Qualche giorno fa ho pubblicato la recensione del nuovo HUAWEI P60 Pro, uno dispositivo mi ha fatto ritornare l’entusiasmo di provare uno smartphone, soprattutto per via delle sue eccezionali capacità fotografiche. Nel corso della recensione, che nel caso vi foste persi potetete trovare a questa pagina, vi ho parlato di lui come un prodotto (quasi) completo a cui sarebbe potuto mancare pochissimo per rasentare la perfezione.
La storia di Huawei, tuttavia, la conosciamo già e quindi è superfluo concentrarsi ancora; proprio a causa di quegli avvenimenti Huawei ad oggi si trova in una posizione lievemente svantaggiata sul mercato, motivo per cui cerca di impegnare tutte le risorse possibili alla ricerca di soluzioni che possano far risollevare il brand, a prescindere dai Ban e dalle importanti mancanze che quest’ultimo porta con sè inevitabilmente.
Indice
Focus fotografico su Huawei P60 PRO
Abbiamo deciso di realizzare questo approfondimento fotografico, oltre la nostra recensione, perchè le foto che ho scattato durante i miei giorni di test sono state talmente tante che non avrei avuto modo di mostrarvele tutte nel corso di una recensione, che altrimenti sarebbe stata infinita.
Da sempre quando si parla della serie P di Huawei si colloca l’asticella ad un livello molto alto, soprattutto sul fronte fotografico. Su questa nuova generazione di smartphone il produttore cinese ha affrontato una riprogettazione radicale, soprattutto per via della mancanza del partner storico Leica che, ormai, ha stretto un accordo con XIAOMI per l’aspetto fotografico.
Ad ogni modo Huawei ha ulteriormente migliorato il livello di XMAGE, la sua tecnologia proprietaria che negli mesi ha fatto passi da gigante nei miglioramenti fotografici e arriva su Huawei P60 Pro proprio a seguito del Mate 50 Pro, il quale ha riscosso un successo incredibile con le sue fotografie ed ha quasi stravolto il mercato fotografico su smartphone.
L’hardware fotografico di cui è dotato
Huawei P60 Pro è dotato di tre fotocamere sulla parte posteriore e di una sulla parte anteriore. Nello specifico la formazione schierata in campo da Huawei è la seguente:
- Lente primaria Ultra Lightning da 48MP con apertura focale regolabile e variabile da f/1.4 a f/4.0. Il sensore è un RYYB Super Sensing.
- La lente ultra grandangolare è da 13MP con apertura focale f/2.2
- Il teleobiettivo Ultra Lightining anche lui è da 48MP con apertura focale f/2.1 e stabilizzazione ottica.
- Il sensore per i selfie, infine, è da 13MP con apertura f/2.4 e campo visivo ultra grandangolare.
Le sue potenzialità
Nel corso della mia recensione vi ho parlato con grande entusiasmo del comparto fotografico di questo nuovo Huawei P60 Pro, uno smartphone che è stato in grado di farmi togliere la scheda SIM principale dal mio iPhone 14 Pro e mi ha tenuto incollato al suo schermo per un tempo nettamente più lungo del previsto.
Il motivo, come ho sottolineato più volte, è racchiuso all’interno delle potenzialità fotografiche di questo smartphone, definibile a tutti gli effetti come uno tra i cameraphone migliori di questo 2023, in grado di giocarsela tranquillamente alla pari con smartphone del calibro di Honor Magic 5 Pro e Samsung Galaxy S23 Ultra.
Ho diviso questo approfondimento fotografico in scenari, ognuno dei quali merita di essere analizzato singolarmente con i suoi pro ed i suoi contro.
Fotocamera principale in diurna
Partiamo dal contesto più semplice, in cui gran parte degli smartphone elaborano scatti senza troppe difficoltà. Questo Huawei P60 Pro negli scatti realizzati con la fotocamera principale in contesti ben illuminati, soprattutto da luce naturale e non artificiale, da il meglio di sè. Ho portato con me questo smartphone in un weekend lungo in Romania, dunque gli scatti che vedrete sono tutti ambientati tra Bucarest e la Transilvania con i suoi castelli.
Con questa lente principale ho notato davvero pochissimi difetti negli scatti; si tratta, ovviamente, della lente da 48MP con apertura variabile la quale negli scatti realizzati i in modalità automatica si autoregola e gestisce da sola a seconda dei vari scenari di utilizzo. Ho utilizzato per i miei test solo ed esclusivamente la modalità automatica, senza scendere in tecnicismi e senza postprodurre le foto (che, in caso vogliate vedere lievemente modificate, potete trovarle in evidenza sul mio profilo Instagram nelle storie “Romania”): in questo modo potete valutare realmente la capacità dello smartphone nel punta e scatta, perchè se si è esperti da scattare in modalità Pro e bravi nella postproduzione, diciamo che si possono raggiungere ottimi risultati anche spendendo meno.
Ad ogni modo l’unico difetto che ho notato l’ho visto negli scatti in controluce; capita spesso di incappare in flare poco piacevoli che portano nello scatto dei riflessi tendenti al blu o al viola, e di conseguenza lo scatto risulta essere inutilizzabile. In altri casi, invece, capita che l’eccesso di luce bruci completamente l’immagine, e succede per lo più se nell’inquadratura entra il sole e non ci sono nuvole di mezzo a fare da “filtro”. Tuttavia si tratta di “problemi” presenti in qualsiasi dispositivo, che però Huawei non ha puntato a correggere.
Foto con la lente grandangolare
La lente ultragrandangolare, come spesso accade, fa perdere qualche punto a Huawei P60 Pro, ma la situazione non è così tragica come abbiamo, invece, visto altrove. La fotocamera in questi scenari di test, sempre in diurna, mi ha dato delle buone soddisfazioni: è vero, manca un po’ più di definizione e dettaglio, ma nel complesso se utilizziamo le foto per i social o comunque per contesti in cui una definizione da primo della classe non è richiesta, direi che i risultati sono più che buoni.
Il lato positivo di questa lente è la sua apertura focale: parliamo di una lente f/2.2 in grado di far entrare tanta luce, soprattutto di notte, dove gli scatti sono sicuramente superiori alle aspettative. Qui gli unici difetti da evidenziare sono un po’ di aberrazione cromatica che spunta fuori in alcuni contesti, non su tutti.
E’ il caso, ad esempio, di questa foto qui in alto scattata con P60 Pro in pieno giorno con la lente grandangolare; buona immagine, di base, ma con qualche problemino di aberrazione lungo le parti laterali, soprattutto nella parte sinistra in corrispondenza del vaso. Sono dettagli che potrebbero passare decisamente in secondo piano, ma in un focus fotografico mi sembra giusto dover approfondire l’argomento.
Foto di notte
Una delle sorprese più interessanti di questo Huawei P60 Pro è stata senza dubbio la fotografia notturna. Ho voluto evitare i soliti scatti alla luna per evitare dei test piuttosto fini a se stessi, quanto più mi sono voluto concentrare in una fotografia “da tutti i giorni”, dove praticamente ognuno di voi ci si può ritrovare, durante una vacanza, durante un viaggio di lavoro o in qualsiasi altro scenario.
Insomma, le lenti fotografiche di questo P60 Pro di notte mi hanno lasciato veramente a bocca aperta; l’apertura variabile, con valore minimo a f/1.4, riesce a far entrare tanta di quella luce in camera che la metà basterebbe a scattare una foto con una buona definizione, dei buoni dettagli e sopratutto una buona gestione delle luci.
La lente primaria, infatti, riesce in questa ardua impresa, senza far entrare in ballo neanche la modalità notturna. Utilizzando tale modalità, e con il supporto di Huawei XMAGE, i risultati fotografici di notte risultano essere brillanti, naturali, e con una buona definizione. La fotografia notturna con la lente principale di questo P60 Pro credo che, al momento, non abbia assolutamente rivali.
Nella media con gli altri top di gamma è invece la lente grandangolare di notte; anche lei realizza buoni scatti, in linea di massima, ma ad esempio fatica nella gestione perfetta delle luci e tende, ogni tanto, a realizzare scatti con parecchi riflessi o una definizione non all’altezza del prodotto.
Modalità Ritratto
L’altra grandissima sorpresa è stata la modalità ritratto, nemmeno comparabile a quella di iPhone, tanto per nominarne uno. Sia di giorno che di notte Huawei P60 Pro realizza dei ritratti da primo della classe, senza girarci troppo introno. Il risultato finale che otteniamo è un sapiente mix derivato dall’apertura focale variabile e dal potente motore di intelligenza artificiale che Huawei è riuscita a mettere a punto: ciò che viene fuori è una precisione nei singoli dettagli che non sono riuscito a trovare assolutamente altrove.
Anche in soggetti con molti capelli ricci (ndr. palesemente non sto parlando di me, ovvio! 🙂 il P60 Pro non accenna difficoltà, ed anzi risulta essere preciso e accurato. Gli scatti qui sopra sono una prova tangibile di quello che vi sto raccontando.
Selfie
Anche i selfie mi hanno soddisfatto a pieno; in primis ho apprezzato molto la possibilità di scattare le foto con tre differenti inquadrature, dalla più ampia (presumibilmente uno 0.6x), all’intermedia 0.8x all’inquadratura standard. Diciamo che le differenze qualitative ci sono tra i vari gradi di ampiezza (più è ampio e più la qualità scende), ma in ogni caso ho trovato degli scatti di qualità. Di base posso dirvi che di notte grazie all’algoritmo studiato da Huawei i risultati sono incredibilmente al di sopra della media: vengono elaborate delle foto nitide e con dei bei colori anche di sera e con luce artificiali, contesti in cui la gran parte degli smartphone fanno fatica (iPhone incluso).
Dove comprare Huawei P60 Pro e considerazioni
Per portarsi a casa Huawei P60 Pro sono necessari 1199€ per la versione con 256GB di storage e 1399€ per la versione da 512GB. Si tratta di una cifra considerevole, soprattutto alla luce delle proposte della concorrenza e dello street price a cui è possibile acquistare gli smartphone della controparte.
Ad ogni modo, sul punto di vista strettamente fotografico quello che posso dirvi è che con Huawei P60 Pro potrete dormire su sette cuscini, praticamente in qualsiasi contesto è in grado di garantirvi degli scatti di qualità, quasi comparabili ad una mirrorless in alcune circostanze. Certo, sul fronte video non è il primo della classe e c’è da lavorare, ma Huawei ha svolto un lavoro esemplare e sono certo che migliorerà anche in ambito video.
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