Il teardown di Huawei Mate 60 Pro svela il segreto del Kirin 9000S

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La presentazione di Huawei Mate 60 Pro è avvenuta in maniera tutt’altro che prevista, con un improvviso lancio dal basso profilo, senza tanti proclami, teaser o anticipazioni di nessun tipo. Lo smartphone è stato messo direttamente in vendita sullo store cinese, e se non bastasse la compagnia non ha in alcun modo parlato del Kirin 9000S. Per la prima volta dal 2020, HiSilicon è tornata operativa con la produzione del SoC della serie Mate 60, ma perché Huawei non ne sta parlando?

Huawei Mate 60 Pro e Kirin 9000S: ecco il primo teardown dello smartphone

In nostro parziale aiuto arriva il primo teardown di Huawei Mate 60 Pro. La prima cosa che si nota smontandolo è l’adozione di una grossa piastra in rame con camera d’aria per la dissipazione del calore, estesa per quasi tutta la scocca. Dietro a questa piastra c’è lo schermo, un pannello cinese BOE da 6,82″ Full HD+ con tecnologia LTPO da 1 a 120 Hz, protezione Kunlun Glass 2 e luminosità massima di 730 nits.

Da smontato si ha accesso ai sensori della fotocamera, e le notizie non sono entusiasmanti. Se negli anni passati la serie Mate rappresentava la culminazione degli sforzi tecnologici dell’azienda, non è questo il caso: il sensore principale ha le stesse dimensioni di quello di Mate 50 Pro (IMX766 da 1/1.56″) ed è quindi più piccolo di quello di P60 Pro/Art (IMX888 da 1/1.4″), mentre il teleobiettivo 3.5 ha un sensore persino più piccolo di Mate 50 Pro (OV64B da 1/2″), e probabilmente è lo stesso di Mate 50 RS.

Un altro mistero svelato dal teardown riguarda le memorie RAM e ROM, che adesso sappiamo essere prodotte dalla sud-coreana SK Hynix e soprattutto essere di tipo LPDDR5 e UFS 3.1. Fra l’altro, chi l’ha smontato segnala la presenza di strani segni col pennarello che nascondevano le sigle delle memorie.

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Nella scheda madre di Mate 60 Pro si cela il tanto discusso System-on-a-Chip, che sulla base delle informazioni finora raccolte dovrebbe chiamarsi Kirin 9000S. Parlo al condizionale perché sul SoC non c’è il nome commerciale bensì la sigla HiSilicon Hi36A0: una rapida ricerca ci permette di scoprire che è la stessa del Kirin 9000 dentro a Mate 40, Mate X2 e P50.

Non si tratta però dello stesso identico chip: sul Kirin 9000 la dicitura HR138 indica la fabbricazione in Taiwan da parte di TSMC, mentre sul 9000S la sigla CN0906 ci rivela che la produzione è avvenuta in Cina. Di conseguenza, possiamo presumere che il Kirin 9000S sia effettivamente una nuova edizione del Kirin 9000 ma con le differenze già analizzate in precedenza.

Questo non è l’unico chip proprietario che troviamo all’interno di Mate 60 Pro: a coadiuvarlo ci sono anche HiSilicon Hi1105 per il Bluetooth e i due Hi6421 e Hi6423 per gestire batteria e ricarica. Ma soprattutto c’è il chip Runxin RX6003, cioè quello che permette la comunicazione satellitare, non soltanto per i messaggi ma per la prima volta anche per le telefonate. Tutto molto interessante, ma non aspettatevi di vederlo in Italia.

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