Ad aver portato vivo in tribunale è ancora una volta Nokia, cioè la compagnia che si sarebbe vista violare la proprietà intellettuale sulle sue tecnologie, più precisamente brevetti su 5G e Wi-Fi. Per poterli utilizzare, i produttori di smartphone stringono accordi economici con Nokia che prevedono il pagamento di royalties sui prodotti venduti, per l’esattezza 2,50€ per ogni smartphone. Nel 2021, diversi accordi sono scaduti e Nokia ha prontamente fatto ingiunzione contro le aziende che non li avevano rinnovati e che si ritrovavano nella condizione di star violando i suoi brevetti: fra queste, Lenovo rinnovò mentre OPPO e vivo non lo fecero, e da qui nasce il contenzioso.
Stando a OPPO e OnePlus, la cifra è “irragionevolmente alta“, e pagarla per non finire estromessa dalla Germania significherebbe pagarla su tutti gli smartphone venduti su scala globale, anche in paesi come Cina e India che, al contrario della Germania, rappresentano la principale fonte di vendita e guadagno. Entrambe le compagnie persero il ricorso al tribunale di Monaco e si sono quindi ritrovate bannate dal mercato tedesco, e adesso vivo rischia di subire lo stesso destino. Nokia ha vinto l’ingiunzione al tribunale di Mannheim (lo stesso che trattò la vicenda con OPPO), e questo significa che a meno di una svolta nei negoziati il blocco della vendita toccherà anche vivo.
L’azienda finlandese afferma di aver “compiuto tutti i passi possibili per giungere a unaccordo e avviare le trattative per il rinnovo della licenza“; dal canto suo, vivo afferma che Nokia “non abbia ancora adempiuto al suo obbligo di offrire una licenza a condizioni eque, ragionevoli e non discriminatorie” ma di essere pronta a “sospendere la vendita dei prodotti interessati, se necessario“, aggiungendo anche che continuerà a cercare un accordo con Nokia e che “i piani a lungo termine in Germania rimangono invariati“.
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