Secondo quanto pubblicato sull’edizione on-line del quotidiano statunitense Wall Street Journal, la redazione sarebbe entrata in possesso di alcuni documenti privati della cinese Xiaomi, relativi ai risultati d’esercizio dello scorso anno.
Secondo tali dati, Xiaomi avrebbe chiuso l’anno 2013 con un fatturato totale di circa 27 miliardi di yuan, il che equivale a dire circa 3.5 miliardi di euro, generando utili per circa 3.46 miliardi di yuan (circa 450 milioni di euro). Un risultato che si traduce in una crescita pari all’84% in più rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente.
Secondo gli analisti, il modello di business Xiaomi ruota fortemente intorno alle economie di scala realizzate sui suoi dispositivi, venduti a prezzo competitivo ed il cui margine di guadagno si dimostra essere veramente minimo; circa il 94% infatti del giro d’affari totale dipende da tale voce, mentre solamente l’1% (35 milioni di euro) deriverebbe dalla fornitura dei servizi dell’eco-sistema MIUI. Quest’ultima voce, però, a differenza delle altre genererebbe un margine assolutamente superiore a quello offerto dalla semplice vendita di dispositivi.
Vale la pena infine sottolineare la quota a bilancio di 1 miliardo di yuan (circa 130 milioni di euro), destinata all’espansione commerciale dell’azienda nel prossimo futuro.
Secondo l’agenzia IDC, Xiaomi deterrebbe attualmente circa il 5.3% del mercato mondiale, classificandosi appena dietro i colossi Samsung ed Apple. Con una crescita così però (in soli 4 anni), è lecito pensare che le posizioni del ranking prima o poi s’invertiranno.
[GizChina.es]