Aggiornamento 17/10: Google ha fatto nuovamente ricorso con la decisione del giudice per provare a fermare i cambiamenti previsti per il Play Store fino a quando il processo non sarà terminato. Trovate tutte le informazioni all’interno dell’articolo.
Dopo aver cambiato per sempre l’ecosistema di Apple (in collaborazione con l’Unione Europea), Epic Games si sta apprestando a fare lo stesso con il Play Store di Google. La battaglia legale tra i due colossi statunitensi, infatti, è arrivata ad un primo grado di giudizio che vede la compagnia di Big G uscire sconfitta su tutti i fronti. Il Play Store, quindi, potrebbe cambiare per sempre (e probabilmente in meglio).
Google dovrà aprire il Play Store all’arrivo degli store di terze parti
Il giudice James Donato ha emesso in questi giorni il verdetto finale sulla battaglia legale tra Epic Games e Google, con un giudizio che vedrà il Play Store cambiare totalmente per almeno tre anni. La vittoria di Epic Games, infatti, sancirà un’apertura verso le terze parti senza precedenti per lo store di Big G, un po’ come successo per l’App Store di Apple.
Google, dal 1 novembre 2024 al 1 novembre 2027, dovrà:
- Accogliere nel Play Store anche gli store di terze parti, a cui sarà concesso di accedere al catalogo completo delle app presenti nello store di Google
- Smettere di richiedere Google Play Billings per le app distribuite tramite il Play Store
- Permettere agli sviluppatori di informare gli utenti sui metodi di pagamenti alternativi
- Permettere agli sviluppatori di avere dei link che permettano di scaricare l’app al di fuori del Play Store
- Permettere agli sviluppatori di decidere il prezzo delle loro app senza considerare Play Billing
Google, inoltre, non potrà:
- Condividere i guadagni delle app con altre persone o entità
- Offrire agli sviluppatori soldi o vantaggi affinché lancino le loro app in esclusiva (permanente o temporale) sul Play Store
- Offrire agli sviluppatori soldi o vantaggi affinché non lancino le loro app su altri store
- Offrire a produttori e operatori soldi o vantaggi affinché pre-installino il Play Store sui dispositivi
- Offrire a produttori e operatori soldi o vantaggi affinché non pre-installino store alternativi sui dispositivi
Google, però, nella giornata del 11 ottobre ha ufficialmente fatto ricorso contro le decisioni del giudice. “Come abbiamo già affermato, queste modifiche metterebbero a rischio la privacy e la sicurezza dei consumatori, renderebbero più difficile per gli sviluppatori promuovere le loro app e ridurrebbero la concorrenza sui dispositivi” ha dichiarato Lee-Anne Mulholland di Google in post sul blog ufficiale, che ha poi aggiunto: “In definitiva, mentre queste modifiche presumibilmente soddisfano Epic, causeranno una serie di conseguenze indesiderate che danneggeranno i consumatori americani, gli sviluppatori e i produttori di dispositivi“. La battaglia legale, quindi, è molto lontana dall’essersi conclusa definitivamente.
Aggiornamento 17/10: Google prova a mettere “in pausa” i provvedimenti del giudice
Con un nuovo ricorso al 9th Circuit Court of Appeals statunitense, Google sta provando a bloccare l’entrata in vigore dei cambiamenti necessari per il Play Store fino a quando il processo legale non sarà arrivato al termine. Secondo gli avvocati della compagnia di Mountain View, infatti, ci sarebbero diverse motivazioni per cui il verdetto non potrebbe essere accolto.
- Il tribunale distrettuale avrebbe commesso molteplici errori legali consentendo a Epic di escludere Apple dall’analisi
- Il tribunale distrettuale non sarebbe d’accordo con gli altri circuiti su gravi questioni legali che presentano sostanziali questioni di appello
- L’ingiunzione renderebbe la Corte e il suo Comitato Tecnico pianificatori centrali per divieti vaghi
- L’ingiunzione violerebbe i limiti giuridici fondamentali dell’autorità correttiva
- Epic non sarebbe riuscita a dimostrare la legittimità dell’articolo III
La palla, quindi, adesso passerà alla Corte d’appello che dovrà decidere se concedere a Google la sospensione oppure se i cambiamenti saranno necessari già dal 1 novembre 2024.
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