Il boom dell’intelligenza artificiale generativa ha colpo di sorpresa un po’ tutti, con le grandi aziende tech che da un giorno all’altro si sono accorte di dover rincorrere un leader inaspettato: OpenAI. I benefici che abbiamo saputo trarre da questo nuovo trend sono davvero innumerevoli, ma qualcuno è convinto che questa tecnologia abbia già raggiunto il suo limite e che ci sia il bisogno di passare ad altro. A pensarlo non è un uomo come tanti, bensì Bill Gates: lo storico fondatore di Microsoft.
L’AI generativa ha raggiunto il plateau: secondo Bill Gates bisogna andare avanti
In una recente intervista con il magazine tedesco Handelsblatt, Bill Gates è tornato a tessere le lodi dell’intelligenza artificiale generativa e in particolar modo quella nata grazie ad OpenAI. Secondo lo storico fondatore di Microsoft, tuttavia, la nuova versione GPT-5 non sarà molto più potente dell’attuale GPT-4, a causa del raggiungimento dei limiti di questo tipo di tecnologia.
“Ci sono motivi per credere si sia già raggiunto il plateau“, ha dichiarato Bill Gates, che dopotutto potrebbe non aver torto. Ad assecondare il discorso, infatti, è arrivato anche Sam Altman, attuale CEO di OpenAI (sopravvissuto agli avvicendamenti societari). I grandi modelli di linguaggio, infatti, vengono addestrati su un numero finito (seppur incrementale) di nozioni e concetti, oltre il quale non si può andare. Per questo motivo sarebbe necessario abbandonare questo tipo di addestramento per passare allo step successivo.
OpenAI, d’altronde, ci starebbe già lavorando: Q* infatti apparterrebbe proprio alla tipologia AGI (Intelligenza Artificiale Generale), in grado di ragionare, ricordare ed utilizzare la logica come fosse un essere umano. Con le sue dichiarazioni, quindi, Bill Gates potrebbe aver anticipato quella che sarà la prossima rivoluzione del settore.
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