Recensione Pixel 9 e Pixel 9 Pro XL: ci sono degli smartphone TOP attorno a tutta questa IA

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Sapete, dal 2016 ho testato praticamente ogni smartphone Pixel arrivato in Italia, e c’è qualcosa nella nuova serie Pixel 9 che mi trasmette una sensazione ben precisa: gli smartphone di Google è come se fossero maturati. E no, non c’è una particolare caratteristica tecnica dei nuovi Google Pixel 9 e Google Pixel 9 Pro XL che mi ha fatto subito pensare a questo, ma si tratta di una serie di tanti cambiamenti fatti negli anni, soprattutto da quando il brand ha iniziato a progettare in casa i suoi processori Tensor.

Ormai i colori sono i più belli in uno smartphone, il design è diventato riconoscibile ed è davvero super raffinato, anche nei dettagli o addirittura nelle cover, e poi il software è veloce e sempre più ricco di funzioni: insomma, ormai gli smartphone di Google sono paragonabili a quelli di Apple e di Samsung, poco ma sicuro.

Tutta questa qualità, però, ha un prezzo. Google Pixel 9Pixel 9 Pro e Pixel 9 Pro XL sono disponibili su Amazon Italia con uno sconto del 10% sui modelli da 256 GB e 512 GB. Grazie a questa promozione di lancio, per esempio, si può portare a casa un Pixel 9 Pro XL da 512 GB a 1299€ invece di 1429€, così come la versione standard di Pixel 9 scende da 999€ a 899€. Trovate tutti i prezzi aggiornati direttamente nel box qui sotto, ovviamente con spedizione gratuita Amazon Prime.

Recensione Google Pixel 9 e Pixel 9 Pro: maturati, belli e ricchi di intelligenza artificiale

Videorecensione Google Pixel 9 e Pixel 9 Pro

Design e materiali

Rispetto agli anni precedenti, da un punto di vista puramente estetico ci sono più novità del previsto. Per la prima volta il brand ha deciso di produrre due versioni del suo Pro ed anche il design cambia leggermente, anche se non in maniera drastica.

Nei suoi nuovi smartphone, Google ha appiattito i bordi e uniformato le cornici intorno allo schermo e, sì, quando li si guarda anteriormente (e anche quando li si impugna) le similitudini con l’iPhone sono davvero tante, ma sinceramente non credo che questo sia un problema, anzi.

Molto belli i colori, davvero non ce n’è uno che non mi piace e, soprattutto, apprezzo che Google abbia deciso di limitare i colori “divertenti” ai modelli “non-pro”, come per esempio fa Apple.

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Il camera bump, che Google chiama “Camera Island”, cambia leggermente, diventando un corpo “esterno” alla scocca che non si collega più al frame laterale ed anche se è esteticamente molto diverso, continua a seguire la linea introdotta con il Pixel 6. La cosa buona però, è che gli smartphone non dondolano quando si appoggiano su un tavolo, a differenza di quanto accade con i dispositivi Samsung, ad esempio.

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Buono anche il risultato di utilizzare un display patto con bordi piatti che, assieme al design più squadrato, migliora moltissimo il grip e la comodità di utilizzo generale di entrambi i dispositivi.

Ciò che non mi ha fatto impazzire è stata la scelta di utilizzare frame laterali lucidi perché non solo si sporcano in continuazione con le impronte digitali (quindi, sì, starete sempre a pulirli) ma temo possano essere troppo sensibili ai graffi superficiali. Staremo a vedere.

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Google Pixel 9 ha un display da 6.3 pollici, mentre quello di Pixel 9 Pro XL è da 6.8 pollici. Sono molto curioso di testare anche il Pixel 9 Pro, perché sono convinto che con i suoi 6.3 pollici sia ideale per chiunque non voglia uno smartphone grande e fastidioso, ed anche se sulla carta le differenze potrebbero sembrare minime, la nuova versione della variante base dei Pixel è molto più comoda da utilizzare rispetto a quella dell’anno scorso. Insomma, brava Google ad aver prodotto due dispositivi praticamente identici nell’hardware: in questo modo, se qualcuno volesse uno smartphone compatto, non si troverebbe a dover rinunciare ad una particolare caratteristica hardware se non alla batteria.

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Per il resto i due smartphone sono praticamente identici. I tasti per il controllo del volume e l’accensione del dispositivo sono sul lato destro, e sono facilmente raggiungibili, inferiormente è presente l’ingresso per l’USB-C, accanto al quale troviamo uno dei due speaker.

Insomma, quest’anno le differenze con la generazione precedente sono più marcate, e si notano subito, al primo approccio con i dispositivi, ma continuano ad avere quei “tratti somatici” che gridano “hey, guardami, sono un Pixel”.

Display

Nessuna novità di rilievo per i display che, in sostanza, rispetto alla generazione precedente diventano solo leggermente più luminosi in entrambi i modelli. Il display del Pixel 9 è un OLED da 6.3” con una luminosità di picco di 2700 nit che, seppur gestisca i 120 Hz di refresh rate, non è di tipo LTPO.

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Quello del Pixel 9 Pro XL invece, continua è un OLED da 6.7” ma a differenza del più piccolo, ha una luminosità di picco di 3000 nit ed è un pannello LTPO in grado quindi di gestire il refresh rate variabile da 1 a 120 Hz: nei nostri test, ci riesce davvero bene: è uno dei pochi smartphone che arriva fino ad 1 Hz di frequenza di aggiornamento, mentre la stragrande maggioranza degli altri dispositivi si ferma a 10 Hz.

Come già detto, si tratta di display più luminosi rispetto a quelli utilizzati nei Pixel dell’anno scorso, che nei nostri test si sono comportati molto bene in quanto a picchi misurati soprattutto per la variante Pro XL, che è arrivato a 2809 nits in HDR e 2238 nits con schermata bianca.

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Pixel 9 invece è arrivato a 2309 nits di picco (quindi un valore piuttosto distante ai 2700 nits dichiarati) e a 2148 nits con schermata tutta bianca.

In soldoni, oltre ad un’ottima taratura di bianchi e colori, neri molto profondi ed un ottimo rapporto di contrasto, i nuovi smartphone di Google sono particolarmente performanti su schermate bianche il che, in pratica, ad si trasforma in una migliore visibilità delle pagine web in condizioni di luce diretta. Non siamo ancora ai livelli di un Samsung Galaxy S24 Ultra (qui la recensione), ma i display dei nuovi Pixel sono tra i migliori che potrete trovare in uno smartphone Android. Poco ma sicuro.

Hardware e prestazioni

Google Pixel 9 e Google Pixel 9 Pro XL sono entrambi animati dal nuovo Tensor G4, il nuovo processore Made by Google che, però, rispetto alla generazione precedente è leggermente più potente, ma non rivoluzionario. Google Pixel 9 ha 12 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5X, mentre Google Pixel 9 Pro XL ne ha 16.

In alto i Benchmark del Pixel 9.

Ora, ancora una volta nel progettare il suo SoC Google non si è focalizzata sull’aumento della potenza nuda e cruda (cosa evidente dai benchmark di cui parleremo a breve) ma ha lavorato tantissimo sull’integrazione fino al midollo dell’intelligenza artificiale anche se su questo aspetto è doveroso un appunto: sia il TPU che molti altri componenti del chip, sono praticamente gli stessi della generazione precedente.

Il Tensor G4 integra lo stesso core AI di terza generazione che è stato utilizzato lo scorso anno, il che significa che le funzioni IA esclusive della nuova serie Pixel 9 potrebbero non dipendere esclusivamente dal nuovo processore, e potrebbero essere eseguite anche dai Pixel 8. Staremo a vedere.

In alto i Benchmark del Pixel 9 Pro XL.

La diatriba però è un’altra, la memoria interna è di tipo UFS 3.1 ed anche se (come vedremo) non va ad influenzare l’esperienza utente, io in un Pixel mi aspetto il massimo anche da questo punto di vista. Anche la GPU, che è una ARM Mali-G715 s 940 Hz, è praticamente una configurazione da fascia media ed il margine di distanza rispetto agli attuali top di gamma del mercato è piuttosto grande.

Sia chiaro però: sono smartphone velocissimi da utilizzare. Come vedremo, i risultati dei benchmark non sono tra i migliori del mercato, ma credetemi che l’ottimizzazione del software di Google rende i nuovi Pixel 9 tra i più fluidi e piacevoli da utilizzare. Ci si può fare davvero di tutto, e non si avranno mai e poi mai rallentamenti.

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Ora, va detto che nella pratica sia il Google Pixel 9 che il Google Pixel 9 Pro XL tendono a scaldare un pochino, ma molto meno di quanto visto nella generazione precedente grazie ad una nuova camera di vapore. Ma questo surriscaldamento minore ha un prezzo: come evidenziato dallo stress test di AnTutu, dopo pochi minuti di carichi pesanti i dispositivi tendono a ridurre le frequenze dei core e, di conseguenza, le prestazioni generali del SoC. 

Ed è proprio questo tentativo di tenere sotto controllo le temperature, unito alla natura stessa del SoC di Google, che nei benchmark fa ottenere risultati piuttosto bassi al Tensor G4.

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Tornando ad argomenti più “umani”, dando per scontato che tutte queste differenze di cui ho parlato si riscontrano perlopiù solo nei benchmark e non nell’utilizzo quotidiano, l’audio in capsula di Google Pixel 9 Google Pixel 9 Pro XL è da primo della classe, così come la connettività alle reti WiFi 7 e l’audio stereo. Ottimo il sistema di feedback aptico che in questa generazione è migliorato tantissimo, bene ma non benissimo la ricezione del segnale cellulare: con una sim Vodafone non ho avuto alcun problema, ma con la sim Iliad invece mi è sembrata un po’ sotto tono. Ma sono fattori che variano in base alla zona in cui ci si trova.

Molto ma molto meglio il sensore per le impronte digitali integrato sotto lo schermo che, udite udite, è di tipo ultrasonico: è veloce, preciso. Insomma funziona, rispetto a quello ottico delle generazioni precedenti è davvero tutta un’altra storia. Sono curioso di vedere se con le pellicole in vetro continui ad essere così preciso, ma bisogna aspettare un po’ per questo.

Fotocamere

Con le fotocamere di Google Pixel 9 Google Pixel 9 Pro XL non si parla più di hardware. Ok, una novità c’è e sta nel sensore ultragrandangolare che diventa da 48 megapixel, ma è inutile girarci intorno: ormai dare troppo peso a queste caratteristiche è diventato superfluo, perché il cuore pulsante delle fotocamere nei nuovi Pixel è l’intelligenza artificiale. Stop.

Per onor di cronaca però, ecco le caratteristiche tecniche delle fotocamere nel Google Pixel 9 Pro XL:

  • Fotocamera principale
    • Sensore da 50 megapixel
    • Apertura f/1,7
    • Dimensione pixel: 1,2 µm
    • Stabilizzazione ottica
  • Ultra Grandangolare
    • Sensore da 48 megapixel
    • Field of view 123
    • Apertura f/7
    • Dimensione pixel: 0,8 µm
  • Zoom periscopico
    • Sensore da 48 megapixel
    • Apertura: f/2,8
    • Dimensione pixel: 0,7 µm
    • Zoom ottico 5x

Ecco invece le caratteristiche tecniche delle fotocamere del Google Pixel 9:

  • Fotocamera principale
    • Sensore da 50 megapixel
    • Apertura f/1,7
    • Dimensione pixel: 1,2 µm
    • Stabilizzazione ottica 
  • Fotocamera ultra wide
    • Sensore da 48 megapixel
    • Field of view: 123° 
    • Apertura: f/1.7
    • Dimensione pixel: 1,25 µm 

Ad ogni modo, eccezion fatta per lo zoom 5x periscopico del Pixel 9 Pro XL che probabilmente ormai qualitativamente è in grado di giocarsela con quello integrato nell’iPhone 16 Pro Max, in linea del tutto generale le prestazioni fotografiche di Google Pixel 9 Google Pixel 9 Pro XL si equivalgono quando si utilizzano le altre due ottiche: con questi smartphone si possono scattare fotografie fantastiche che ricordano il motivo per il quale ogni anno i dispositivi di Google vengono incoronati come i Re della fotografia da smartphone: in condizioni di buona luminosità le immagini hanno una resa notevole e ricca di dettagli, colori vivaci e contrasto elevato.

Rispetto alla generazione precedente i miglioramenti li ho notati soprattutto nell’ultragrandangolare del Pixel 9, che è ora molto più definita e luminosa, sia che si scatti di giorno, sia che si scatta di notte. Non mi fa proprio impazzire questa tendenza a scattare foto in alcuni casi forse un po’ troppo calde (rispetto a quelle tipiche di Pixel), ma con i nuovi smartphone è migliorata tantissimo la percezione della profondità e soprattutto la gestione delle tonalità della pelle.

E questa ottima qualità la si trova anche in condizioni di luminosità più difficili e di notte. I colori risultano sempre ben bilanciati e naturali ma, soprattutto nelle zone più scure dell’immagine, potrebbe verificarsi un leggero rumore in più. Infine un appunto sulle foto in notturna con lo zoom periscopico del Pixel 8 Pro: grazie ad un’apertura maggiore rispetto all’anno scorso, in condizioni di bassa luminosità la qualità delle foto è migliorata parecchio rispetto alla generazione precedente.

Le funzioni IA per le foto e i video

Ora, tutti i nuovi Pixel 9 hanno talmente tante funzioni IA che meritano un approfondimento dedicato. Ce n’è per tutti i tipi, generativa, migliorativa, divertente ed a tratti quasi “terrificante”. Ma andiamo con ordine. Oltre a tutte le funzioni che abbiamo visto nella generazione precedente, che non staremo qui a ribadire, con i nuovi smartphone di Google innanzitutto il Magic Editor si arricchisce di diverse funzionalità.

Si potrà migliorare il cielo, l’acqua e la luce, ma la funzione inquadratura automatica è diventata quasi perfetta: utilizzandola, l’IA generativa genererà una serie di immagini in cui non solo fa un reframe della foto, ma ne amplia il paesaggio ingrandendo l’immagine e aggiungendo dei dettagli davvero realistici.

Selezionando una zona della foto e tappando sulla voce Perfeziona la selezione, poi, si aprirà un prompt di testo nel quale potrete scrivere come vorreste modificare l’immagine: è un sistema che non sempre funziona bene, ma quando lo fa è davvero incredibile. Non ci è voluto molto a modificare una foto fatta al mare, ottimizzando l’inquadratura ed arricchendo il cielo di oggetti che in realtà non esistevano, con risultati talmente buoni da diventare quasi spaventosi perché vengono etichettati solo da una stringa AI nei metadati della foto, il che rende davvero facile far passare le immagini come foto reali.

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C’è poi una funzione chiamata “Aggiungimi” integrata direttamente nell’app fotocamera, con la quale si potrà comporre due scatti in una foto, in modo da poter aggiungere ad esempio ad una foto di gruppo anche la persona che in realtà sta scattando la foto. Attivando la funzione, l’interfaccia grafica guiderà l’utente attraverso tutto il processo, mostrando in sovraesposizione trasparente la prima fotografia ed una serie di istruzioni per ottimizzare l’inquadratura della seconda immagine. Scattate le foto, il gioco è fatto: funziona bene, ma è meglio utilizzarlo quando c’è molta luce ed i soggetti rimangono comunque coerenti nelle posizioni dei due scatti.

Ciò che poi è migliorato tantissimo è Video Boost che, ammettiamolo, l’anno scorso è stato un po’ deludente. Ora è in grado di elaborare in maniera molto più veloce il file caricato nel cloud e non solo è in grado di pulire i video, ma migliora le transizioni tra gli obiettivi. La cosa bella, poi, è che si può attivare nelle impostazioni dell’app Fotocamera e, fino alla risoluzione 4K 60 fps, una volta registrato il video ne verrà generato automaticamente uno ottimizzato.

Software ed altra intelligenza artificiale

Google Pixel 9 Google Pixel 9 Pro XL arrivano con Android 14 ma, ovviamente, saranno i primi ad essere aggiornati ad Android 15 quando sarà disponibile. 7 anni di aggiornamenti, il tutto personalizzato dall’esperienza Pixel che, alla fine, è praticamente una versione stock di Android ma con tutta una serie di funzioni in più, alcune delle quali derivanti proprio dall’IA.

In realtà però, in Italia alcune funzionalità non sono ancora disponibili. Pixel Studio e Pixel Screenshot ad esempio, attualmente non sono utilizzabili in Italia ed è davvero un peccato, anche perché sarei stato molto curioso di provare il primo e di generare immagini partendo proprio da un prompt di testo. Certo, sono già disponibili piattaforme in grado di fare proprio questo, però avere una funzione del genere integrata già nello smartphone sarebbe tutta un’altra cosa. Ci aggiorneremo quando (e se) saranno disponibili anche da noi.

Ovviamente però c’è Gemini, che abbiamo già provato su altri smartphone e di cui abbiamo pubblicato anche un approfondimento (che potete trovare qui) che, nel tempo, sta migliorando davvero tanto in quanto a precisione e possibilità di interazione. Tra le altre cose, con i nuovi Pixel 9 Pro (quindi non con il liscio) si avrà accesso a Gemini Advanced gratuitamente, per un anno.

Batteria e ricarica

Molto bene la batteria, in entrambi gli smartphone. Pixel 9 arriva con una batteria da 4700 mAh che, devo ammettere, si è comportata davvero bene e sicuramente vi porterà a fine giornata. In una giornata di stress, in cui l’ho testato, ci ho scattato foto, registrato video, e l’ho utilizzato per circa 12 ore complessivamente mi ha portato a fine giornata con circa il 35% di carica residua.

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Ed è lo stesso anche con la batteria da 5060 mAh, che garantisce prestazioni in proporzione del più piccolo e che sicuramente migliora nell’autonomia rispetto al modello dell’anno scorso. Peccato però per la ricarica che continua comunque ad essere “lenta” in entrambi i modelli: Pixel 9 Pro XL si ricarica a 37w con il cavo (quindi sì un piccolo passo in avanti è stato fatto), a 23w in modalità wireless (ma solo con il Pixel Stand, altrimenti scende a 12w) ed ha la ricarica inversa; Pixel 9 invece, si ricarica a 27w con il cavo, a 15w in modalità wireless (ma solo con il Pixel Stand, altrimenti scende a 12w) ed ha la ricarica inversa.

Prezzo di vendita e considerazioni

Google Pixel 9 è disponibile in Italia in prevendita al prezzo di partenza di 899€, salendo a 1.099€ per Pixel 9 Pro e infine 1.199€ per Pixel 9 Pro XL, tutte nel taglio base da 128 GB.

Google Pixel 9Pixel 9 Pro e Pixel 9 Pro XL sono disponibili su Amazon Italia con uno sconto del 10% sui modelli da 256 GB e 512 GB. Grazie a questa promozione di lancio, per esempio, si può portare a casa un Pixel 9 Pro XL da 512 GB a 1299€ invece di 1429€, così come la versione standard di Pixel 9 scende da 999€ a 899€. Trovate tutti i prezzi aggiornati direttamente nel box qui sotto, ovviamente con spedizione gratuita Amazon Prime.

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Aumentano i prezzi, sì. Ma aumenta la qualità. Ed oltre a tutta questa IA, la cosa che dovrete avere sempre in mente è che i nuovi Pixel sono smartphone davvero buoni, che ormai possono essere definiti diretti competitori dei vari S24 ed iPhone 15.

Certo, partire con 128 GB nel 2024 ormai è forse un po’ limitante, ma per un anno avrete a disposizione gratuitamente 2 TB di spazio sul Cloud di Google One: il problema però è che poi se ne diventerà “dipendenti” e quindi dopo un anno toccherà abbonarsi. E, certo, uno smartphone del genere prodotto con memorie UFS 3.1 è quasi un sacrilegio.

Ma, ragazzi, questo è il futuro: che ci piaccia o meno si darà sempre meno importanza all’hardware, e sempre più importanza al software e – soprattutto – all’intelligenza artificiale.



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