In un recente discorso tenutosi all’università di Nanchino, il fondatore Ren Zhengfei ha pubblicamente parlato di come Huawei abbia compensato i limiti del ban USA. Da quando il governo Trump l’ha inserita nella Entity List, la compagnia cinese si è vista tagliata fuori dall’industria globale a cui si interfacciano tutte le altre aziende che non sono soggette a un blocco tale. Google e TSMC sono i due più grandi limiti in cui Huawei si è duramente scontrata, non essendo più in grado di produrre elettronica di consumo che abbia appeal nei mercati occidentali.
Il fondatore di Huawei parla di come la compagnia sta arginando il ban USA
Secondo quanto affermato dal patron di Huawei, negli ultimi 3 anni l’azienda è riuscita a prendere oltre 13.000 componenti realizzati negli Stati Uniti o altrove ma basandosi su tecnologie americane e sostituirli con alternative cinesi. Lo stesso è accaduto con oltre 4.000 circuiti stampati, che sono stati ridisegnati per non scontrarsi con le imposizioni della blacklist, e secondo mr. Zhengfei adesso la produzione di circuiti stampati è diventata stabile anche a fronte del ban americano.
Davanti al pubblico di Nanchino, il capo di Huawei ha raccontato di come la sua mente si sia improvvisamente svuotata dopo la notizia delle sanzioni statunitensi, ma di non avere comunque sentimenti anti-occidentali nonostante la necessità di fare a meno delle tecnologie di stampo americano. Nel corso del 2022, Huawei ha speso circa 23,8 miliardi in ricerca e sviluppo per sostituirle, reindirizzando parte degli sforzi prima applicati al mondo degli smartphone agli altri settori. Nel frattempo, anche la Germania si sta aggiungendo alla lista di paesi che hanno bannato le sue reti 5G e soprattutto gli USA stanno preparando quello che potrebbe diventare il ban definitivo per Huawei.