Negli ultimi anni Xiaomi ha saputo costruirsi una solida reputazione nel mondo degli smartphone economici, offrendo dispositivi capaci di sorprendere per qualità e funzionalità anche nelle fasce di prezzo più basse. Con il nuovo Redmi A5, l’azienda cinese conferma questa tendenza, alzando ulteriormente l’asticella in termini di costruzione e affidabilità.
Con uno street price ben inferiore ai 100 euro (si trova facilmente tra i 70-90 euro online), il Redmi A5 non è soltanto uno smartphone economico ma una vera e propria proposta concreta adatta a chi cerca un dispositivo essenziale ma completo, adatto all’uso quotidiano, con una batteria capiente, uno schermo fluido a 120Hz, e persino una fotocamera principale da 32 MP. Tutto questo in un design moderno e curato, che non fa rimpiangere dispositivi ben più costosi: certo, detta cosi sembra che vi sto per parlare di un miracolo di tecnologia svenduto a meno di 100 euro, ma in realtà non è così, anche lui ha i suoi (giustissimi) difetti, che non lo rendono adatto a tutti (e meno male, aggiungerei).
Recensione Redmi A5
Design e materiali
Il Redmi A5 è uno di quei telefoni che, appena lo prendi in mano, ti fanno dire: “Ah però, niente male!”, o per lo meno questa è stata la mia reazione prima che lo accendessi. Certo, sarò clemente e oggettivo, motivo per cui non criticherò determinate scelte messo in campo da Redmi, perchè del tutto comprensibili; mi riferisco principalmente ai bordi intorno al display, che di certo non passano inosservati visto il loro spessore, ma diciamo che la questione è trascurabile, in questa fascia di prezzo. Anche perchè, a dirla tutta, Xiaomi è riuscita a tirare fuori qualcosa che non sembra affatto “cheap”.
La scocca è tutta in plastica, ma è una plastica ben fatta: solida e leggera, seppur con una finitura lucida che solitamente non amo, ma che in questa colorazione Ocean Blue, piuttosto furba, tende a mascherare decisamente bene le impronte, soprattutto grazie alla trama quasi brillantinata presente, che fa ancora più scena e rende certamente appariscente lo smartphone. Non è uno di quei dispositivi che danno l’impressione di rompersi al primo colpo, anzi, anche senza cover dà un buon senso di robustezza, forse anche per via delle dimensioni che sono abbastanza generose, seppur l’ergonomia resti sempre buona.
È sottile e ben bilanciato, e dopo qualche minuto ci si abitua facilmente, senza troppi fronzoli. A proposito di estetica, Xiaomi ha puntato su un look sobrio ma con un pizzico di personalità. Il modulo fotografico posteriore è ovale e ben integrato, leggermente sporgente ma niente di fastidioso. Le colorazioni disponibili sono quattro: Midnight Black (classico e discreto), Sandy Gold (più elegante, con tocchi dorati) e Lake Green, che è la più originale un verde pastello che dà un’aria giovane e fresca al telefono, e la mia Ocean Blue, anch’essa molto particolare e per niente scontata. Non è un caso che nessuna di queste opzioni faccia sembrare il Redmi A5 un giocattolo, anzi: per la fascia in cui si trova, è uno degli entry-level più piacevoli da vedere e toccare con mano.
Per quanto riguarda i dettagli pratici: i tasti volume e accensione sono sulla destra, ben posizionati e con un buon feedback. Sulla sinistra è situato lo slot SIM/microSD (di tipo ibrido, quindi o due SIM o una SIM + espansione di memoria); sul fondo c’è la porta USB-C e il jack da 3.5mm per le cuffie, ancora presente per la gioia di molti. Insomma, design semplice, materiali onesti, costruzione solida. Non c’è nulla di premium, ovviamente, ma il Redmi A5 non dà mai l’idea di essere un telefono “da poco”.
Display
Lo schermo, tecnicamente parlando, si presenta in modo decisamente positivo; parliamo di un pannello IPS LCD da 6,88 pollici, con risoluzione HD+ e, chiccha delle chicche, refresh rate fino a 120Hz. No, non mi sono sbagliato: centoventi hertz su un telefono da meno di 100 euro, e la cosa più assurda è che funziona anche piuttosto bene, quantomeno in termini di fluidità.
Certo, non c’è da aspettarsi la nitidezza di un pannello Full HD, ma a dirla tutta non si sente la mancanza di una risoluzione più alta: i testi si leggono senza sgranature, le immagini sono piacevoli e i colori, pur non essendo ultra-saturi, risultano comunque vivaci. Guardare video su YouTube, scrollare su Instagram o semplicemente navigare nell’interfaccia è un’esperienza decisamente più fluida di quanto ci si aspetterebbe da un entry-level venduto a queste cifre.
Va detto, però, che il refresh rate massimo non è attivo ovunque: pare che i 120Hz siano riservati solo a certe sezioni del sistema (tipo le Impostazioni), mentre nel resto dell’interfaccia e nelle app social gira a 90Hz. Detto questo, lo scrolling resta reattivo e piacevole, e anche se non è tutto perfettamente fluidissimo, per il prezzo va più che bene.
Sotto il sole, il display mostra i suoi limiti. Al chiuso o all’ombra si vede benissimo, con una buona resa cromatica e una luminosità adeguata, ma in pieno sole bisogna un po’ faticare. Peccato solo per l’assenza del supporto HD su Netflix e altre piattaforme, a causa della mancanza della certificazione Widevine L1, quindi niente streaming in alta definizione, purtroppo.
Hardware e prestazioni
Dopo un parziale entusiasmo per le buone carte in regola in termini di display e costruzione, è arrivato però il momento di fare i conti con il cuore del Redmi A5: l’hardware. Sotto la scocca troviamo il processore UNISOC T7250, un chip octa-core costruito a 12nm con due core Cortex-A75 a 1.8GHz e sei core Cortex-A55 più efficienti a 1.6GHz. Tradotto in parole semplici: è un chip pensato per fare bene il minimo indispensabile, senza troppe pretese, anche perchè è proprio impossibile riuscire a spremerlo più di così.
Nel quotidiano, se ci si limita a messaggi, social, YouTube e poco altro, fa il suo dovere; le app più comuni come WhatsApp, Instagram e Chrome si aprono con qualche secondo di attesa, ma poi girano in modo abbastanza stabilmente. Certo, non è uno smartphone che ama il multitasking spinto: se si inizia a saltare da un’app all’altra, si fa un po’ il fiato corto, soprattutto nel modello con 3GB di RAM, che vi sconsiglio di puntare, vista la poca differenza di prezzo con il modello da 4GB di memoria RAM, che sicuramente se la cava un po’ meglio (io ho ricevuto la versione da 3GB, ad esempio).
Sul fronte memoria, invece, nessun problema: 64 o 128GB di spazio, espandibile via microSD fino a 1TB, che per questa fascia di prezzo è quasi un lusso, anche se a dir la verità la dotazione tecnica è anche qui ridotta al minimo essenziale, viste le memorie eMMC 5.1 integrate, ormai sempre meno frequenti a bordo degli smartphone moderni. I giochi si aprono, sì, ma solo con grafica al minimo e frame rate altalenanti, vi mentirei se vi dicessi che l’esperienza di gioco è godibile, non vi consiglio di usarlo per questo.
Niente 5G ovviamente, ma solo 4G LTE su entrambe le SIM, ha il Wi-Fi b/g/n (quindi solo 2.4GHz, niente 5GHz), il Bluetooth 5.0, e infine la porta USB-C, un dettaglio che fino a poco tempo fa era tutt’altro che scontato in questa fascia di prezzo. Manca il sensore NFC, quindi niente pagamenti contactless, e non c’è nemmeno un sensore di impronte digitali, quindi per lo sblocco ci si affida al classico PIN o al riconoscimento facciale di tipo 2D.
Software
Una delle sorprese più piacevoli del Redmi A5 è proprio il software, cosa che invece negli anni passati ha sempre pesantemente penalizzato Xiaomi che invece, questa volta, ha deciso di tenere le cose semplici e funzionali: niente interfaccia pesante, niente animazioni inutili e soprattutto poche app preinstallate a bordo, come sempre disinstallabili all’occorrenza. Al contrario, a bordo troviamo Android 15 in versione Go Edition, una scelta che fa tutta la differenza.
Questo significa che il sistema è leggero, pulito e reattivo, anche su un hardware che, sulla carta, è tutt’altro che potente; navigare tra le app, accedere alle impostazioni o passare da un’app all’altra risulta piacevolmente fluido, senza quei rallentamenti che spesso affliggono i dispositivi economici. L’interfaccia è intuitiva e non serve essere esperti per muoversi con disinvoltura tra menu e funzioni, ma soprattutto non c’è sovraccarico visivo, le impostazioni sono ben organizzate, e applicazioni come la galleria o il file manager funzionano in modo chiaro e diretto. A rendere il tutto ancora più interessante c’è la promessa di due anni di aggiornamenti software, un impegno davvero notevole per un dispositivo di questa fascia di prezzo.
Fotocamera
Sul fronte fotografico, il Redmi A5 sorprende per la sua semplicità ben gestita, senza configurazioni con mille lenti, che poi lasciano il tempo che trovano, in tutti i sensi; qui a disposizione c’è una sola fotocamera posteriore da 32 MP, ma è ben sfruttata. È un netto passo avanti rispetto ai 13 MP del Redmi A3, e si vede. Le foto diurne sono nitide, con colori vivaci ma non esagerati, un buon bilanciamento delle luci e una gestione più che dignitosa delle ombre. Dettagli e texture risultano credibili, e anche i ritratti, grazie alla sfocatura software, riescono abbastanza bene per la fascia di prezzo. Niente ultra-grandangolo né macro, quindi la versatilità è limitata, ma la qualità della lente principale è sufficiente per la maggior parte degli scatti quotidiani.
In notturna, come prevedibile, i limiti emergono: aumenta il rumore e cala la nitidezza. Tuttavia, la nuova lente cattura un po’ più luce rispetto al passato e, con la modalità notte attiva, si riescono a ottenere scatti tollerabili, specie per la condivisione sui social. La definizione non è altissima, ma si apprezza il tentativo di migliorare l’esperienza fotografica anche in condizioni difficili. La fotocamera frontale da 8 MP, inserita in un notch a goccia, è accompagnata da un piccolo anello luminoso che si attiva in condizioni di scarsa luce, un dettaglio inaspettato, ma ben funzionante all’atto pratico: i selfie risultano ben illuminati e naturali, anche di sera.
Per quanto riguarda i video, la registrazione arriva fino al 1080p, con una qualità decente in buona luce. I colori sono fedeli e l’audio catturato è chiaro, ma l’assenza di qualsiasi tipo di stabilizzazione si fa notare non appena ci si muove. In notturna la resa peggiora, come ci si aspetta, con più rumore e meno dettaglio. Anche la camera frontale registra in Full HD, abbastanza per una videochiamata o una storia su Instagram.
Autonomia
La batteria è uno dei punti forti del Redmi A5 che con 5.200 mAh a bordo, sembra essere letteralmente instancabile. Anche con un utilizzo intenso arrivare a sera non è un problema, anzi spesso si arriva tranquillamente al giorno dopo con ancora una buona percentuale residua. Nei test più realistici, i consumi sono davvero contenuti: 30 minuti di video in streaming a 720p consumano solo il 4%, mentre mezz’ora di scroll su Instagram o TikTok ne porta via circa il 6%. Il gaming, come prevedibile, è più energivoro (intorno all’11% per mezz’ora), ma parliamo comunque di un impatto gestibile.
La ricarica supportata è da 15W, e l’alimentatore ovviamente non è incluso nella confezione; ovviamente, niente ricarica wireless o tecnologie ultra-rapide, ma a questo prezzo non sono mancanze gravi.
Prezzo e considerazioni
Ma quindi vale la pena prenderlo in considerazione? Beh, onestamente, considerando che questo Redmi A5 si trova online in offerta a partire da 59 euro nella versione con 3 GB di RAM e 64 GB di memoria, viene quasi da chiedersi: perchè, dopo tutto, non dovrei? Per quella cifra, ci si aspetterebbe un dispositivo di emergenza, buono giusto per chiamare e mandare qualche messaggio, e invece Xiaomi è riuscita a confezionare uno smartphone che va ben oltre il minimo indispensabile.
Lo schermo da 6,88 pollici con refresh rate fino a 120Hz (anche se limitato in certe situazioni) è un lusso raro a questo prezzo, l’autonomia è eccellente, l’esperienza software pulita grazie ad Android Go è sorprendentemente fluida, e la fotocamera principale, seppur non sia chissà che, riesce a scattare foto più che dignitose. Certo, non è un telefono per chi vuole giocare a titoli pesanti o fare editing video, e la RAM da 3 GB richiede un po’ di pazienza nel multitasking, ma questi 60-70 euro questo smartphone li vale tutti, fino all’ultimo centesimo.
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