Il Garante italiano (Agcom) è quindi intervenuto per sbloccare la situazione di stallo venutasi a creare, richiedendo a Meta di riprendere la trattativa con SIAE e accusando il colosso statunitense di abuso di dipendenza economica. La risposta di Meta fu la seguente: “A dimostrazione del nostro impegno a portare avanti il tavolo delle trattative e a raggiungere una soluzione condivisa, invieremo a Siae un’ulteriore richiesta per prorogare il nostro accordo di licenza. Se Siae accetterà, potremo ripristinare la musica sulle nostre piattaforme nel corso delle trattative, garantendo così ad artisti e musicisti la piena tutela del diritto d’autore. Crediamo sia importante collaborare con l’industria musicale e nel valore della musica italiana, ci auguriamo di poter trattare con Siae come già facciamo con altri titolari di diritti in Italia, come Soundreef“.
A un mese di distanza da queste dichiarazioni, è stato raggiunto un accordocon SIAE, che afferma: “Esprimiamo soddisfazione per questo risultato, cercato e raggiunto, ma rimane comunque impegnata a tutelare gli interessi dei suoi iscritti continuando a lavorare instancabilmente per raggiungere un accordo definitivo e duraturo improntato all’equità e alla trasparenza, così come chiede anche la Direttiva europea sul Copyright. Si impegna inoltre a portare avanti le negoziazioni nel rispetto delle decisioni e delle misure cautelari dettate dall’Agcm“. Si tratta però di un accordo temporaneo, che proroga al 6 ottobre 2023 il contratto precedente e le sue condizioni (cioè quelle criticate da SIAE): entro l’autunno si dovrà trovare una quadra, o c’è nuovamente il rischio che si torni a dire addio alla musica italiana dai social.
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