L’anno scorso, con Huawei P9 e Huawei P9 Plus, il colosso cinese ha voluto “innovare” il panorama degli smartphone facendo da apripista (almeno nella riuscita dell’operazione) per quello che è stato un po’ il trend del 2016 e che prosegue nell’anno in corso, introducendo una doppia fotocamera posteriore. In questo 2017, invece, l’azienda ha compiuto una scelta più conservativa, presentando una semplice versione potenziata e aggiornata del precedente top di gamma: ecco, quindi, Huawei P10.
Già semplicemente dall’estetica, infatti, le somiglianze sono notevoli ma, in un anno in cui per svariate motivazioni Huawei P10 si troverà ad avere per almeno un mese il solo G6 come competitor tra i nuovi top di gamma del 2017, avrà colto nel segno per approfittare di questo vuoto di mercato?
Scopriamolo insieme nella nostra recensione completa.
ATTENZIONE: L’unità oggetto della recensione presenta alcuni difetti hardware da cui sono scaturite problematiche riscontrate in sede di review pertanto ci riserviamo di riprovare il dispositivo qualora ce ne fosse l’occasione per valutare eventuali divergenze software e hardware.
Huawei P10, la recensione completa di GizChina.it
Huawei P10 – Unboxing
Il box di vendita eredita la colorazione bianca di quella del P9, con il logo dello smartphone in argento e, in basso, quello di Leica, partner nella realizzazione del comparto fotografico. La confezione, però, è estremamente più compatta e presenta un particolare sistema di apertura a doppio scrigno.
Al suo interno troviamo la seguente dotazione:
- Huawei P10 (con una pellicola protettiva in plastica pre-applicata);
- caricabatterie HUAWEI Super Charge da 5V/2A o 4,5V/4A o ancora 5V/4,5A;
- cavo USB / USB Type-C;
- cover in plastica rigida;
- auricolari;
- spilla per l’estrazione del carrello SIM / Micro SD;
- manualistica rapida.
Le cuffie, come in passato, sono simili a quelle Apple e, seppur molto leggere e sottili, offrono una buona qualità audio.
Huawei P10 – Design e qualità costruttiva
Come abbiamo già avuto modo di osservare, il design di questo Huawei P10 non si discosta di molto rispetto a quello del precedente modello, dal quale eredita le forme, semplicemente ulteriormente smussate nella parte posteriore. Qui, la banda in plastica per le antenne inferiore è disegnata ad arco e la maggiore differenza è portata dallo spostamento del lettore per le impronte digitali dal retro (al suo posto troviamo il logo di Huawei) alla parte anteriore.
La disposizione dei sensori fotografici è la medesima, così come quella dell’ingresso USB Type-C nel frame inferiore, circondato da due viti a vista e, sul lato destro e su quello sinistro, dal microfono principale e dall’ingresso mini-jack da 3.5 mm.
Simili anche gli altri profili, con il bilanciere del volume ed il tasto d’accensione, con texture zigrinata, sul lato destro e il carrello per la SIM e micro SD sul lato sinistro. Infine, su quello superiore troviamo unicamente il secondo microfono per la soppressione dei rumori.
La parte anteriore del telefono rimane identica superiormente, con il medesimo posizionamento della fotocamera, della sensoristica e della capsula auricolare, mentre inferiormente, sotto al display, troviamo la novità più sostanziale: un unico tasto Home con incluso un lettore per le impronte digitali leggermente incavato e che ricorda tantissimo quello visto sullo Xiaomi Mi 5S.
Le dimensioni di questo Huawei P10 certificano ulteriormente la somiglianza con il suo predecessore: queste sono di 145,3 x 69,3 x 6,98 mm per un peso di circa 145 grammi, quasi sovrapponibili a quelle del P9 (145 x 70,9 x 6,95 mm per un peso di 143 grammi). Un risultato discreto se pensiamo che è stato introdotto un pulsante fisico in più e la batteria dello smartphone è da 3200 mAh, 200 in più del predecessore, ma bisogna tenere conto della riduzione della diagonale dello schermo, anche se di appena 0,1 pollici. Resta, però, la sensazione che, soprattutto superiormente, la banda potesse essere ridotta ulteriormente.
Huawei P10 – Display
Huawei, per il suo piccolo top di gamma continua a preferire un pannello di tipo IPS con risoluzione Full HD (1920 x 1080 pixel) per 432 ppi, questa volta protetto da un vetro Corning Gorilla Glass 5 con curvatura 2.5D, dotato di un discreto trattamento oleofobico e anti-riflettivo. La dimensione è stata ridotta a 5.1 pollici, scelta giustificata probabilmente dal superamento della necessità di utilizzare tasti a schermo.
Trovandoci di fronte ad un pannello IPS, i neri mancano della profondità tipica degli AMOLED, ma risultano buoni, e i colori sono particolarmente vividi e, comunque, regolabili manualmente tramite l’apposita ruota dei colori.
Ottima la luminosità massima, da 530 nits, e anche quella minima; molto buono il funzionamento della regolazione automatica, sempre veloce e preciso. Il touchscreen è sempre molto reattivo. Le cornici sono sottili, anche se è presente una sottile banda nera, evidente soprattutto nella colorazione bianca in nostro possesso.
Huawei P10 – Hardware e performance
Come d’abitudine per Huawei, questo Huawei P10 monta il chipset già visto sul Mate 9, ovvero l’octa-core HiSilicon Kirin 960, sviluppato in-house dall’azienda. Questo processore presenta un’architettura a 64 bit ed è dotato di 4 core A73 da 2.4 GHz e 4 A53 da 1.8 GHz, il tutto affiancato dal co-processore i6 che gestisce alcune delle operazioni in background del telefono, come l’assistente vocale.
Per quanto riguarda le memorie, troviamo 4 GB di RAM LPDDR4X-1800 dual channel e 64 GB di memoria interna UFS 2.1 (espandibili ulteriormente via micro SD fino a 256 GB), configurazione che garantisce al terminale sempre una velocità al top in tutte le operazioni quotidiane, dalla navigazione web alla riproduzione video in 4K.
La parte grafica è gestita dalla GPU ARM Mali-G71 MP8 che, pur se presente anche sul già pluri-citato Mate 9, lavora con più agilità grazie alla presenza di uno schermo più piccolo, con ottime prestazioni e nessuna esitazione anche nel gaming più spinto.
Huawei P10 – Benchmark
Huawei P10 – Qualità fotografica
Come avviene a partire dal suo predecessore, Huawei ha deciso di puntare fortemente sul comparto fotografico del Huawei P10, confermando la collaborazione con la tedesca Leica.
Posteriormente troviamo un sensore monocromatico da 20 mega-pixel ed uno RGB da 12 mega-pixel con apertura f/2.2 e dotati delle lenti SUMMARIT asferiche realizzate da Leica, già viste sul P9. Non manca un doppio flash LED dual tone, l’OIS e un sistema di messa a fuoco ibrido 4 in 1 (PDAF + CAF + laser + profondità).
Ci troviamo, senza dubbio alcuno, di fronte ad un comparto fotografico di qualità e con ottime potenzialità, in grado di garantire molte soddisfazioni e di gratificare gli amanti delle tantissime modalità di scatto. Questo, però, potrebbe anche mandare in confusione coloro i quali si approcciano per le prime volte alla fotocamera del P10.
Nella schermata principale sarà possibile gestire il flash, la modalità “apertura ampia“, la scelta della temperatura dei colori, attivare il menù dei filtri e attivare la nuova modalità portrait, che racchiude l’effetto bellezza e la simulazione dell’effetto sfocato. Sarà inoltre possibile richiamare il pannello “Pro” con uno swipe, dal quale gestire tutte le modalità di scatto più avanzate. Proprio questa funzionalità mi è piaciuta particolarmente, grazie alla modifica dei parametri in tempo reale in modo automatico da poter modificare a mano o, semplicemente, bloccare singolarmente con una pressione prolungata.
Con uno swipe da sinistra, poi, si potranno selezionare le modalità di scatto, tra cui HDR, Bianco & Nero, Video, Panorama, Scatto Notturno, Light Painting, Time-lapse, Rallentatore e tanti altri, scaricabili anche dall’apposito menù.
Con uno swipe da sinistra, invece, si entra nel pannello “Impostazioni“, dove si può selezionare la Risoluzione (impostabile anche in RGB a 20 mega-pixel con un’interpolazione software basata sulla fotocamera B&W), il salvataggio in RAW, il tag GPS e diversi altri parametri.
Come nel caso del P9, ci troviamo di fonte ad un’apertura f/2.2, con lunghezza focale di 27 mm, migliorato invece l’autofocus, che da ibrido 2 in 1 (laser-PDAF), passa ad un ibrido 4 in 1 (PDAF + CAF + laser + profondità) e funziona veramente sempre in maniera veloce ed impeccabile.
Le foto risultano essere in quasi tutte le modalità di qualità molto elevata, anche in condizioni di scarsa luminosità. Un po’ sottotono, forse, la modalità yummy (per le foto al cibo) e migliorabile quella portrait (con uno sfocato non sempre troppo naturale). L’HDR non è molto invasivo e a tratti è difficile scorgerne il lavoro; a volte, invece, risulta un po’ troppo marcata la rielaborazione software. Ottimo il sensore B&W per foto monocromatiche native.
Lo zoom, su questo modello, presenta una simulazione di zoom ottico fino a 2x, che funziona bene ma non in maniera sorprendente, mentre la possibilità di spingersi ad uno zoom digitale massimo di 10x appare più una trovata commerciale che altro, dato l’evidente degradamento delle immagini.
Il doppio flash LED dual tone è potente e lavora bene, le foto notturne senza flash sono piacevoli e la modalità Notturna permette di catturare scatti davvero notevoli e sorprendentemente privi di rumore ma sarà necessario utilizzare assolutamente un cavalletto o qualcosa che immobilizzi completamente lo smartphone.
Capitolo a parte per la fotocamera frontale, dotata di un sensore da 8 mega-pixel con apertura f/1.9 e anche in questo caso realizzata in collaborazione con Leica; questa, incredibilmente, risulta comportarsi molto sottotono rispetto a quella del P9 stesso. Come è possibile notare dagli autoscatti riportati, le immagini sono molto meno definite e i colori decisamente più spenti. La speranza è che il software possa migliorare le criticità ma, è da dire, la strada da intraprendere sembra davvero tanta.
Il discorso si complica per quanto riguarda la registrazione video in quanto, dopo alcuni giorni di prova, prima e dopo un update software e dopo aver contattato la stessa Huawei, abbiamo avuto la certezza di aver ricevuto in prova un’unità fallata.
Venendo, quindi, alla semplice descrizione delle potenzialità di questo Huawei P10, diciamo che è in grado di registrare in 4K a 30 fps e in Full HD fino a 60 fps. La stabilizzazione, però, è possibile unicamente fino al Full HD in 30 fps, così come il tracking oggetto, per fissare il fuoco su un singolo oggetto in movimento. Presente poi la possibilità di utilizzare la modalità Time-lapse fino a 720p e Slow-motion in 720p e 1080p a 120 fps.
Purtroppo, però, a causa del problema hardware della nostra unità, tutti i video registrati presentavano diversi artefatti e tremolii, un vero peccato anche considerando che, al netto di questi problemi, la velocità di focus e di cambio di esposizione sono risultati molto buoni e la qualità delle immagini e dell’audio registrato sembra di ottimo livello.
Huawei P10 – Audio
Venendo all’audio, il DAC integrato nel chipset Kirin 960 svolge un buon lavoro ma assolutamente non al livello degli smartphone top di gamma con DAC e chip audio dedicati. Il volume è di buon livello e l’audio è distinguibile e cristallino, con bassi non estremamente presenti ma comunque ben definiti. Buono anche l’ascolto in cuffia, sia con gli auricolari presenti nella confezione (davvero ben bilanciati e cristallini, anche se dal volume non propriamente sostenuto), sia provandolo con cuffie più pregiate.
Ottima, poi, la capsula auricolare, che non ha mai evidenziato criticità in conversazione, così come sono risultati essere molto buoni i microfoni, in grado di garantire piacevoli conversazioni con una valida riduzione del rumore ambientale.
Huawei P10 – Connettività
Come già riferito, il Huawei P10 in nostro possesso (nella variante in vendita in Europa) permette l’uso di una singola Nano SIM (l’altro spazio nel carrellino è per l’espansione di memoria tramite Micro SD) con LTE Cat.9. La ricezione, come da tradizione Huawei, è davvero ottima. Il segnale si aggancia anche in zone nelle quali altri smartphone fanno davvero fatica e la velocità di navigazione è risultata essere sempre molto buona.
Sorprendente, poi, il Wi-Fi ac Dual Band, in grado di collegarsi al mio router, posto al terzo piano di una casa antica con mura di 80 cm di tufo e piani di oltre 5 metri, anche dal piano strada. Un risultato che non ho mai ottenuto con qualsiasi altro smartphone in mio possesso. Ottimo anche il Bluetooth 4.2, l’NFC e la navigazione satellitare, garantita dalla compatibilità con GPS/A-GPS/GLONASS/Galileo/BDS, con un fix del segnale preciso anche nelle strade più tortuose e congestionate e nelle condizioni climatiche più avverse.
Huawei P10 – Software
Il nuovo top di gamma di Huawei è mosso da Android 7.0 Nougat nell’interfaccia personalizzata del brand, la EMUI 5.1. La maggior parte delle funzioni, così come l’interfaccia, sono le medesime di quelle viste nella versione della EMUI 5.0 già testata sul Mate 9 (e ben descritta nella sua recensione completa).
Le maggiori novità riguardano l’implementazione dell’unico tasto centrale con lettore per le impronte digitali integrato. Questo, oltre ad essere quasi senza ogni dubbio il più veloce lettore attualmente disponibile su di uno smartphone, può essere utilizzato per gestire interamente lo smartphone, grazie all’implementazione di diverse gesture (anche se è sempre possibile aggiungere i tasti a schermo tipici di Huawei).
Con un singolo tocco, infatti, si tornerà indietro, con un tocco prolungato si ritorna alla Home e con uno swipe verso uno dei due lati, sarà possibile raggiungere la pagina del multitasking. Con uno swipe verso l’alto dal bordo inferiore (ai due lati del tasto centrale), si attiva la ricerca Google e con uno swipe diagonale da uno degli angoli in basso verso il centro dello schermo si attiverà la modalità ad una mano che, però, appare non propriamente necessaria su di uno schermo da 5.1 pollici.
Presenti, poi, le gesture con le nocche Knuckle Sense, grazie alle quali sarà possibile attivare lo split-screen, disegnare screenshot di forme particolari e lanciare applicazioni.
Migliorata, rispetto alla EMUI 5.0, l’indicazione delle notifiche, visualizzabili anche per i singoli programmi. Molto utile la possibilità di selezionare due diversi stili del launcher, con e senza drawer, così come l’implementazione della funzione “App gemella“, per gestire più account di diversi social network. Molto ben gradita la presenza dell’app Temi, anche a causa di un set di icone di sistema molto lontano dallo stile flat del material design di Google e decisamente contrastante con altre scelte stilistiche dell’azienda.
Huawei P10 – Autonomia
Veniamo ad uno dei punti dolenti di questo terminale. Pur ribadendo di essere convinti che le maggiori criticità derivino da una ottimizzazione non ancora perfezionata, evidentemente dovuta alla necessità di avere il telefono pronto per il MWC 2017 e certificata anche da un primo aggiornamento già ricevuto prima della commercializzazione, non possiamo assolutamente ritenerci soddisfatti dall’autonomia di questo Huawei P10.
Considerando una batteria più capiente rispetto al suo predecessore, di 3200 mAh invece che 3000 mAh, e uno schermo dalla diagonale anche leggermente inferiore, 5.1 pollici al fronte di 5.2, ci saremmo aspettati come minimo dei risultati in linea con il P9, anche considerando l’hardware pressoché identico del Mate 9, in grado di garantire buoni risultati.
Con un uso decisamente intenso del telefono, con diverse mail in push, varie applicazioni di Facebook, WhatsApp, Telegram e altri servizi attivi, il telefono ha difficilmente superato le 20 (partendo dal 100% di ricarica dalle 7:30), con meno di 3:30 di schermo attivo e buona parte della giornata passata sotto copertura Wi-Fi.
Anche la ricarica Super Charge, seppur risultando molto veloce fino all’85/90%, raggiungibile in 1 ora e un quarto / 1 ora e mezza, ha necessitato circa 1 ora ulteriore per il completamento, circostanza migliorata in seguito all’aggiornamento e imputabile anch’essa ad una possibile problematica hardware.
Huawei P10 – Conclusioni
Come abbiamo potuto sottolineare in più frangenti di questa recensione, questo Huawei P10 si caratterizza per diverse luci e qualche ombra di troppo, probabilmente imputabili in buona sostanza alle problematiche hardware che affliggono la nostra unità.
Tra i punti di forza, possiamo annoverare il fatto di trovarci di fronte ad uno dei pochi top di gamma dal display prossimo ai 5 pollici in vendita ufficialmente sul nostro mercato (seppur non ottimizzato al massimo nelle dimensioni), con un comparto fotografico posteriore di assoluto livello (certificato anche dall’alto punteggio ottenuto proprio in questi giorni su DxOMark), una connettività al top ed un lettore per le impronte digitali davvero sbalorditivo.
Di controcanto, però, la fotocamera frontale deludente e, soprattutto, la scarsa autonomia, sono due elementi che faranno riflettere e che speriamo possano essere risolti nelle unità retail che raggiungeranno il mercato nelle prossime settimane con un software definitivo e aggiornato.
Ci riserviamo, come anticipato, di riprovare il dispositivo qualora ce ne fosse l’occasione per valutare eventuali divergenze software e hardware.
Il prezzo di prevendita sul sito ufficiale VMall è di 679 euro nelle colorazioni Graphite Black, Mystic Silver, Dazzling Blue e Prestige Gold.
Non perdere alcuna notizia, offerta o recensione pubblicata sul nostro sito! Seguici sui social per rimanere sempre aggiornato in tempo reale grazie ai:
Canale Offerte , Canale News, Gruppo Telegram, Pagina Facebook, Canale YouTube e il Forum.