Quando Huawei ha chiamato il suo smartwatch “Ultimate”, la dichiarazione d’intenti era chiara. Ora, con il HUAWEI Watch Ultimate 2, la domanda sorge spontanea: cosa c’è oltre l’estremo? Mettiamo subito le cose in chiaro: questo non è il solito smartwatch da fitness leggero e discreto. L’Ultimate 2 è un pezzo di ingegneria massiccio, pesante e costruito con una cura quasi maniacale, utilizzando materiali come il metallo liquido a base di zirconio e il vetro zaffiro, materiali che di solito si riservano all’alta orologeria. È un dispositivo che si sente al polso e si fa notare, anche se in questa variante cromatica che vi mostrerò ha più un aspetto giocattoloso in stile Power Ranger, essenza che si perde (per fortuna) nella variante nera.
Più che un semplice smartwatch, Huawei lo propone come un vero “dive computer” da polso, un compagno per avventure estreme con specifiche da capogiro, come l’impermeabilità fino a 150 metri. Ma al di là delle capacità tecniche estreme, come si comporta nella vita di tutti i giorni? È un lusso giustificato o un prodotto di nicchia fin troppo specializzato? Andiamo a scoprirlo.
Recensione HUAWEI Watch Ultimate 2
Design, materiali e display
Prendendo in mano l’Ultimate 2, la prima parola che viene in mente è imponenza, l’aggettivo perfetto che può sintetizzare tutta l’essenza di questo nuovo smartwatch di casa HUAWEI, anche perchè non c’è nulla di discreto o minimalista in questo orologio. Huawei ha attinto a piene mani dal mondo dell’orologeria di lusso e subacquea: il risultato è un dispositivo che al polso si fa sentire, con i suoi quasi 49mm di diametro e un peso che supera gli 80 grammi, cinturino escluso, quindi un bel peso da portare al polso.

È un prezzo da pagare, in termini di ergonomia, per avere materiali da prima della classe: qui la cassa non è in semplice acciaio o titanio, ma in una lega di metallo liquido a base di zirconio, incredibilmente resistente alla corrosione, un dettaglio che può sembrare superfluo ma se pensate che è studiato appositamente (e fortemente ottimizzato) per l’utilizzo sott’acqua (anche salata), la cosa non dovrebbe stupirvi più di tanto. La ghiera è in ceramica nanocristallina e il vetro che protegge il quadrante è, ovviamente, zaffiro. La sensazione è di robustezza assoluta, quasi esagerata per un uso quotidiano, ma perfettamente in linea con le sue ambizioni da “dive computer”, vista anche la sua certificazione per immersioni fino a 150 metri.

Le colorazioni in cui è disponibile, blu e nera, determinano un po’ anche il mio giudizio soggettivo sul design di questo prodotto; se da un lato sono fermamente convinto dell’ottimo lavoro svolto da HUAWEI in termini di costruzione e materiali, dall’altro penso che questo colore bianco e blu sancisca un po’ un mezzo passo falso, visto che gli conferisce l’aspetto di un prodotto quasi giocattoloso, quasi un orologio per bambini. Dall’altra parte, però, c’è la colorazione nera, che è il perfetto esempio di quanto HUAWEI sia padrona dei materiali che maneggia: un design unico, studiato nei minimi dettagli, e forse uno dei più belli mai visti in circolazione. Ecco, questo è l’esempio lampante di come una colorazione sbagliata possa distruggere un prodotto.
Tralasciando questa digressione, del tutto personale, le dimensioni dello smartwatch da un lato trasmettono un feeling premium ineguagliabile, dall’altro lo rendono scomodo in certe situazioni, come durante il sonno o in allenamenti che non siano acquatici. Se avete un polso esile, è quasi certamente troppo grande per voi; l’ho comparato con un Apple Watch 9 da 45mm, ed in effetti la differenza è quasi abissale.
Dove non si discute è il display. È un pannello LTPO OLED da 1.5 pollici che stabilisce un nuovo record di luminosità: 3.500 nits di picco. In termini pratici, significa che è perfettamente leggibile in qualsiasi condizione di luce, anche in pieno sole o sott’acqua. La tecnologia LTPO, inoltre, permette di variare dinamicamente il refresh rate, ottimizzando i consumi quando si utilizza la modalità always-on mentre la navigazione è affidata, oltre che al touch, a una splendida corona girevole con finiture rosse e a due pulsanti fisici aggiuntivi, tutti facili da operare.
Sensori e monitoraggio
Ed è sul fronte più tecnico, però, che il HUAWEI Watch Ultimate 2 mostra i muscoli e giustifica il suo posizionamento da fascia alta, altissima oserei dire. L’azienda ha integrato il suo arsenale più avanzato, guidato dal sistema TruSense e da una novità hardware chiamata X-Tap, che di fatto rappresenta una delle più grandi novità, inserita direttamente sulla parte laterale dello smartwatch, tra i due pulsanti fisici.
Per avviare un controllo completo, non basta più indossare l’orologio ma bisogna poggiare anche l’indice sul sensore laterale X-Tap, una combinazione di sensori PPG, ECG e pressione che lavorano in sinergia con quelli posti sotto la cassa, e capaci di garantire una precisione, a detta di Huawei, superiore a qualsiasi altro prodotto sul mercato.

A coadiuvare il tutto ci pensa l’apposità modalità “Health Check” da 60 secondi che ho trovato incredibilmente pratica. In un minuto esatto, l’orologio misura tutto l’essenziale: ECG, frequenza cardiaca, livello di ossigeno (SpO2), variabilità cardiaca (HRV), rigidità arteriale e livello di stress. C’è persino una funzione che, facendoci tossire di fronte ai microfoni dell’orologio, analizza la salute respiratoria. È un sistema che sembra futuristico, ma soprattutto elimina l’attrito di dover cercare le singole app per ogni misurazione.
Sul fronte del fitness, la dotazione è ovviamente completa, con oltre 100 attività e modalità avanzate per golf e trail running. Ma è il GPS a brillare: il sistema dual-band (che HUAWEI chiama “Sunflower”) è velocissimo nell’aggancio ai satelliti e ha dimostrato una precisione impeccabile nei miei test, restituendo tracce pulite e affidabili anche in mezzo agli alberi, del tutto paragonabili a quelle di sistemi ben più costosi.

Infine, c’è la vocazione subacquea, che lo rende estremamente focalizzato; qui l’Ultimate 2 fa sul serio, spingendosi dove la concorrenza (come l’Apple Watch Ultra) si ferma. Parliamo di immersioni certificate fino a 150 metri, dove oltre a monitorare profondità e velocità di risalita (dati vitali), introduce una funzione tanto ambiziosa quanto di nicchia, ovvero un sistema di comunicazione sonar sottomarina. Questo permette, se si è in un gruppo di sub tutti dotati dello stesso orologio, di inviare messaggi preimpostati sott’acqua. Per il 99% degli utenti è una feature superflua, ma per quel 1% di sub professionisti, è una vera rivoluzione che trasforma l’orologio in un autentico “dive computer”.
Prestazioni e software
Sul fronte delle prestazioni pure, il’HUAWEI Watch Ultimate 2 è impeccabile. Il sistema operativo, HarmonyOS (qui in versione 5.1), è un piacere da usare: è fluido, reattivo e ricco di animazioni curate. La navigazione tra i widget, l’apertura delle app e l’interazione con la corona digitale sono sempre immediate ed in più l’interfaccia è graficamente molto appagante e intuitiva. Molto comoda l’aggiunta di una tastiera QWERTY “Celia” per rispondere alle notifiche (anche di app terze come WhatsApp) che rappresenta un passo avanti notevole, seppur ovviamente non compatibile con iPhone.
Ma è proprio qui, sul software, che l’Ultimate 2 mostra le sue crepe più evidenti. Nonostante l’hardware da primo della classe, l’ecosistema software resta il tallone d’Achille di Huawei. HarmonyOS è un sistema “chiuso” e, sebbene l’AppGallery sull’orologio stia lentamente crescendo (ora si trovano un viewer per Google Maps o i controlli per Spotify, ma anche alcune app di DJI o Insta360), non è minimamente paragonabile alla vastità e all’integrazione delle app disponibili su watchOS di Apple o Wear OS di Google.
Inoltre, permangono alcune limitazioni frustranti, ad esempio i pagamenti NFC: fuori dalla Cina, il sistema di pagamento di Huawei è ancora poco diffuso, rendendo questa funzione (ormai standard su orologi che costano un quarto) spesso inutilizzabile. Certo, sullo store è presente un app di terze parti, Quicko Wallet, che vi permette di virtualizzare le vostre carte, ma è comunque un sistema non ufficialmente riconosciuto da HUAWEI. È un software splendido da vedere e velocissimo da usare, ma che costringe a rinunciare a quella flessibilità “smart” che i principali concorrenti danno ormai per scontata.
Tutta la gestione e la sincronizzazione dei dati, invece, passano dall’app HUAWEI Health sullo smartphone. L’app è ben fatta, compatibile sia con Android che con iOS, e offre un colpo d’occhio chiaro e dettagliato su tutti i parametri di salute e fitness raccolti. È da qui che si gestiscono le watch face, si importano i percorsi per l’esplorazione e si analizzano nel profondo i dati del sonno o delle immersioni.
La vera novità in termini di connettività è il supporto eSIM, che finalmente rende l’orologio indipendente. Si può uscire per un’escursione o un’immersione e rimanere raggiungibili (nei limiti del possibile, ovviamente), effettuare e ricevere chiamate direttamente dal polso. La qualità audio in chiamata è più che buona, grazie anche all’AI che sopprime i rumori di fondo.
Autonomia
Huawei ha investito molto sull’autonomia, implementando una nuova batteria ad alta densità (con tecnologia al silicio) da ben 867 mAh, un upgrade massiccio rispetto alla generazione precedente. Questo, unito all’efficienza del display LTPO, porta a risultati eccellenti per la categoria. Nei miei test, con un utilizzo intenso fatto anche di display Always-On attivo, monitoraggio della salute 24/7, notifiche costanti e un allenamento GPS di circa un’ora al giorno, sono riuscito a ottenere 60 ore di utilizzo, realisticamente due giorni e mezzo pieni prima di dover cercare il caricatore.
Se si sceglie di rinunciare alla modalità Always-On (una scelta difficile, data la bellezza del display), l’autonomia si estende fino a circa 4 giorni di uso medio, in linea con le stime ufficiali. Per quanto riguarda la ricarica, quella wireless in dotazione impiega circa un’ora per un ciclo completo da 0 a 100%.
Prezzo e considerazioni
Arriviamo al dunque: gli 899 euro richiesti al lancio sono sicuramente un prezzo estremo, d’altra parte come estremo è questo HUAWEI Watch Ultimate 2. Al di là del prezzo, che comunque è molto importante, siamo di fronte a un pezzo di ingegneria straordinario. I materiali utilizzati non sono comparabili con quelli della concorrenza, più vicini all’alta orologeria che al mondo degli smartwatch. Il display è semplicemente il migliore sul mercato, l’autonomia è ottima e i sensori, in particolare l’innovativo X-Tap e le funzioni da dive computer professionale, sono impressionanti.
Il rovescio della medaglia, però, è pesante quanto l’orologio stesso. A quasi 900 euro, i compromessi sul software diventano difficili da digerire. L’ecosistema HarmonyOS è fluido e reattivo, ma è ancora un giardino recintato. La mancanza di un ecosistema di app paragonabile a quello Apple o Google, e soprattutto l’assenza di un sistema di pagamenti NFC universalmente supportato in Italia, sono difetti che pesano enormemente sulla vita quotidiana. Quindi, per chi è questo orologio? Se cercate il miglior smartwatch in senso assoluto, integrato con app e servizi per la produttività, la risposta è no. Un Apple Watch Ultra 2 (per utenti iPhone) o un Samsung Galaxy Watch Ultra (per utenti Android) offrono un’esperienza “smart” molto più completa e versatile.
L’Ultimate 2 si rivolge a una nicchia precisa: l’utente che cerca prima di tutto un “orologio-gioiello” indistruttibile, un dive computer avanzato da sfoggiare anche fuori dall’acqua, e che è disposto a sacrificare l’intelligenza artificiale e le app in nome dell’ingegneria e dei materiali.
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