Nothing parla di OWS (Open Wireless Stereo) ed in effetti ha anche brevettato un po’ di tecnologie utili per questa nuova tipologia di cuffia, ma mai era entrata direttamente nel mercato con un modello acquistabile. Ebbene, i nuovi Nothing Ear (open) sono le prime cuffie aperte dell’azienda, che si rivolgono a chi ha la necessità di ascoltare perfettamente l’ambiente circostante o a chi ha difficoltà ad indossare gli auricolari tradizionali, ed entrano direttamente in concorrenza con gli ottimi Huawei FreeClip (qui la recensione) o i Bose Ultra Open Earbuds.
Li stiamo provando da qualche tempo, e siamo pronti a raccontarvi i pro e i contro dei Nothing Ear (open).
Indice
ToggleRecensione Nothing Ear (open): comodità pura
Costruzione ed ergonomia
Partiamo subito da un presupposto: Nothing Ear (open) sono molto, molto diversi da auricolari come i Free Clip di Huawei. Sono ingombranti, la custodia di ricarica lo è a sua volta, ma sono estremamente comodi da indossare. Tutto ruota attorno ad un archetto rivestito in silicone mobile che non solo è flessibile il giusto ma è anche molto piacevole al tatto, alla cui estremità è stato posizionato un cilindro metallico che ne bilancia il peso.
Grazie alla forma con cui sono stati progettati, Nothing Ear (open) si posizionano correttamente ed in maniera immediata: il corpo dell’auricolare è inclinato di 50° rispetto all’orecchio ed il peso (di 8.1 grammi) è ben distribuito lungo tutta l’arcata. Insomma Nothing Ear (open) sono particolarmente comodi nonostante l’ingombro.
Anche in movimento e mentre si corre nei nostri test sono risultati ben saldi all’orecchio, ma la forma stessa degli auricolari ha richiesto un case piuttosto ingombrante: è molto lungo, ma è anche sottile ed entra senza alcun problema in ogni tasca. Va detto però, che data la sua particolare forma non risulterà comodo da portare con sé in qualsiasi contesto, ma è molto piacevole la zona superiore trasparente così come il mix generale di plastiche trasparenti e superfici opache tipico del brand.
Caratteristiche tecniche
È chiaro, quindi, che il design degli auricolari è pensato in modo da non bloccare il condotto uditivo e riuscire a sentire distintamente tutti i rumori ambientali e le persone. Non hanno quindi alcun sistema di cancellazione del rumore, che sarebbe tecnicamente impossibile ed effettivamente inutile, e l’audio è affudato a driver dinamici (da 14,2 mm, con rivestimento in titanio).
Sono certificate IP54 ed integrano anche un condotto di soppressione del suono che contribuisce a ridurre il rumore del vento che nei nostri test è sembrato piuttosto responsivo ed utile e supportano i codec SBC, AAC mentre si connettono allo smartphone tramite Bluetooth 5.3.
Purtroppo manca il play/pausa automatico, ma il sistema di controlli è davvero molto comodo. Funziona con lo stesso concetto di quello utilizzato nelle AirPods, e consiste nel premere tra due dita gli auricolari. Anche se si possono personalizzare, di default funzionano così:
- Clic: Play/Pausa;
- Doppio Clic: brano successivo;
- Triplo Clic: brano precedente;
- Clic prolungato: regola volume (sinistra abbassa, destra alza).
Qualità audio e chiamata
n quanto a qualità audio, è importante ricordarsi che stiamo parlando di auricolari molto diversi dai tipici TWS in-ear, come adesempio le Nothing ear (2) (qui la recensione). La gamma dinamica, il volume, ma anche l’effetto stereofonico sono tutta un’altra cosa.
Detto questo, i Nothing Ear (open) garantiscono un’ottima esperienza complessiva, soprattutto considerando che non si inseriscono nell’orecchio. L’audio è ricco di frequenze basse che, anche a volumi molto alti, non si disperdono quasi mai. Tuttavia, qualora si dovesse alzare il volume a valori superiori al 65/70%, le persone sedute accanto a voi potrebbero sentire parte del suono riprodotto.
Vero è però, che in linea del tutto generale l’audio dei Nothing Ear (open) tende un po’ di più alle frequenze medie e quelle alte, indipendentemente dalle impostazioni di riproduzione che si possono scegliere nell’app: il mio consiglio è quello di andare subito a modificare l’equalizzazione nell’applicazione di supporto, ma a questo ci arriveremo.
Ad ogni modo, supportano la connessione multidispositivo, e nel per testarne la qualità ho sentito circa 3 ore di brani ad alta risoluzione da Tidal: indipendentemente dal genere musicale i Nothing Ear (open) hanno sempre restituito un ottimo dettaglio sonoro. Poi è chiaro, la qualità audio è un valore molto soggettivo ma, personalmente, sono rimasto molto soddisfatto dagli auricolari di Huawei soprattutto perché non mi aspettavo una tale qualità da un dispositivo che lascia il condotto uditivo libero.
Il punto fondamentale di questi auricolari è però l’esperienza. Data la loro natura e considerando che il condotto uditivo sarà sempre totalmente libero, la riproduzione di brani musicali, podcast, film o serie TV ma anche delle telefonate sarà estremamente naturale. L’effetto stereofonico poi è davvero eccellente.
E proprio per quanto riguarda la qualità della chiamata, va fatta una precisazione: i microfoni riescono quasi sempre a fare bene, anche se non sono proprio impeccabili e potrebbe capitare che diano qualche problemino soprattutto in ambienti molto rumorosi. Supportano però la tecnologia Clear Voice, il che vuol dire che nella stragrande maggioranza dei casi la voce sarà sempre udibile.
App e funzionalità
I Nothing Ear (open) vengono gestite dall’ottima app Nothing che, nel tempo, è diventata una delle mie preferite nel mondo degli auricolari TWS. Ad ogni modo, tramite l’applicazione è possibile modificare le interazioni possibili tramite gli auricolari, oppure impostare l’avvio dell’assistente vocale tramite tre pressioni.
Tramite l’applicazione è anche possibile modificare l’equalizzazione (selezionando uno dei preset disponibili) e ritrovare gli auricolari, facendoli squillare. Va sottolineato però, che questa applicazione probabilmente ha il miglior equalizzatore attualmente disponibile su smartphone, ma la vera chicca è un’altra: l’integrazione con ChatGPT.
E mettere l’intelligenza artificiale in un paio di cuffie, è davvero un’idea eccezionale non solo perché poter interagire con l’IA tramite la voce e senza dover toccare nulla è molto comodo, ma perché rispetto ad un tipico assistente digitale come Google Assistant, Alexa o Siri, l’esperienza è molto più completa.
Autonomia della batteria
Ottima l’autonomia ed in linea con quanto dichiarato dal brand. Nei miei test sono riuscito ad utilizzare i Nothing Ear (open) per circa 8 ore con un’unica carica, mentre sfruttando anche la custodia si dovrebbe arrivare a 30 ore di autonomia.
Purtroppo però manca la ricarica wireless, ma la cosa buona è che è presente la ricarica veloce: 10 minuti di carica garantiscono circa 2 ore di ascolto. Niente male.
Prezzo di vendita e considerazioni
Nothing Ear (open) costano 149,00 euro. E sì, è un prezzo piuttosto elevato soprattutto considerando che chi acquista un auricolare “aperto” sicuramente poi avrà bisogno di acquistarne degli altri di tipo tradizionale, magari con cancellazione del rumore. Va detto però che i suo diretti concorrenti, cioè i FreeClip di Huawei, costano di più.
Ad ogni modo, qualora si avesse la necessità di utilizzare degli auricolari di questa tipologia, la proposta di Nothing è sicuramente tra le migliori in circolazione e, personalmente, la preferisco profondamente rispetto agli auricolari aperti di Bose. La qualità audio è molto buona per un dispositivo di questo tipo, ma ovviamente non ci si può aspettare un’isolamento sonoro e prestazioni al pari di un paio di TWS tradizionali.
Peccato per l’ingombro, soprattutto quello della custodia di ricarica, e per la mancanza di ricarica wireless: una funzionalità che, a in questa fascia di prezzo, ormai mi aspetto di trovare.
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