Lo scenario europeo nelle vendite di smartphone è tutt’altro che roseo: i dati ci dicono che, dopo il picco positivo raggiunto nel 2016, da allora le vendite sono costantemente calate scendendo fino ai minimi di 11 anni fa. Nello scorso Q2 si è toccato il picco negativo più basso mai registrato dal 2012, e gli analisti affermano che il 2023 si chiuderà ancora una volta in negativo con un calo del -13%. Fortunatamente per il settore, dal 2024 sono previste crescite costanti negli anni a venire, ma sarà comunque necessario frenare gli entusiasmi.
Il 2024 sarà l’anno della ripresa per le vendite di smartphone in Europa, ma sarà una crescita lenta
Le previsioni stilate dal team di Canalys comunicano un +7% nel 2024, pari a un complessivo di 132 milioni di smartphone spediti su scala globale. Questo grazie all’allentamento delle pressioni economiche e alla fisiologica necessità di cambiare telefono per alcuni utenti. “Le condizioni rimangono difficili per il mercato europeo, ma il calo dell’inflazione e il miglioramento dei livelli delle scorte hanno gettato i semi dell’ottimismo“, afferma Runar Bjørhovde di Canalys.
Soprattutto in Europa centrale e orientale, Italia compresa così come Spagna e Portogallo, dove la crescita dovrebbe ripartire a breve termine. In nazioni come Germania, Francia e in generale in Nord Europa, dove gli acquisti sopra gli 800$ sono superiori, se ne riparlerebbe invece nella seconda metà del 2024. Runar fa presente che “si sono aperte opportunità nella fascia sotto i 200$ poiché Samsung ha ridotto la priorità e molti altri stanno abbandonando il segmento perché sono alle prese con la redditività“; tuttavia, “c’è spazio solo per due o tre fornitori di successo poiché il segmento richiede economie di scala e una stretta collaborazione con il canale per avere successo”.
Guardando ancora più avanti nel tempo, Canalys prevede una crescita costante fino al 2027, anche se con numeri tutto sommato modesti. Rispetto alle 132 milioni di unità nel 2024, dal 2025 al 2027 si scenderebbe attorno alle 100/110 milioni di unità, per ritornare ai livelli del 2022 a fine 2027.
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