Ricorderete come, alcuni giorni fa, era emersa dalla rete l’accusa, ai danni di OnePlus, di vendere smartphone rigenerati “spacciandoli” come nuovi.
Ma dato che, come si suol dire, “non c’è mai fine al peggio”, l’azienda si è vista accusare persino di non aver realmente utilizzato un vetro protettivo Corning Gorilla Glass 3.
Partendo dal caso Gorilla Glass 3, il più breve da discutere tra i due, l’azienda ha risposto in modo chiaro pubblicando nel thread dedicato sul forum due foto: la prima, quella che vedete qui sopra, è l’immagine che OnePlus aveva pubblicato a marzo 2014 sulla sua pagina Facebook e racchiude tutti quanti i partner che hanno sottoscritto un accordo commerciale collaborativo.
OnePlus sottolinea che fin da subito TPK, una delle aziende leader nella fornitura di soluzioni touch, ha collaborato a stretto contatto con la start-up cinese per la fornitura della miglior soluzione adatta alla realizzazione del One. OnePlus ha scelto TPK perché, come azienda fornitrice di tecnologie touch screen, adotta lei stessa vetri protettivi forniti da Corning, in questo caso Gorilla Glass 3.
La seconda foto che è stata pubblicata nel thread ufficiale riguarda, invece, un primo design progettuale del OnePlus One.
Se cliccate sull’immagine per visualizzarla nelle sue dimensioni originali vedrete che, in basso a destra, accanto al logo TPK è riportata la dicitura “Corning Gorilla Glass 2320“, ovvero il nome industriale del più comune Gorilla Glass 3.
E il primo caso è chiuso!
Passiamo, ora, alla questione delle accuse di vendere smartphone rigenerati come nuovi. Qui la cosa è più delicata e va spiegata un po’ più nel dettaglio.
Il caso è nato quando 7 utenti che hanno acquistato un OnePlus One, comprati direttamente dall’azienda, hanno notato qualcosa di strano che li ha portati a dedurre che il dispositivo in loro possesso fosse già stato usato e non fosse, invece, effettivamente nuovo.
Essendo OnePlus un’azienda basata sulla comunicazione ed essendo il suo forum ufficiale il suo punto cardine, questi utenti hanno raccontato la loro vicenda aprendo dei thread esprimendo le proprie perplessità alle quali l’azienda ha ribattuto in una risposta ufficiale.
OnePlus ha avviato, per ognuno di questi 7 casi, un’indagine approfondita, contattando ogni singolo utente per analizzare i singoli episodi. Quello sicuramente più strano è il caso riguardante uno smartphone sul quale l’acquirente ha trovato un’immagine cancellata non sua. Il produttore cinese ha eseguito una serie di test ed analisi su di essa riuscendo a risalire ad un indirizzo email di una persona residente in Francia.
Ovviamente questa è stata contattata dall’azienda per sapere se quella foto fosse sua e se avesse mai posseduto un OnePlus One dove archiviarla. La persona in questione ha risposto dicendo che effettivamente l’immagine in sé l’aveva salvata lui, ma che il salvataggio fosse avvenuto con il suo dispositivo Xiaomi senza mai aver, invece, posseduto un OnePlus One.
Naturalmente OnePlus ha fatto un controllo della mail di questa persona confrontandola con lo storico degli acquisti che l’azienda registra nei propri database, e non risulta aver mai acquistato una versione internazionale del One.
Inoltre l’azienda specifica che lo smartphone inquisito è stato prodotto il 14 luglio 2014 e che è stato spedito al suo acquirente il 20 luglio, mentre l’utente ha lamentato la presenza della foto cancellata 4 giorni successivi alla ricezione del dispositivo. In un arco di tempo così breve è impossibile che il One possa essere stato utilizzato, rispedito indietro al mittente e rivenduto come nuovo.
Altro caso curioso è quello riguardante un OnePlus One ricevuto dal suo acquirente con i sigilli di garanzia già rotti. Ovviamente verrebbe spontaneo pensare che il dispositivo possa essere già stato usato. Il produttore, in tutta risposta, ha verificato anche qui lo storico della spedizione e ha dichiarato che il prodotto, quando ha lasciato il magazzino, era nuovo e con sigilli intatti e OnePlus fa sapere che indagherà per capire cosa è successo nel passaggio tra i vari partner logistici.
Uno degli altri casi riguarda la ricezione dello smartphone con all’interno dei granelli di polvere e alcuni piccoli segni di usura. Al riguardo OnePlus sta già indagando per capire quale anello della catena produttiva non abbia svolto il suo lavoro al meglio.
Concludendo, OnePlus sottolinea come su oltre 500 mila One venduti in tutto il mondo soltanto 7 persone hanno riportato degli episodi piuttosto strani che, com’è naturale che sia, possano aver fatto pensare ad uno smartphone già usato da qualcun altro.
Il produttore cinese ci tiene a far sapere che non sta assolutamente minimizzando questi episodi ma che, invece, ha preso fin da subito molto seriamente la cosa, cercando di dare una spiegazione sia a sé stesso che agli utenti oltre che alla rete che ha sollevato questa polverosa questione.
Le indagini non sono ancora terminate e OnePlus specifica che continueranno a lavorare come hanno sempre fatto, al massimo delle possibilità, per garantire sempre la migliore esperienza d’uso possibile e la massima affidabilità e serietà.
Se vi interessa leggere più approfonditamente i singoli casi, ecco il thread ufficiale.
Voi cosa ne pensate? Siete dei felici possessori di OnePlus One? Ditecelo nei commenti.
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