Recensione auricolari wireless Nothing ear (2): solito design trasparente, ma qualità rivoluzionata

Ci sono due motivi per i quali le Nothing ear (2) rappresentano un punto importante nella storia del brand: è ormai passato un anno e mezzo dal lancio della prima generazione dei TWS, ed il primo prodotto della nuova azienda di Carl Pei aveva stupito tutti per il suo design trasparente che poi, dopo qualche mese, abbiamo ritrovato nel Nothing phone 1 che (va detto) non inventava nulla ma di certo sapeva farsi notare per il suo design ed il rapporto qualità prezzo.

Allo stesso tempo però, dopo qualche mese di utilizzo sempre più persone hanno iniziato a sottolineare dei piccoli problemi relativi soprattutto alla connessione Bluetooth ballerina delle ear (1) e sono convinto che, a breve, del design trasparente che caratterizza i nuovi prodotti di Carl Pei inizierà a non importare più nulla a nessuno.

Insomma, è innegabile che il look trasparente dei prodotti Nothing continuerà ad essere una caratteristica distintiva, ma sarà un elemento già visto: con le ear (2) è arrivato il momento per il brand di mostrare agli utenti che “oltre il design c’è di più”. Ci saranno riusciti?

Recensione Nothing ear (2): oltre al design (finalmente) c’è di più

Design e materiali

Le Nothing ear (2) continuano a seguire la linea di design intrapresa con la prima generazione. Sebbene la forma e le dimensioni degli auricolari continuino a ricordare le AirPods Pro di Apple, gli elementi trasparenti, la serigrafia sull’asta, le scelte cromatiche e la presenza di un puntino colorato che serve ad distinguere l’auricolare destro da quello sinistro continuano a renderle uniche nel mercato, riconoscibili e assolutamente non troppo vistose.

C’è da dire poi che, essendo molto simili nella forma agli auricolari di Apple, anche la sensazione quando le si indossa è analoga: sono tra i TWS più comodi del mercato e grazie alle dimensioni compatte e alla leggerezza anche dopo molte ore di utilizzo non danno assolutamente fastidio.

E lo stesso discorso vale per il case di ricarica che è molto simile alla generazione precedente ed in sostanza continua ad avere tutti i pregi ed i difetti visti nella custodia delle Nothing ear (1). Ora, dal punto di vista estetico nulla da dire: è bianco, trasparente, curato nei minimi dettagli, realizzato con materiali di buona qualità ed ha una piccola serigrafia su una zone bianche. Buono anche il sistema magnetico che “aggancia” gli auricolari e che ne permette la chiusura, ma la sua forma troppo squadrata lo rende forse un po’ scomodo da portare ad esempio in tasca.

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Inoltre poi essendo trasparente tende a graffiarsi molto, molto facilmente ed è pur vero che le plastiche sono qualitativamente di un buon livello, ma guardandole nel dettaglio si nota che altre proposte nella stessa fascia di prezzo danno di più.

Gli auricolari sono certificati IP54, mentre la custodia è certificata IP65.

Qualità del suono e riduzione del rumore

Le novità più grandi delle Nothing ear (2) in realtà si nascondono al loro interno. Parto subito con il sottolineare che, nononstante stiamo provando i sample con una versione beta dell’app di supporto e con un firmware ancora non definitivo, con le Nothing ear (2) sono stati risolti tutti quei problemi di disconnessione improvvisa che alcuni utenti hanno riscontrato con la prima generazione: le ho utilizzate praticamente con qualsiasi dispositivo possibile, ed indifferentemente che fossero connesse ad un Samsung Galaxy S23 Ultra (qui la recensione), un iPhone o un MacBook Pro, la stabilità è sempre stata al massimo.

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Cambia poi profondamente la struttura sonora negli auricolari. Ogni auricolare è dotato di un driver personalizzato da 11,6 millimetri ed il nuovo design interno a doppia camera migliora sensibilmente la qualità complessiva del suono, se paragonata alla generazione precedente. Nothing ear (2) poi sono anche certificate Hi-Res Audio e sono compatibili con la tecnologia LHDC 5.0.

E sono tutte migliorie più che tangibili, che chiunque abbia utilizzato la prima generazione dei TWS di Carl Pei noterà sin dal primo ascolto: l dettaglio e la dinamica sono ottimi, il suono ha quel non so che di “naturale” e garantiscono un ottimo senso di profondità.

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I bassi sono ben definiti, bilanciati al punto giusto e per niente predominanti ed indipendentemente dal genere musicale che si sta ascoltando, la separazione degli strumenti è netta: il palcoscenico sonoro è molto più ampio di quello che caratterizzava la generazione precedente ed è promosso a pieni voti, soprattutto considerando la fascia di prezzo in cui si vanno a posizionare questi TWS.

Migliora anche la cancellazione del rumore che, con l’ultimo firmware che abbiamo ricevuto in preview, si comporta davvero bene. Seppure non sia paragonabile ai livelli di silenzio che si otterrebbero con delle AirPods Pro o con le top di gamma di Sony, l’ANC delle Nothing ear (2) è migliorato tantissimo rispetto alla generazione precedente ed è attivabile anche in una nuova modalità “personalizzabile”.

Arriva fino a 40 dB e può esser utilizzata sfruttando due nuove funzionalità: la cancellazione attiva del rumore personalizzata, adattata all’esatta forma dell’orecchio dell’utente, e alla Adaptive Mode, che regola automaticamente il livello di riduzione del rumore in base all’ambiente circostante.

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Ciò che ancora mi lascia perplesso è la modalità Trasparenza, che continua ad essere un filino sotto l’ottimo effetto che si ottiene con le AirPods Pro: attivandola, le Nothing ear (2) continuano a riprodurre i rumori esterni con un effetto un po’ “ovattato” e metallico, ancora piuttosto distante dalla naturalezza degli auricolari Apple, e quando c’è vento il posizionamento dei microfoni tende a generare i soliti fruscii derivanti dal contatto con l’aria. Peccato.

L’audio in chiamata è ottimo, ed entrambi gli interlocutori riescono a sentirsi senza alcun problema anche in ambienti rumorosi: la cancellazione del rumore in chiamata fa un egregio lavoro, eliminando la gran parte degli elementi sonori di disturbo.

Funzioni, app e controlli

I Nothing ear (2) vengono gestite dall’ottima app Nothing X che, nel tempo, è diventata una delle mie preferite nel mondo degli auricolari TWS. Ad ogni modo, oltre alla gestione della cancellazione del rumore, tramite l’applicazione è possibile modificare le interazioni possibili tramite gli steli, oppure impostare l’avvio dell’assistente vocale tramite tre pressioni: sono disponibili Google Assistant o Alexa, e la risposta è praticamente immediata. Non manca l’in ear detection, ossia il sistema che manda automaticamente in pausa la musica quando rimuoviamo un auricolare dall’orecchio.

Tramite l’applicazione è anche possibile modificare l’equalizzazione (selezionando uno dei preset disponibili) e ritrovare gli auricolari, facendoli squillare, ma la funzionalità che più mi ha stupito per la sua reale incisività è quella relativa al profilo audio personalizzato: tramite un test dell’udito che verrà effettuato prima su entrambe le orecchie, poi singolarmente a destra e sinistra Nothing ear (2) sono in grado di generare un profilo di equalizzazione su misura per il proprio utilizzatore, che potrà a sua volta essere personalizzato su tre livelli differenti. E, credetemi, una volta effettuato il test l’audio riprodotto da questi TWS migliorerà sensibilmente.

Cambiano poi le modalità di controllo: se nella generazione precedente tutti i controlli su riproduzione e cancellazione del rumore avvenivano tramite degli swipe sugli steli, con Nothing ear (2) ora avvengono tramite una pressione in uno stile molto simile a quello delle AirPods Pro e con la medesima comodità e reattività.

Integrano il Bluetooth 5.2, supportando Google Fast Pair sui dispositivi Android e Microsoft Swift Pair sui dispositivi Windows, e supportano finalmente la tecnologia Dual Connection, che consente agli utenti di connettersi a due dispositivi contemporaneamente e di passare senza problemi dalla riproduzione di musica alla ricezione di chiamate: se si sta ascoltando la musica sul proprio pc e si riceve una chiamata sul telefono, i Nothing ear (2) avvisano automaticamente della chiamata in arrivo.

Autonomia e ricarica

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Nulla da dire sull’autonomia della batteria. Nei miei test ho ottenuto dei risultati migliori rispetto a quelli delle AirPods Pro, quasi 35 ore di riproduzione musicale con l’ANC disattivato e sfruttando la ricarica del case che, tra l’altro, è veloce e garantisce circa 7 ore con 10 minuti e supporta la ricarica wireless a 2.5w.

Prezzo di vendita e conclusioni

Nothing ear (2) hanno un prezzo di 149 euro, e sono disponibili (per ora) solo nella colorazione bianca. E dobbiamo ammetterlo: a differenza di quanto successe con la generazione precedente, è difficile trovare dei difetti tangibili su questi auricolari e forse l’unico neo che ho trovato è relativo all’effetto trasparenza che ha ancora tanti margini di miglioramento, ma hanno una buona qualità audio, molto spaziale, permettono la gestione del volume con le gesture e sono anche molto comodi da utilizzare.

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Insomma, fa strano dirlo, ma i Nothing ear (2) non solo sono i migliori auricolari mai prodotti dall’azienda, ma tra i migliori auricolari true wireless attualmente in vendita. Insomma, il brand ha ascoltato le critiche fatte dagli utenti con la prima generazione ed è riuscito a risolverli (quasi) tutti.


N.B. Se non doveste visualizzare il box con codice o il link all’acquisto, vi consigliamo di disabilitare l’AdBlock.

RASSEGNA PANORAMICA
Confezione
Design e materiali
Qualità audio
Cancellazione del rumore
Effetto trasparenza
App
Batteria e ricarica
Prezzo
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Dario Caliendo
Nel mondo della tecnologia dal lontano 2007, ingegnere informatico di formazione, condivide la sua passione per il tech con quella per gli animali e per la buona cucina. Crede che la tecnologia debba essere sempre alla portata di tutti, e per questo ama spiegarla nel modo più semplice e chiaro possibile. Le recensioni sono il suo pane quotidiano.
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