Ogni volta che recensisco un Pixel, devo fare la solita premessa: io sono un fan degli smartphone di Google, di cui mi piace il design, l’interfaccia grafica e l’usabilità. Ed ogni volta dopo questa premessa, devo continuare con un “ma”: ma è come se l’azienda continuasse volontariamente a preservare su alcuni piccoli errori (magari di posizionamento) che, puntualmente, rischiano di frenare le vendite dei suoi nuovi modelli quantomeno al periodo di lancio.
Perché è pur vedo che il nuovo Google Pixel 9a arriva con alcune piccole e significative migliorie, ma il suo prezzo in Italia parte da 549 euro (per la versione 128 GB), e ad oggi è possibile acquistare un Pixel 9 da Unieuro (lo trovi qui) a 630 euro, a cui andrà detratto un cashback di 100 euro ed un eventuale altro sconto di 100 euro di trade-in.
E se il prezzo scende (almeno) a 530 euro, la domanda è semplice: perché acquistare uno smartphone della serie A, quando spendendo meno si può prende un Pixel 9 che è nettamente superiore?
Recensione Google Pixel 9a
Videorecensione Google Pixel 9a
Design e materiali
Con il Pixel 9a, Google porta avanti un’evoluzione di design che si allontana un po’ dalle linee viste con la serie 9 e 9 Pro (qui la recensione) e, chissà, magari ci anticipa quello che potrebbero essere i protagonisti della sua nuova serie (Google Pixel 10?) che dovrebbe arrivare verso fine estate 2025. Con il nuovo smartphone economico della linea Pixel, è come se le esigenze funzionali abbiano avuto più importanza rispetto a quelle che potrebbero essere le esigenze estetiche, ma devo ammettere che quanto pensato dall’azienda statunitense funziona.
La differenza più palese rispetto a tutti gli altri Pixel sta nella fotocamera, che ora è praticamente quasi a filo della scocca ma, nonostante ciò, Google è riuscita a trovare una soluzione non banale, molto piacevole e con una sorta di tocco “retrò” che fa ricordare i primissimi smartphone che avevano fotocamere talmente piccole che non sporgevano per niente.
Sia chiaro però, vedere un camera bump così a filo con la scocca potrebbe accendere nell’immaginario di tutti l’idea che si tratti di fotocamere di bassa qualità, ma non è così: ok, come vedremo i sensori sono leggermente più piccoli (come vedremo è un particolare che influenza negativamente la qualità delle foto), ma in realtà questo design e dovuto allo spessore generale dello smartphone che è aumentato per far spazio ad una batteria molto più capiente rispetto alla generazione precedente.
Nonostante questo aumento di spessore però, Google Pixel 9a convince sia in quanto ad usabilità con una mano, che in quanto a grip e touch and feel. Le nuovi cornici satinate unite alla cover posteriore anch’essa satinata sono una combinazione davvero vincente, così come la lavorazione della stessa che è sì in plastica, ma al tatto sembra praticamente vetro.
Insomma il nuovo design a me piace parecchio, e nonostante Google Pixel 9a sia palesemente uno smartphone di fascia media quando lo si utilizza si ha la sensazione di trovarsi al cospetto di un flagship proprio grazie ai suoi materiali.
Rispetto al 9 e al 9 Pro è stato spostato lo speaker e Google Pixel 9a riceve un piccolo aggiornamento anche relativo alla certificazione IP, che arriva ad essere IP68 (Pixel 8a era un IP 67). Infine integra una porta USB 3.2 con uscita video.
Display
E fin qui tutto molto bello, finché non si ruota lo smartphone e si guarda il display. Sia chiaro, anche quest’anno Google ha utilizzato un ottimo pannello nel suo nuovo Pixel economico, ma nonostante la perfetta simmetricità delle cornici, c’è sicuramente un particolare su cui cadrà l’occhio delle persone più esperte: il loro spessore. Probabilmente una scelta dovuta anche per differenziare il Google Pixel 9a dal Pixel 9, ma ad oggi esistono smartphone sulla stessa fascia di prezzo con cornici molto più ottimizzate ed anche se si tratta di un particolare a cui, tutto sommato, ci si abitua, se Google avesse pensato di ridurne lo spessore sicuramente lo smartphone avrebbe acquisito molti punti in più esteticamente. Peccato.
Ed è un peccato perché stiamo comunque parlando di un signor display. 6.3” (rispetto ai 6.1” dell’8a), OLED a 120 Hz (non LTPO) 2700 nits di picco in HDR con un ottimo touch, che permette una scrittura davvero comoda. La densità di pixel per pollice è di 420 ppi, insomma se proprio volessimo fare un paragone con il suo competitor più noto, è un display nettamente superiore rispetto a quello dell’iPhone 16e.
Il PWM dimming è alto il giusto, non c’è flickering, il sensore per la regolazione automatica della luminosità non è velocissimo, ma funziona comunque molto bene, così come il sensore per le impronte digitali che è posizionato sotto lo schermo: non è tra i più veloci in circolazione, poco ma sicuro, ma ormai sui Pixel c’è anche lo sblocco con il volto che si può usare anche con le app bancarie.
Peccato per il vetro che è stato utilizzato. Il display del Google Pixel 9a è protetto da uno vetro in Gorilla Glass 3, che offre una protezione non proprio eccezionale né per le cadute né per i micro-graffi.
Hardware e prestazioni
In quanto ad hardware e prestazioni, c’è poco da dire. Come sempre la versione più economica della serie Pixel condivide lo stesso hardware dei fratelli più grandi, quindi le prestazioni rimangono in linea generale le stesse. Più o meno. Ad animare lo smartphone è il Tensor G4, il processore Made by Google che abbiamo avuto modo di testare a lungo con Pixel 9 e Pixel 9 Pro, ma che nel Google Pixel 9a è affiancato da 8 GB di memoria RAM (e non 12 GB): un quantitativo più che sufficiente per la stragrande maggioranza degli utenti, che però potrebbe risultare un po’ stretto in un dispositivo pieno zeppo di Gemini ed intelligenza artificiale.
Sia chiaro però, è comunque uno smartphone velocissimo da utilizzare. Come vedremo, i risultati dei benchmark non sono tra i migliori del mercato, ma credetemi che l’ottimizzazione del software di Google rende i nuovi Pixel 9 tra i più fluidi e piacevoli da utilizzare. Ci si può fare davvero di tutto, e non si avranno mai e poi mai rallentamenti.
Rispetto ai fratelli maggiori Google Pixel 9a scalda un pochino in più, per via delle dimensioni più ridotte, ma tutto sommato anche in quanto a gestione delle temperature non abbiamo rilevato particolari anomalie rispetto a quanto visto con gli altri modelli della serie.
Ecco la scheda tecnica completa di Google Pixel 9a:
- Dimensioni di 154,7 x 73,3 x 8,9 mm per un peso di 185,9 grammi
- Certificazione IP68
- Display OLED Actua da 6,3″ Full HD+ (2.424 x 1.080 pixel) in 20:9, con refresh rate a 120 Hz e luminosità fino a 2.700 nit di picco, vetro protettivo Gorilla Glass 3
- Lettore d’impronte ottico sotto il display
- Raffreddamento passivo
- SoC Google Tensor G4 a 4 nm Samsung
- CPU a 9 core (1 x Cortex-X4 a 3,1 GHz + 3 Cortex-A720 a 2,6 GHz + 4 Cortex-A520 a 1,92 GHz)
- GPU Mali-G715 MP7
- 8 GB di RAM LPDDR5X
- 128/256 GB di memoria UFS 3.1 non espandibile
- Batteria da 5.100 mAh con ricarica rapida da 23W e wireless da 7,5W (Qi)
- Fotocamera da 48 + 13 MP (f/1.7-2.2) con Samsung ISOCELL GN8, OIS e ultra-wide IMX712 da 120°
- Selfie camera IMX712 da 13 MP (f/2.2)
- Supporto Dual SIM 5G, eSIM, Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3, NFC, GPS, USB-C 3.2, speaker stereo, chip Titan M2 (per la sicurezza)
- Sistema operativo Android 15 (con 7 anni di aggiornamenti Android e sicurezza).
Tornando ad argomenti più “umani”, dando per scontato che tutte queste differenze di cui ho parlato si riscontrano perlopiù solo nei benchmark e non nell’utilizzo quotidiano, l’audio in capsula di Google Pixel 9a è da primo della classe, così come la connettività alle reti WiFi 7 e l’audio stereo. Ottimo il sistema di feedback aptico che in questa generazione è migliorato tantissimo, bene ma non benissimo la ricezione del segnale cellulare: lo smartphone utilizza lo stesso modem visto nel Pixel 8a (cioè l’Exynos 5300) e non quello utilizzato nei modelli top di gamma (Exynos 5400), il che potrebbe farlo andare in difficoltà in alcune zone in cui il segnale cellulare è molto basso. Ma è un problema davvero poco evidente.
Fotocamere
Tante novità lato fotocamere. Novità che, sia chiaro, non vanno a migliorare la qualità fotografica rispetto alla generazione precedente e sono state pensate perlopiù per esigenze di design, ma al contempo non vanno a peggiorare la qualità fotografica. Il sensore è un Isocell GN8 da 50 megapixel ma, per far sì di montare lenti più sottili, piccole e avere una dimensione più contenuta del camera bump, Google in realtà ha deciso di sfruttarne solo una dimensione di 1/2” effettuando quindi un cross a 48 megapixel. Nulla di nuovo nella fotocamera frontale e l’ultra-wide, che continuano ad essere identiche a quelle viste su 8a e 7a.
Nonostante la dimensione sia inferiore però, si tratta di un sensore dual pixel molto più veloce nella messa a fuoco rispetto alla generazione precedente e ora la fotocamera principale può gestire foto simil-macro, per la prima volta in una serie A.
Detto questo, il punto è molto semplice: nei Pixel i sensori contano davvero poco. Il ponte dallo scatto alla realizzazione dell’immagine è sempre l’ottima Google Camera, ed anche nel caso del Pixel 9a le cose non cambiano. Se si affiancassero foto fatte con il nuovo smartphone a quelle fatte con l’8a, non si noterebbe alcuna differenza neanche con i crop più spinti.
Le immagini risultano molto più realistiche rispetto alla stragrande maggioranza dei medio gamma, in quanto a saturazione e tonalità, e si contraddistinguono per una migliore gestione dei chiaroscuri e per un HDR davvero buono.
Ed è così anche quando si vanno a scattare fotografie notturne, condizione in cui il gap qualitativo tra il sensore principale e quello secondario si fa notare leggermente di più, ma allo stesso modo il piccolino di casa Google riesce a garantire immagini molto più naturali rispetto alla generazione precedente, con un’ottima gestione della gamma dinamica ed una velocità di elaborazione da top di gamma.
Buoni i video, che godono di un’ottima stabilizzazione ottica ed elettronica, e che possono essere registrati sfruttando le ormai tipiche e molteplici modalità di stabilizzazione possibili proprio grazie al Tensor (G3). Purtroppo però, qualora si volesse registrare in 4K a 60 fps, il tutto sarebbe limitato alla fotocamera principale: impostando questa risoluzione e framerate non si potrà proprio attivare l’ultrawide, che sarà disponibile solo scendendo da 30 fps.
Software
Lato software, invece, le novità sono nulle. In Italia continuano a non essere presenti Pixel Screenshot, Pixel Studio ed in linea di massima tutta l’esperienza utente è praticamente identica a quella che si trova in tutti gli altri smartphone della linea. Come tradizione continuano ad essere presenti i 7 anni di aggiornamenti e, così come avviene con i modelli flagship, anche Pixel 9a riceverà tutti i Pixel Drop del brand.
Ed è proprio questa a mio avviso l’arma vincente soprattutto per un medio gamma: in genere gli altri produttori Android tendono a integrare le novità solo con i major update (che in genere arrivano anche in ritardo rispetto ai top di gamma), mentre Google porta regolarmente novità software che non solo migliorano l’esperienza, ma la arricchiscono.
Batteria e ricarica
Come già detto, Pixel 9a integra una batteria ben più capiente rispetto alla generazione precedente e devo ammettere che con i suoi 5100 mAh mi aspettavo risultati eccezionali. In realtà, rispetto Pixel 8a cambia ben poco in termini di autonomia nuda e cruda e permette di arrivare a circa 6 ore di schermo acceso.
A cosa serve quindi una batteria più capiente? Probabilmente per l’IA che in parte viene eseguita in locale e, si sa, queste operazioni sono davvero energivore. La ricarica cablata è da 23 watt ed è presente la ricarica wireless.
Prezzo e considerazioni
Il prezzo di vendita del Google Pixel 9a è di 549,00 euro per la versione da 128 GB, che diventerebbero 649,00 euro per quella da 256 GB. Non aumenta il prezzo rispetto all’anno scorso, ed il punto è questo: e dovessimo valutare in maniera “sterile” la cifra richiesta per il piccolino di casa Google, diremmo che i 549 euro necessari per portarselo a casa sarebbero una cifra giusta, d’altronde ha le prestazioni di un top di gamma, al netto di qualche rinuncia hardware.
Ma il mercato è il mercato, ed effettivamente avrebbe molto più senso acquistare il piccolino di casa Pixel non al suo lancio ma dopo qualche mese, perché sono convinto che quando scenderà sotto i 500 euro inizierà davvero a macinare vendite. Prima, con il Pixel 9 che da Unieuro costa meno, non avrebbe senso.
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