Il crollo della Silicon Valley Bank è il simbolo della crisi tech

fallimento silicon valley bank

Mancava soltanto l’ufficialità, e adesso è arrivata: Silicon Valley Bank è fallita, e si tratta della più grande crisi bancaria da quella del 2008 che coinvolse Washington Mutual. Un fallimento che è una delle dirette conseguenza della crisi che sta attanagliando ormai da tempo il settore tecnologico in tutto il mondo.

La crisi tecnologica colpisce ancora, e porta al fallimento della Silicon Valley Bank

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Fondata nel 1983 a Santa Clara in California, Silicon Valley Bank nacque nel pieno del fermento della rivoluzione tecnologica americana, diventando una delle più importanti banche americane per il mercato tech; a differenza dei grandi nomi come Bank of America, JPMorgan, Citigroup e Wells Fargo, SVB decise di focalizzarsi sul mondo delle startup tech, con una linea di credito facilitata in un settore da alto rischio come questo; nel 2021, possedeva circa il 50% di tutti gli investimenti Venture Capital in startup californiane, e nel 2022 aveva una valutazione di oltre 44 miliardi e risorse finanziarie per oltre 200 miliardi, arrivando a essere la 16esima banca più grande degli Stati Uniti.

Così come altre banche, anche SVB investiva il denaro depositato dai clienti in obbligazioni e bond, ma lo scorso anno l’inflazione galoppante ha portato a un aumento dei tassi di interesse che fece perdere di valore quegli investimenti e più in generale gli investimenti in startup tecnologiche, che per natura sono soggette ad alto rischio di fallimento. Il suo titolo azionario passò così da 180$ a fine 2020 al picco di 754$ a fine 2021 per poi crollare a 200$ dopo qualche mese. Il colpo di grazia l’ha dato la crisi del mercato tecnologico che colpito non solo la Silicon Valley ma il mondo intero, che si parli di smartphone, tablet, PC, cuffie, smartwatch, smartband e semiconduttori, una vera e propria crisi delle Big Tech fra miliardi persi in borsa e decine di migliaia di licenziamenti.

Ciò ha portato a un fisiologico calo di nuovi investimenti e alla fuga dei clienti, che iniziarono a ritirare in massa dopo che SVB cercò di risanare i bilanci con la vendita di titoli per 21 miliardi con perdite per 1,8 miliardi. A quel punto, SVB stava valutando di trovare un acquirente per salvare la situazione ma è scattato l’intervento della Federal Deposit Insurance Corporation, che ha chiuso la banca e sequestrato beni per circa 175,4 miliardi depositati e 209 miliardi investiti; adesso l’assicurazione governativa garantirà i conti bancari entro 250.000$, ma chi aveva depositato grandi cifre rischia di rimanere senza nulla. E anche se il fallimento della Silicon Valley Bank non dovrebbe avere ampi effetti sui mercati globali è sintomatico della crisi di settore, e adesso sono a rischio le società di investimenti tech e le startup del futuro.

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