Aggiornamento 20/11: nelle scorse ore era emersa la possibilità che Sam Altman potesse tornare a capo di OpenAI in un colpo di coda clamoroso. Il consiglio tuttavia, sembra aver escluso questa possibilità anche dopo numerosi colloqui con i partner commerciali. Trovate tutti gli aggiornamenti direttamente nell’articolo.
In una serata particolarmente movimentata, il mondo dell’intelligenza artificiale ha ricevuto uno scossone non da poco, fatto di licenziamenti ed abbandoni nella compagnia che ha dato il via quasi un anno fa alla rivoluzione dell’AI. OpenAI, infatti, ha annunciato di aver licenziato il suo storico CEO Sam Altman, in una mossa che potrebbe compromettere anche i tantissimi accordi commerciali siglati grazie a questa iconica figura.
Sam Altman licenziato da OpenAI, lascia anche il co-fondatore Greg Brockman
Con un comunicato stampa in un freddo venerdì di novembre, OpenAI ha silurato il suo CEO, dopo un’indagine del consiglio di amministrazione che avrebbe evidenziato dei comportamenti poco “candidi” da parte di Sam Altman. Il post sul blog ufficiale non aggiunge altri dettagli alla situazione, se non che Mira Murati, l’attuale CTO, verrà appuntato come CEO ad-interim.
Il comunicato ha scosso l’intero mondo dell’intelligenza artificiale e quello tecnologico, tanto da costringere Microsoft (uno dei partner più forti di OpenAI) a rilasciare un comunicato stampa con le parole del CEO Satya Nadella che ribadisce l’impegno con OpenAI e la fiducia in Murati.
Scosso dalla notizia, tuttavia, anche lo storico co-fondatore Greg Brockman ha deciso di abbandonare OpenAI, rassegnando le dimissioni e citando proprio il licenziamento del CEO come causa scatenante delle sue azioni. Una situazione davvero incredibile che sicuramente ci riserverà altri colpi di scena: speriamo non sia in pericolo il futuro di ChatGPT.
Aggiornamento 19/11: e se il CEO tornasse?
A quanto pare, il consiglio di amministrazione di OpenAI starebbe valutando assieme a Sam Altman il suo reintegro all’interno dell’azienda, nonostante quanto accaduto non molte ore fa. Lo riportano fonti vicine alla situazione, secondo cui la principale motivazione di questo dietrofront sarebbe la minaccia di dimissioni di massa da parte di una parte dei dipendenti.
Secondo quanto riferito, lo stesso Sam Altman starebbe valutando se tornare effettivamente in OpenAI, ritorno che avverrebbe solamente a patto di “cambiamenti significativi nella gestione” e le dimissioni da parte del CdA, in quanto la compagnia sarebbe “in caduta libera senza di lui“. E adesso si paventa l’ipotesi che Sam possa lasciare definitivamente l’azienda e tentare una nuova strada assieme a Brockman, consci anche del fatto che molti dipendenti OpenAI potrebbero lasciare l’attuale azienda per seguirli in una nuova realtà, come dimostra il fatto che in queste ore tre ricercatori senior di alto profilo si siano già dimessi.
Aggiornamento 20/11: escluso il ritorno di Sam Altman
Quello appena trascorso è stato un weekend lunghissimo per OpenAI, che ha dovuto fare i conti con un caos societario che ha visto il licenziamento di Sam Altman e l’abbandono di Greg Brockman. Il consiglio in seduta straordinaria ha vagliato tutte le ipotesi, includendo nei colloqui anche i partner commerciali di maggior spicco come Microsoft. Secondo le indiscrezioni, infatti, anche il CEO della compagnia di Redmond, Satya Nadella, avrebbe avuto dei confronti con il consiglio di amministrazione di OpenAI per cercare una soluzione ad una situazione che si fa sempre più calda.
Nonostante il grande affetto dei dipendenti per Sam Altman, sembrano non esserci più possibilità per il vecchio CEO di tornare in carica. Il licenziamento, quindi, è effettivo e il nuovo CEO ad-interim non sarebbe Mira Murati bensì il co-fondatore di Twitch Emmett Shear.
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