A distanza di un mese dall’inizio della causa legale con Sonos, la diatriba si è conclusa positivamente per Google, e questo è una buona notizia per i possessori di speaker Nest (e non solo). Lo scorso settembre, Sonos aveva denunciato Big G per la presunta violazione di proprietà intellettuale su due dei suoi brevetti, con riferimento alla possibilità di raggruppare dispositivi smart.
Si conclude la causa con Sonos, gli speaker Google Nest riacquisiscono una feature
“Alla luce di una recente decisione legale, gli utenti non potranno più aggiungere a più di un gruppo i recenti dispositivi della linea Nest. I gruppi di altoparlanti già esistenti non avranno problemi“: questo era il messaggio pubblicato da Google sulla community Nest, sollevando il malcontento di tutti gli utenti interessati, che improvvisamente si ritrovavano impossibilitati da aggiungere dispositivi smart in più gruppi nella propria casa o ufficio. In Italia, il limite riguardava i seguenti prodotti:
- Nest Mini (2° Gen)
- Nest Audio
- Nest Hub (2° Gen)
- Nest Hub Max
- Nest Wi-Fi
- Chromecast con Google TV (4K/HD)
- Pixel Tablet (modalità Hub)
Cambio di programma, quindi, perché da qualche giorno Google ha annunciato che la situazione è stata ripristinata, e che questi prodotti potranno nuovamente far parte di più gruppi domotici. L’azienda non s’è lasciata scappare l’opportunità di levarsi un sassolino dalla scarpa, affermando che “Sonos porta avanti da anni una campagna fuorviante contro le funzionalità utili dei dispositivi e degli altoparlanti smart della famiglia Google Home”.