti di produzione in India, oltre che in Brasile.
Barra ha poi affermato che uno dei mercati più interessanti a cui Xiaomi starebbe puntando è quello dell’Africa.
Forte del fatto di poter offrire tecnologia di qualità a basso costo, l’azienda sarebbe interessata ad offrire alla popolazione la possibilità di bypassare i problemi di comunicazione legati alle infrastrutture di telefonia fissa (non) presenti, oltre che offrire un aumento della qualità di vita grazie alle potenzialità della rete, sia da un punto di vista più professionale/lavorativo, sia da un punto di vista più “informale”, grazie ai vari servizi social ormai famosi a tutti.
Successivamente sono state analizzate le problematiche presenti in Africa in questo ambito, tra cui soprattutto l’inadeguatezza del supporto e dell’assistenza post-vendita, oltre che la scarsa conoscenza della materia per gran parte della popolazione. Problematiche che, però, potrebbero essere proprio il punto di inizio per Xiaomi.
Rimanendo, invece, in terra asiatica, l’azienda è intenzionata a puntare molto anche in Indonesia, con la formazione di un team apposito per lo sviluppo e la gestione del mercato indonesiano.
E per quanto riguarda i mercati più occidentali? Sembrerebbe che il mirino di Xiaomi sia puntato verso gli Stati Uniti, mercato in cui l’azienda è già in parte presente con la vendita di accessori come powerbank, cuffie e la Mi Band.
Il progetto sarebbe quello di aprire un canale ufficiale per la commercializzazione dei propri smartphone, anche se Barra non è entrato nello specifico, senza accennare a eventuali modelli e/o date, segno che c’è ancora del lavoro da fare.
Un altro tema trattato è stato quella della realtà virtuale, con una Xiaomi molto interessata alle potenzialità di questa tecnologia, pur essendo allo stesso tempo conscia dello stato poco più che embrionale della cosa. Di conseguenza, non ci sono piani specifici a riguardo, anche se, comunque, l’azienda continuerà a seguire l’argomento.
Purtroppo, nessun accenno al mercato europeo, mai menzionato nell’intervista. Se speravate in un arrivo dei dispositivi Xiaomi nel nostro continente, sappiate che ci sarà ancora da attendere un bel po’. Per il momento, non resta che affidarci ai vari store online di importazione.