L’intelligenza artificiale generativa è uno strumento molto potente, il cui abuso però potrebbe portare a gravi conseguenze, soprattutto nel settore business. La maggiore preoccupazione, infatti, riguarda proprio la privacy e le informazioni sensibili che diamo in pasto ai chatbot: per questo motivo sempre più aziende, come per esempio anche Amazon, hanno deciso di vietarne l’uso a lavoro.
Amazon vieta ai dipendenti di utilizzare l’AI generativa sul posto di lavoro
In una serie di documenti interni ottenuti da Business Insider, i dirigenti di Amazon vietano esplicitamente ai dipendenti di non utilizzare per il proprio lavoro chatbot e AI generative di terze parti. Il motivo, ovviamente, riguarda la privacy: vengono menzionate, infatti, soprattutto le informazioni sensibili di cui non si ha certezza che rimangano segrete e non accessibili agli sviluppatori.
“Anche se potremmo trovarci a utilizzare gli strumenti GenAl, soprattutto quando sembra semplificarci la vita, dovremmo essere sicuri di non utilizzarli per lavori riservati su Amazon“, si legge in una recente mail inviata ai dipendenti. “Non condividere dati riservati di Amazon, clienti o dipendenti quando utilizzi strumenti GenAl di terze parti. In genere, i dati riservati sono dati che non sono disponibili pubblicamente.“
Quello della privacy, soprattutto nel settore business, è un problema da non sottovalutare e sembra saperlo davvero bene Amazon.
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