Proseguono le tensioni fra occidente e Cina sotto il fronte elettronico, e dopo il rinnovato blocco di Huawei e ZTE gli USA stanno preparando quello che potrebbe essere un ban totale contro TikTok. Da quando la presidenza Biden si è sostituita a quella di Trump, gli sforzi per ostacolare il proliferare illegittimo (secondo gli Stati Uniti) delle tecnologie cinesi sono aumentati. Proprio Huawei, dopo essere stata inserita nella blacklist ed essersi vista tagliata le gambe, aveva visto aprirsi qualche spiraglio positivo nel riallacciamento dei rapporti con realtà come Intel e Qualcomm ma che rischiano di richiudersi con nuove leggi più restrittive.
Gli USA stanno valutando una legge per imporre il ban totale contro TikTok
Così come Huawei, anche TikTok rischia di fare la stessa fine ed essere bannata in toto dal mercato statunitense. Per il momento, l’app della cinese ByteDance è già stata bloccata sia da USA e Canada che dall’Europa ma solo per quanto riguarda il suo utilizzo su dispositivi governativi. Questa volta, però, si ritorna a parlare di un ban su scala nazionale e che ne vieterebbe l’utilizzo su qualsiasi smartphone, tablet e PC, così come si vociferava sarebbe potuto accadere ai tempi della presidenza Trump, al punto da cercare un possibile acquirente americano (si parlava di uno fra Microsoft, Oracle e addirittura Walmart).
Il nuovo disegno di legge si chiama DATA Act, acronimo che sta per Deterring America’s Technological Adversaries, e se approvato consentirebbe al governo americano di vietare tecnologie che sono una minaccia per la sicurezza nazionale. Nello specifico, si parla di “scoraggiare, interrompere, prevenire, proibire, indagare o altrimenti mitigare” app e servizi potenzialmente dannosi e che abbiano accesso ai dati di oltre 1 milione di persone negli Stati Uniti. Una legge del genere obbligherebbe di fatto app store come quelli di Apple e Google a impedire il download di app come TikTok e più in generale app da paesi come Cina, Cuba, Iran, Nord Corea, Russia e Venezuela.
Ecco quanto afferma Mark Warner, senatore in prima linea contro TikTok:
Oggi, la minaccia di cui tutti parlano è TikTok, e come potrebbe consentire la sorveglianza da parte del Partito Comunista Cinese, o facilitare la diffusione di campagne di influenza maligna negli Stati Uniti. Prima di TikTok, però, erano Huawei e ZTE, a minacciare il nostro reti di telecomunicazioni nazionali. Abbiamo bisogno di un approccio completo e basato sul rischio che affronti in modo proattivo le fonti di tecnologia potenzialmente pericolosa prima che prendano piede in America, anziché giocare a Whac-A-Mole e cercare di recuperare il ritardo una volta che sono già onnipresenti.
Ma non si parla soltanto di TikTok, perché secondo il senatore Michael Bennet il social cinese “è solo esempio più recente ma non sarà l’ultimo“, aggiungendo che ci sia “bisogno di un meccanismo strategico e duraturo” che non sia una-tantum; e il pensiero va subito ad altre applicazioni come WeChat, già bloccate in passato per le stesse motivazioni. Non ha tardato ad arrivare la risposta di TikTok, che ha nuovamente ribadito di non collezionare i dati dei suoi utenti statunitensi e di non inviarli in Cina; a tal proposito, TikTok sta preparando il cosiddetto Project Texas, riportando in auge la proposta di spostare i dati delle attività statunitensi di TikTok dai server di ByteDance a quelli di un player americano, con Oracle in prima linea.
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