È passato un anno da quando Elon Musk ha ufficialmente acquistato X (Twitter), un’operazione dal valore di 44 miliardi di dollari per una piattaforma che adesso vale 19 miliardi, un calo del -55%. Ad affermarlo è la stessa azienda, anche se in forma privata, come rivelano fonti interne alla vicenda. Lo scorso lunedì, i dipendenti di X avrebbero ricevuto una nota relativa alla distribuzione delle quote azionarie, ognuna del valore di 45 dollari. Facendo due conti si ottiene la suddetta cifra: normalmente questo sarebbe il segnale di qualcosa non sta andando come previsto, ma valutare l’operato di Musk non è cosa facile.
L’operato di Elon Musk ha dimezzato il valore economico di X (Twitter)
Che X (Twitter) avesse subito un dimezzamento del proprio valore non è né una sorpresa né una novità, così come non lo è il fatto che non valesse 44 miliardi: lo stesso Elon Musk, in una mail ai dipendenti di marzo 2023, mise nero su bianco una valutazione di circa 20 miliardi.
Sono mesi che parla ai suoi dipendenti di una “situazione finanziaria precaria“, anche considerando che i miliardi che sborsò per acquistare il social network erano ritenuti eccessivi, sia rispetto ai 32 miliardi dell’aprile 2022 che ai 28 miliardi di quando Musk divenne azionista di maggioranza. Anche a causa dei problemi della piattaforma (bot in primis), Musk provò a defilarsi dalla trattativa salvo poi ripensarci anche e soprattutto a fronte della diatriba legale che ne sarebbe nata e che probabilmente lo avrebbe costretto ad acquistarla.
Lo scorso luglio, Elon Musk parlò del “flusso di cassa ancora negativo” di X e del “calo del 50% delle entrate pubblicitarie“, senza contare l’impatto negativo sulle compagnie che l’hanno assistito; dei 44 miliardi spesi, 13 sono stati prestati da sette banche (Morgan Stanley, Bank of America, Barclays, MUFG, billionP Paribas, Mizuho e Société Générale), che a causa dello scarso interesse da parte degli investitori si ritrovano costrette a tenersi un debito la cui vendita è previsto che porterà perdite per almeno 2 miliardi.
Per far fronte alla situazione, Elon Musk ha attuato una serie di modifiche anche piuttosto radicali, a partire dalla riduzione dell’organico dell’80%, mossa che provocò non pochi malumori non soltanto in termini morali ma anche tecnici, scoprendo posizioni ritenute essenziali per il corretto funzionamento del social.
Il valore mediatico non è stato aiutato nemmeno dalle controversie attorno alla figura di Musk e alle sue scelte: la criticata rebrandizzazione da Twitter a X, la rimozione dei badge di verifica dagli account verificati per obbligarne il pagamento ma anche il divieto (poi rimosso) di linkare a siti concorrenti, il ban di account fastidiosi come quello che monitorava i voli privati di Musk, l’aver boostato i propri tweet per farli vedere a più persone o anche lo scontro con Zuckerberg.
L’obiettivo di Musk è portare X a un valore di 250 miliardi, e per farlo ha introdotto metodi di monetizzazione, che siano abbonamenti per togliere la pubblicità o la volontà di far diventare X una banca e in futuro una superapp in stile WeChat.
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