Xiaomi, grazie anche all’aiuto di Huami, è riuscita ad imporsi in maniera prepotente sul mercato degli smartwatch. Se il brand nella fascia alta – in questo settore – non può dire la sua, possiamo constatare un vero e proprio monopolio sui prodotti di fascia medio-bassa arrivando ad avere una presenza importante sui wearable sotto i 100€. Tra gli smartwatch più apprezzati in questa categoria abbiamo due best buy assoluti: Amazfit BIP e Xiaomi Mi Band 4, accompagnato da una new entry, Amazfit Verge Lite.
Abbiamo messo a confronto i tre dispositivi proprio perché sono in grado, ciascuno con le proprie peculiarità, di rappresentare delle alternative di valido livello a competitor più costosi. Ma quale sarà il vero best buy tra i tre? Scopritelo nel nostro super confronto.
Indice
Confronto Xiaomi Mi Band 4 vs Amazfit BIP vs Amazfit Verge Lite
Specifiche tecniche
I tre smartwatch sono profondamente diversi per forma, finalità e dimensioni. Tuttavia hanno un elemento in comune: tutti e tre sono dedicati – essenzialmente – allo sport nonostante le differenze. Mentre più avanti vi parleremo dell’esperienza utente più diretta, affrontiamo – innanzitutto – le schede tecniche.
Amazfit BIP
- Display: LED 1.28 pollici 176×176 Corning Gorilla Glass 3 tecnologia transriflettiva;
- Connettività: GPS + GLONASS + Bluetooth 4.0;
- Sensori: accelerometro, bussola, giroscopio;
- Certificazione: IP68;
- Dimensioni:
- Peso: 32 grammi;
- Batteria: 190 mAh.
Xiaomi Mi Band 4
- Display: AMOLED a colori 0.95 pollici 120×240;
- Connettività: Bluetooth 5.0 + NFC (opzionale);
- Sensori: giroscopio, accelerometro, biotracker PPG
- Certificazione: 5 ATM
- Peso: 22.1 grammi;
- Batteria: 135 mAh.
Amazfit Verge Lite
- Display: AMOLED a colori 1.30 pollici 360×360;
- Connettività: GPS + GLONASS + Bluetooth 5.0;
- Sensori: giroscopio, accelerometro, biotracker PPG, luminosità;
- Certificazione: IP68;
- Peso: 43.5 grammi;
- Batteria: 390 mAh
Design e qualità costruttiva
Come abbiamo accennato precedentemente, i tre dispositivi si differenziano, innanzitutto, dal design sia per ragioni pratiche che estetiche. Da un lato abbiamo Xiaomi Mi Band 4, tra i tre wearable è la più leggera e meno invadente, con la sua forma a capsula, dopo poche ore di utilizzo non vi accorgerete più di averla al polso. La sport band di Xiaomi offre una qualità costruttiva particolarmente elevata, sopratutto se considerata in relazione al prezzo offerto.
Amazfit BIP, ormai sul mercato già da più anni, offre un design meno recente ed anche qualitativamente meno premium. Anche in questo caso l’azienda opta per un utilizzo di plastica per la scocca che, però, perde qualche punto rispetto ai due competitor. Nonostante ciò rimane comunque resistente ed affidabile e, anche in questo caso, pur non essendo una band, le dimensioni compatte e peso ridotto vi faranno abituare velocemente allo smartwatch.
Abbiamo lasciato per ultimo proprio la new entry: Verge Lite. Quanto detto precedentemente non vale per questo smartwatch che utilizza le sue dimensioni (non troppo contenute) proprio per rimarcare le sue linee estetiche. Anche in questo caso il device offre una scocca completamente in plastica che però offre un feedback davvero notevole, a mio avviso il migliore tra i tre.
Come avrete capito, tutti e tre device fanno utilizzo degli stessi materiali che, tuttavia, hanno una resa diversa. Mentre la plastica per Mi Band 4 è quasi “nascosta” dal cinturino ed Amazfit Verge costruisce l’intero design intorno ad essa, con ottimi risultati, lo stesso non si può dire di Amazfit BIP che sotto quest’aspetto rimane una spanna indietro. In termini di compattezza, invece, la classifica si capovolge completamente: per chi non è abituato ad utilizzare un orologio, Verge Lite potrebbe essere la scelta meno indicata.
Display
Da questo punto di vista abbiamo due tecnologie completamente differenti. Se da un lato Amazfit BIP punta sullo stile classico di Huami, con il display transriflective che ha reso celebre il brand, Xiaomi Mi Band 4 e Amazfit Verge lite offrono un rinnovato display AMOLED, entrambi a colori.
Pregi e difetti, in questo senso, sono riscontrabili a prima vista. Amazfit BIP con il suo schermo offre una visibilità senza pari sotto la luce del sole che però mostra tutte le sue carenze con scarsa luminosità. Carenze che si palesano nella scarsa gamma cromatica e nella risoluzione non ottimale.
Allo stesso tempo, Xiaomi Mi Band 4 ed Amazfit Verge Lite, grazie ad un display AMOLED riescono ad offrire agli utenti un’esperienza più immersiva. In tal senso sotto luce diretta del sole i display AMOLED perdono qualche colpo rispetto al competitor anche se il lavoro di Xiaomi in tal senso è lodevole e, a differenza del passato, impostando la luminosità massima non avrete particolari problemi nel consultare il vostro wearable. Su Verge Lite è presente anche la luminosità automatica.
In termini di utilizzo, però, potrete contare – di default – sull’always on display di Amazfit BIP che vista la particolare tecnologia utilizzata non inficerà l’autonomia.
Anche in questo caso, così come per il design, la valutazione rispetto al “miglior wearable” è relativa all’utilizzo. Se, ad esempio, ci si ritrova ad aver necessità dello smartwatch per gran parte della giornata sotto luce diretta del sole (per lavoro o per sport), probabilmente Amazfit BIP non avrà rivali. Se invece vorrete inserire il device in un look casual, le conclusioni potrebbero essere differenti.
Prestazioni ed esperienza d’uso
Le prestazioni in virtù dei sensori presenti, come contapassi, biotracking e monitoraggio del sonno, sono praticamente assimilabili. In diverse misurazioni, ho sempre riscontrato variazioni di poco conto, dovute più al caso che a differenze lato hardware.
L’esperienza d’uso dei dispositivi è invece legata sostanzialmente a due fattori principali: il display e le dimensioni del prodotto. I due parametri elencati sono ragionevolmente opposti e così per una Xiaomi Mi Band 4 che non sentirete al polso, potrete magari trovare alcune difficoltà per i comandi a display (nonostante le dimensioni aumentate rispetto al passato). In particolare, i comandi musicali risulteranno piuttosto piccoli.
Al tempo stesso, l’esperienza migliore, lato display, è offerta da Verge Lite che invece richiede “un sacrificio” dal punto di vista delle dimensioni. Proprio in quest’ottica per peso e dimensioni del display la spunta il BIP.
Software
I tre smartwatch riescono a dare il meglio di sé comunicando con le app presenti sullo smartphone. In questo senso troviamo una sola app in grado di comunicare con i tre prodotti: Mi Fit. Grazie all’app in questione saremo in grado di tenere traccia del sonno, degli allenamenti, calorie perse ed altri parametri legati al benessere, come una mappatura dei battiti cardiaci.
Anche sotto il profilo delle feature i tre wearable sono assimilabili, puntando sullo stesso OS, anche se con alcune differenze. Dal mio punto di vista, ad offrire un’esperienza d’uso più completa è proprio la più piccola Xiaomi Mi Band 4. Con le sue 6 modalità di allenamento (meno di Verge Lite che ne ha 7) offre anche la possibilità di monitorare il nuoto in piscina, a differenza degli altri, nonostante tutti posseggano la certificazione IP68.
Le cose cambiano, invece, nel caso in cui decidiate di fare esercizio fisico senza l’ausilio dello smartphone. Tra i tre dispositivi, infatti, Verge Lite e BIP sono dotati di GPS, per un allenamento autonomo, mentre Mi Band 4 ne è sprovvista. Al tempo stesso, tra le pecche di Amazfit BIP, troviamo l’impossibilità di accedere al player musicale dal display, presente invece sugli altri due dispositivi.
Segnaliamo, però, che attualmente tutti e tre wearable possono essere (a differenza del passato) connessi all’app Amazfit e, proprio in quest’ottica è possibile che si assista ad una migrazione verso questa app dal momento che risulta, nell’ultimo periodo, più affidabile in diversi aspetti, come quello della ricezione delle notifiche.
Autonomia
I dispositivi Xiaomi, dal punto di vista dell’autonomia, sono da considerarsi i primi della classe e, questi tre wearable, a loro modo, confermano il trend. Nonostante Xiaomi Mi Band 4, così come visto nella recensione, non garantisce l’autonomia dei precedessori, riesce comunque a reggere 14 giorni di utilizzo intenso. Dall’altra parte, a display superiori in polliciaggio corrisponde una batteria più capiente e ciò si fa sentire. Amazfit BIP ed Amazfit Verge offrono rispettivamente un’autonomia di 25/30 giorni e circa 18 giorni a parità di utilizzo.
Come potrete immaginare tutti e tre i dispositivi soddisfano le richieste dal punto di vista dell’autonomia quindi, a mio avviso, nel computo totale questo parametro non inciderà particolarmente nella scelta: tutti richiederanno al massimo 2 ricariche al mese.
Prezzo e conclusioni
Come sempre sarebbe impossibile trarre conclusioni senza aver analizzato i rispettivi street price. Abbiamo detto che tutti e tre dispositivi possono essere acquistati a meno di 100€ e si distribuiscono perfettamente lungo la soglia di prezzo. Si parte infatti da Xiaomi Mi Band 4 che può essere acquistata a 24€, si sale invece ai circa 50€ di Amazfit BIP e poco meno di 80€ per Verge Lite.
Nonostante il rapporto qualità prezzo di tutti e tre prodotti sia praticamente imbattibile, al netto di un raffronto generale e soppesando le specifiche offerte, a mio avviso Xiaomi Mi Band 4 è la vera vincitrice del “confrontone”.
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