Da quando è disponibile pubblicamente, ChatGPT ha sollevato numerose preoccupazioni, una su tutte la più che concreta possibilità che venga utilizzato nelle scuole da studenti che in pochi secondi si ritrovano la possibilità di barare in compiti e verifiche. Nonostante ciò, uno degli obiettivi che si è posto il team di OpenAI è proprio quello di portare il suo famigerato chatbot nei complessi scolastici.
OpenAI vuole portare il suo chatbot ChatGPT all’interno delle scuole nel mondo
Lo ha annunciato Brad Lightcap, direttore operativo di OpenAI, in occasione di una recente conferenza tenutasi a San Francisco. A tale scopo, l’azienda ha manifestato la volontà di creare una divisione dedicata all’esplorazione di applicazioni educative per l’impiego di ChatGPT. Come affermato da Lightcap, “la maggior parte degli insegnanti sta cercando di trovare modi per incorporarlo nel curriculum e nel modo in cui insegnano. Noi di OpenAI stiamo cercando di aiutarli a riflettere sul problema e probabilmente l’anno prossimo istituiremo un team con l’unico intento di farlo“.
Grazie alla potenza fatta di miliardi di parametri del modello LLM GPT, ChatGPT è in grado di generare in pochi secondi testi, romanzi, saggi, poesie e persino preparare tesine, risolvere compiti scientifici e in generale facilitare la vita al corpo scolastico, nel bene e nel male. Per testarne le capacità in questo ambito, per esempio, chiesi a ChatGPT di scrivere il tema della Maturità 2023: vedere per credere.
Per combattere le suddette preoccupazioni, OpenAI “sta collaborando con gli educatori di tutto il paese per informarli delle capacità di ChatGPT e del nostro lavoro in corso per migliorarlo. Si tratta di una conversazione importante da tenere affinché siano consapevoli dei potenziali benefici e dell’uso improprio dell’intelligenza artificiale, e così comprendano come potrebbero applicarla alle loro classi“.
Secondo Andrew Mayne, ex dipendente di OpenAI, gli impieghi di ChatGPT nelle scuole potrebbero essere molteplici: sia per gli studenti, che potrebbero avere un tutor personalizzato per assecondare il proprio stile di apprendimento, che per gli insegnati, che potrebbe essere supportati nella stesura di lezioni ed esercizi; ha poi aggiunto: “Gli studenti hanno paura di fare domande in classe, ma ChatGPT non ti giudica“, seppur rimangano tutte le problematiche di privacy che comporterebbe il trattamento dei dati di minori.
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