Recensione XIAOMI Redmi Note 13 Pro 5G: MIGLIORA TANTO, ma (per ora) niente HyperOS

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Freschi freschi di presentazione italiana sono i nuovi dispositivi della serie Note di Redmi, sub brand di Xiaomi che ormai abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare con le decine di smartphone lanciati nel corso del solo 2023, per certi versi anche troppi. Smartphone che hanno generato sicuramente tanta confusione tra gli utenti con nomi molto simili e caratteristiche altrettanto somiglianti su molti smartphone, ma la realtà è anche che le vendite registrate sono state molto alte, a conferma del buon lavoro che Xiaomi sta facendo a livello internazionale.

I primi modelli di questo 2024 appena cominciato sono il nuovo Redmi Note 13, Note 13 Pro e Note 13 Pro+: il primo a finire tra le nostre mani è il modello intermedio, il Note 13 Pro 5G, uno smartphone davvero interessante sotto tanti fronti che non stravolge le carte in tavola rispetto lo scorso anno, ma apporta delle piccole migliorie che piaceranno a molti.

Recensione XIAOMI Redmi Note 13 Pro 5G

Design e materiali

Se lo scorso anno con il Note 12 Pro ero stato un po’ critico sul design sì Premium, ma con alcune pecche come il trattamento lucido della parte posteriore, quest’anno con il Redmi Note 13 Pro sarò sicuramente più gentile: a mio parere è un smartphone dal design davvero curato, e anche le colorazioni lanciate dal brand cinese sono sicuramente più ricercate rispetto le tradizionali, in primis la mia Ocean Teal che è una sorta di verde acqua, ma anche la Aurora Purple, che regala dei bei giochi di luce. Naturalmente sempre presente anche la versione nera per gli utenti più tradizionalisti che non hanno voglia di azzardare.

Scherzi a parte, il Note 13 Pro 5G di Redmi vanta una finitura premium in vetro che fa un lavoro buono nel catturare lo sporco e le antiestetiche impronte digitali sul retro; forse Xiaomi avrebbe potuto ottimizzare ancora meglio questo aspetto, ma forse mi rendo conto di essere troppo esigente. Inoltre, c’è solo una scritta Redmi nell’angolo in basso a sinistra, niente dettagli troppo pacchiani a rovinarne l’estetica.

Ciò che sicuramente non passa inosservato è il camera bump, sempre sul retro. Le due lenti installate sono piuttosto grandi, ma soprattutto molto più sporgenti rispetto la norma: tanto per rendervi l’idea, le lenti sporgono più di quelle presenti sul mio iPhone 15 Pro, ma se decideste di utilizzare lo smartphone con una cover, questo dettaglio potrebbe sicuramente passare in secondo piano. Le sue dimensioni sono pari a 161.2 x 74.3 x 8 mm ed il peso è di 187 grammi: così come ho detto lo scorso anno, anche in questa generazione non trovo miglioramenti in termini di manovrabilità ed utilizzo dello smartphone. Nonostante le dimensioni siano leggermente più compatte, nell’ordine di 2-3mm si intende, lo smartphone rimane a mio parere sempre spigoloso e poco pratico da maneggiare senza cover, motivo per cui vi consiglio fortemente di usare quella in silicone presente nel box di vendita.

Miglioramento rispetto lo scorso anno, invece, sul fronte certificazioni dal momento che qui otteniamo quella IP54. In termini di tasti e predisposizioni, invece, sono molto felice di notare negli smartphone di Xiaomi ancora il jack fisico da 3.5mm per le cuffie collocato in alto, insieme al radar infrarossi, microfono e speaker secondari. In basso, invece, c’è lo speaker principale insieme al connettore USB-C, il microfono e lo slot Dual-Sim. I tasti volume e accensione sono entrambi collocati sul lato destro.

Display

Il Redmi Note 13 Pro sfoggia un fantastico display OLED da 6,67 pollici 1,5K (2712 x 1220p) con un rapporto schermo-corpo del 94% e una densità di pixel di 446 ppi. Supporta il refresh rate dinamico (30Hz/60Hz/90Hz/120Hz), Dolby Vision e HDR10+. Rispetto il modello dello scorso anno, già a primo impatto e evidente il grande lavoro di ottimizzazione delle cornici intorno al display, notevolmente più sottili lungo tutti e quattro i lati, che fanno registrare in percentuale un aumento del 3.4% della superficie di schermo.

Senza girarci troppo intorno, vi dico chiaramente (e come al solito) che anche questo Xiaomi è un ottimo dispositivo per godersi contenuti multimediali per diverse ore senza affaticare gli occhi, inoltre i colori delle immagini sono ottimi; guardare un film sul grande schermo del Redmi Note 13 Pro è un’esperienza piacevole, ma d’altronde non faccio che ripeterlo da anni quanto io mi reputi soddisfatto dai display di Xiaomi, in praticamente tutte quante le fasce di mercato. Altro dato di fatto, che non ha bisogno di tante presentazioni, è la luminosità di picco ottenuta, pari a circa 1800 nits, praticamente circa il doppio della scorsa generazione.

Questo schermo, inoltre, dispone di un sensore di impronte digitali integrato nel display, che funziona bene a patto che il dito sia asciutto e pulito. A proposito di sensori, quello di prossimità ritorna ad essere virtuale su questa generazione: al momento in cui ho provato questo smartphone, non ho riscontrato difficoltà, ma in questo caso sarebbe necessario verificare sul lungo periodo, e non con uno smartphone appena spacchettato.

Hardware e prestazioni

L’altra grande novità non poteva che risiedere nel comparto hardware di questo smartphone, che come gli altri dispositivi introdotti dai competitor, sfoggia una nuova generazione di processori. Questo, nello specifico, è alimentato dal chipset Snapdragon 7s Gen 2 a 4 nm (con 4 core Cortex-A78 a 2,4 GHz + 4 core Cortex-A55 a 1,95 GHz), GPU Adreno 710, 8 GB/12 GB di RAM LPDDR4X e 256GB/512 GB di storage (UFS 2.2, ahimè).

Questo rappresenta un significativo passo avanti rispetto al suo predecessore, il Redmi Note 12 Pro, che montava un processore Dimensity 1080 a 6 nanometri; la nuova architettura più piccola della CPU contribuisce a un notevole miglioramento delle prestazioni complessive, evidente soprattutto nei vari benchmark effettuati sullo smartphone.

Mettendo in secondo piano i benchmark ed i numeri, il dispositivo nel complesso è performante e non presenta troppe incertezze. Devo ammettere di aver riscontrato qualche piccolo lag nell’interfaccia e alcuni blocchi sporadici durante i giorni di test, anche se tuttavia, attribuirei queste problematiche più alla consueta MIUI che all’hardware, perchè poi nelle varie applicazioni e nei giochi anche più pesanti lui funziona decisamente bene, senza cali di frame o blocchi di alcun tipo.

A livello di connettività il Redmi Note 13 Pro supporta le reti 5G con velocità di download massima fissata a 2.9Gb/s, il Wi-Fi ac. Bluetooth 5.2 ed ovviamente tutti i servizi GPS, e l’NFC per i pagamenti cardless.

Software

Nonostante sia giunta alla versione 14, sembra che la MIUI stenti ancora a esprimere appieno il suo potenziale. Il sistema operativo è basato su Android 13, e tanto per cambiare viene fornito con un gran numero di app preinstallate, alcune utili, altre decisamente meno. Oltre alle applicazioni della suite di Google, che già da sole sono più di una decina, sono presenti anche Facebook, Amazon, Spotify, Snapchat e una decina di giochi, che a molti potrebbero non tornare utili.

La cosa positiva, però, è che l’azienda cinese ha confermato che il dispositivo riceverà tre importanti aggiornamenti di Android (fino al 2026 con Android e fino al 2027 per le patch di sicurezza) e sarà presto aggiornato con l’ultima Xiaomi HyperOS basata su Android 14, che francamente spero vada a migliorare tutte le incertezze di cui la MIUI è colpevole sulla totalità degli smartphone Xiaomi. Per le restanti funzionalità software non mi dilungherei più di tanto, in quanto si tratta del solito software di Xiaomi già visto e rivisto. A livello di certificazioni, ad ogni modo, sono presenti i DRM Widevine L1.

Fotocamera

Quanto alle funzionalità della tripla fotocamera, numericamente parlando si registra un notevole aumento in termini di Megapixel, ma praticamente, invece, solo un leggero miglioramento nella qualità. Il sorprendente obiettivo principale da 200MP, dotato di apertura f/1.65, rende quasi insignificante la fotocamera da 50MP del predecessore: in questo caso il sensore non è più prodotto da Sony, ma è un Samsung HP3, di fascia sicuramente alta.

La lente Ultra-Wide, per continuare, è da 8MP ed offre un campo visivo di 120 gradi, mentre quella di profondità con apertura f/2.4 è da 2MP, come consuetudine. La selfie camera, invece, mantiene i 16MP come lo scorso anno, con apertura f/2.5.

Tecnicismi a parte, la fotocamera primaria da 200MP mi ha convinto in quasi tutti i contesti: lei non ci mette mai di fronte a compromessi, e non bisogna scendere troppo a patti per ottenere delle fotografie di buona qualità. Di giorno se la cava bene, le foto hanno sempre una buona calibrazione dei colori, ed un buon livello di dettaglio, anche in crop; di sera la lente mantiene lo stesso livello di affidabilità, gestendo bene le luci, e assicurando pochissimo rumore negli scatti.

Anche le foto scattate in modalità ritratto mi sono piaciute: è evidente il gran lavoro software fatto da Xiaomi sul miglioramento degli scatti, perchè come al solito nella fase successiva alla cattura della foto, lo smartphone impiega qualche secondo per elaborare il file finale. Il risultato, ad ogni modo, è decisamente promosso.

La lente ultra-wide, invece, migliora ma ancora non è perfetta: bene i colori che sono molto simili alla lente principale, il che non fa sentire moltissimo il distacco, che invece si percepisce a livello di definizione e rumore. D’altra parte, una lente da 8MP al giorno d’oggi è un po’ limitante, soprattutto con la netta evoluzione dei sensori principali: ad ogni modo non voglio spaventarvi o fare del terrorismo intorno a questa lente, che ok, non è perfetta, ma potrebbe non crearvi troppi problemi nell’uso di ogni giorno.

Molto bene i selfie di giorno, un po’ meno di sera o comunque con luci artificiali, dove la definizione delle immagini scende, seppur i colori rimangano sempre ben calibrati. Bene i video che possono essere registrati in 4K 30fps, anche se la stabilizzaizone elettronica si può avere solo in FullHD 30 fps; anche senza stabilizzazione i video sono piuttosto stabili, molto bene la qualità, un po’ meno la messa a fuoco automatica che è piuttosto pigra, a differenza di quella manuale che è praticamente istantanea.

Autonomia

Il nuovo Redmi Note 13 Pro è dotato di una batteria da 5.100 mAh con caricatore da 67W già incluso in confezione; con un utilizzo normale, non troppo intenso, lo smartphone arriva senza problemi e difficoltà praticamente a due giorni interi di utilizzo. Per gli utenti più esigenti che fanno, invece, un utilizzo più intenso dello smartphone, una giornata intera con circa il 20/25% residuo è il massimo che si può raggiungere.

In termini di velocità di ricarica, invece, in soli 15 minuti si può ricaricare il telefono dallo zero al 50 percento, mentre in circa 40 minuti si può raggiungere il 100%.

Prezzo e considerazioni

Nonostante la sua uscita sul mercato ufficiale risalga a pochissimi giorni fa, lo street price di questo Xiaomi Redmi Note 13 Pro è già sceso e si attesta, al momento, a circa 350-400 euro, cifra che oscilla a seconda del taglio di memoria a cui si ambisce. Quest’anno l’asticella dei prezzi sembra essere rimasta stabile in alcuni casi, e addirittura ha registrato dei ribassi su alcuni modelli; il dato di fatto, però, è che al giorno d’oggi per acquistare uno smartphone versatile e di alta qualità, è necessario essere disposti a investire almeno 3-400 euro.

Questo smartphone si distingue per un design certamente accattivante, un display di prima categoria ed un hardware all’avanguardia che potrebbe darvi soddisfazione per almeno 2-3 anni senza problemi. A 300 euro, cifra che sicuramente verrà raggiunta entro qualche mese dalle varie offerte, questo può essere certamente un acquisto consigliabile.

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Ultimo aggiornamento il 26/04/2024 11:52