Da S1 a S23: storia della serie Samsung Galaxy

samsung galaxy s s23

Con oltre 300 milioni di unità vendute, la serie Samsung Galaxy S simboleggia l’evoluzione tecnologia che gli smartphone Android hanno compiuto negli anni. Era il 2009 quando veniva annunciato il primo Samsung Galaxy (i7500), che non fu soltanto il primo modello con cui venne coniato il termine Galaxy ma anche il primo smartphone Android di Samsung. Da allora, l’attenzione della compagnia si è rivolta in maniera importante alla fascia alta, creando una serie S pensata per chi vuole il massimo delle specifiche. Ripercorriamo quindi i suoi primi passi, per arrivare all’ormai prossima serie Samsung Galaxy S23.

L’evoluzione tecnologia negli smartphone Android, partendo da Samsung Galaxy S fino a S23

Samsung Galaxy S

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L’annuncio del primo Samsung Galaxy S aka i9000 arrivò nel 2010, e fin da subito si propose come uno degli smartphone più all’avanguardia dell’epoca. Aveva un ampio (per l’epoca) schermo da 4″ ma con una risoluzione 800 x 480 pixel che oggi sembra quasi ridicola, seppur già allora avesse la tanto apprezzata tecnologia Super AMOLED con tanto di protezione Gorilla Glass 1. Per capire quanto sia datato, basti sapere che aveva una fotocamera da solo 5 MP, pesava soltanto 119 grammi e aveva una batteria removibile da 1.500 mAh, grazie l’utilizzo di scocche plastiche.

Ma non bisogna farsi ingannare dal tempo, perché Galaxy S aveva un chip Exynos 3110 con CPU ARM Cortex-A8 a 1,0 GHz e una GPU PowerVR SGX 540 che offriva l’elaborazione grafica più veloce dell’epoca, assieme a 512 MB di RAM LPDDR1 e 8/16 GB di memoria OneNAND; tuttavia, lo smartphone dava spesso problemi di GPS. Lato software, tutto si basava su TouchWiz 3.0 con Android 2.1, sottolineando la collaborazione con il team Android con la scritta posteriore “with Google“. Tale fu l’apprezzamento che del telefono vennero create almeno 7 varianti: L, Plus, Player, Advance, Duos, Duos 2 e Duos 3, per un totale di 20 milioni di unità vendute per una serie che sarebbe divenuta il best-seller di Samsung.

Samsung Galaxy S II

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Al MWC 2012 il più premiato fu proprio Samsung Galaxy S II aka i9100, che si fece notare per essere lo smartphone più sottile al mondo: solo 8,49 mm. Il design non spiccava troppo dalla massa, ma compensava con un hardware di alto livello con Exynos 4210 e CPU dual core, GPU Mali 400 con il passaggio da PowerVR ad ARM, 1 GB di RAM e supporto 4G; fu anche uno dei primissimi ad avere supporto Mobile High-definition Link (MHL) per l’uscita video su schermi esterni. Anche in questo caso, di varianti ce n’erano molteplici, anche con chip diversi come SoC Texas Instruments, NVIDIA Tegra 2 (poi rivisto su Nintendo Switch) nonché la prima volta con un SoC Qualcomm (lo Snapdragon S3). Il successo del primo modello venne bissato con 40 milioni di smartphone venduti in tutto il mondo, ma il vero boom doveva ancora arrivare.

Samsung Galaxy S III

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Design più cool e originale, linee sinuose e curve, retro in plastica spazzolata e anche un modello Mini più compatto: questo era Samsung Galaxy S III aka i9300, presentato a inizio 2012. Sfoggiava un più ampio schermo HD da 4,8″ con Gorilla Glass 2, nonché una CPU quad-core con l’Exynos 4412 a 32 nm e l’introduzione dell’NFC; i prototipi erano anche dotati di ricarica wireless, ma poi non venne confermata. Il software era guidato da Android 4.0.4 con una TouchWiz rifinita e più organica, con novità utili come lo split-screen e altre meno utili come l’ormai defunto assistente vocale S Voice. Samsung iniziava a investire anche sulla fotocamera, con una nuova 8 MP con zero ritardo nell’otturatore, messa a fuoco migliorata e varie modalità di scatto; al contempo, la selfie camera poteva tracciare gli occhi e non spegnere il display quando l’utente stava guardando. Serviva veramente? Probabilmente no, ma S III convinse ancora di più nel mentre Apple portava Samsung in tribunale (vincendo) per violazioni di brevetti. Tanto basta a mettere in giro la voce che lo smartphone rischiasse di essere bannato, creandovi attorno ancora più hype. Il risultato furono 70 milioni di vendite, premi come miglior telefono dell’anno e la definizione di iPhone killer.

Samsung Galaxy S4

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Nel 2013 fu il turno di Samsung Galaxy S4, che abbandonò i numeri romani per il nome ma conservando un look molto simile a quello di S III, pur migliorandone lo spessore e abbassarlo a soli 7,9 mm. Era simile ma al contempo migliorato in tutto: schermo 5″ Full HD con Gorilla Glass 3, CPU octa-core con Exynos 5410, 2 GB di RAM, fotocamera da 13 MP, selfie camera con video 1080p, sensore a infrarossi, batteria da 2.600 mAh con ricarica wireless e l’introduzione di novità software quali Knox per la sicurezza ed S Health per la salute. Non mancavano comunque gimmick di dubbio gusto, come il sensore di temperature e umidità e il tracciamento di dita per le gestures e il tracciamento della testa per muoversi nella UI. Dello smartphone venne creata anche una versione Google Play Edition con Android Stock così come una versione rugged chiamata Active, ma a parte questo S4 è ancora oggi il modello più venduto di sempre con 80 milioni di unità, mentre iPhone 5S si fermava a 52 milioni.

Samsung Galaxy S5

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Ci spostiamo al MWC 2014 e alla presentazione del controverso Samsung Galaxy S5, da molti chiamato il “cerottone” per la sua eccentrica scocca posteriore. Nel mentre altri iniziavano a usare scocche in vetro o metallo, Samsung continuò a usare il meno pregiato policarbonato, ma aggiungendo l’utile certificazione IP67 nonostante avesse la batteria removibile, seppur con un poco elegante tappo per proteggere la porta USB. Introdusse anche il lettore d’impronte frontale, ma con un sensore che richiedeva di strusciare il dito in maniera poco ergonomica e risultando poco efficace. Aveva una migliorata fotocamera da 16 MP con video in 4K, così come la gimmick del sensore cardiaco tramite il flash LED. Aggiungiamoci una TouchWiz che iniziava a mostrare segni di cedimento per le troppe funzioni incluse e otteniamo un flop: in 3 mesi vendette 12 milioni di unità, mentre iPhone 6 arrivò a 10 milioni… in 3 giorni.

Samsung Galaxy S6

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Samsung doveva far qualcosa, e fu così che al MWC 2015 iniziò la transizione verso quella che è la strategia attuale, ovvero più modelli per la fascia alta. Dopo l’esperimento Galaxy Note Edge, fu il momento di Samsung Galaxy S6 e per la prima volta di S6 Edge (poi anche Edge+ successivamente), introducendo al grande pubblico gli schermi curvi in Quad HD. Non solo, perché Samsung decise di abbandonare la plastica in favore di una scocca in metallo e vetro Gorilla Glass 4, con un look decisamente più moderno. Tuttavia, gli utenti dovettero rinunciare alla porta microSD e alla batteria removibile, compensata dalla ricarica rapida Quick Charge 2.0. Samsung fece anche altre scelte discutibili, come il downgrade da USB 3.0 a USB 2.0 e la rimozione della resistenza all’acqua nonostante la scocca unibody. Erano comunque smartphone molto prestanti, con memorie fino a 4 GB di RAM LPDDR4 e 128 GB di ROM UFS 2.0 e l’Exynos 7420 a 14 nm ma niente variante Qualcomm: a causa dei problemi di alte temperature riscontrate sullo Snapdragon 810. Erano poi dotati di una più avanzata fotocamera da 16 MP con stabilizzazione ottica e per la prima volta Samsung Pay, con cui era possibile persino pagare sui POS vecchi senza contactless grazie alla tecnologia magnetica di Samsung. Se Galaxy S5 non aveva convinto, la serie S6 arrivò a 45 milioni di vendite.

Samsung Galaxy S7

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Questa risalita continuò l’anno dopo, quando al MWC 2016 vennero presentati Samsung Galaxy S7 e S7 Edge, evoluzioni dirette che correggevano alcuni problemi, a partire dalle reintroduzione di microSD e resistenza IP68. Gli schermi continuavano a salire, arrivando a 5,5″ con l’aggiunta dell’Always-On Display e delle notifiche Edge, la batteria saliva a 3.000 mAh, la fotocamera da 12 MP aveva una messa a fuoco Dual Pixel rapidissima e faceva foto notturne molto buone. Aiutò anche l’addio della TouchWiz in favore di una più equilibrata Samsung Experience, con cui le vendite salirono a 55 milioni di unità.

Samsung Galaxy S8

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Il 2017 non fu un anno facile per Samsung, che veniva dal flop totale che fu Galaxy Note 7 e i suoi problemi di batterie esplosive. Con Samsung Galaxy S8 e S8+ era necessario recuperare la faccia, partendo dal togliere il modello Edge e introdurre gli schermi curvi su entrambi i modelli. Quello fu il momento del passaggio dagli schermi 16:9 a quelli full screen, con pannelli Infinity Display più ampi da 5,8″ e 6,2″ dotati anche di schermo 3D Touch sensibile alla pressione per compensare l’assenza di tasti fisici frontali. Per questo, il sensore d’impronte venne spostato sul retro ma in una posizione troppo scomoda, in alto accanto alla fotocamera con anche il rischio di sporcare ogni volta la lente; inoltre, Samsung inserì riconoscimento facciale e scansione dell’iride per facilitare lo sblocco, ma con risultati tutt’altro che efficaci. Si basavano su Snapdragon 835 ed Exynos 8895 a 10 nm, introdussero la comodissima USB Type-C e anche Samsung DeX per collegarli a monitor esterni e usarli come mini-PC. Un’altra aggiunta molto meno gradita fu l’assistente vocale Bixby, con persino un tasto dedicato che nessuno voleva. Anche a causa dello strascico mediatico di Note 7, le vendite della serie S8 scesero a 41 milioni, dando il via a un trend negativo che si sarebbe manifestato negli anni successivi.

Samsung Galaxy S9

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Presentati al MWC 2019, Samsung Galaxy S9 e S9+ fecero quello che S7 fece con S6, cioè modelli simili ma con alcune migliorie tattiche, a parte dal sensore ID spostato più sotto. Vennero aggiunti speaker stero AKG, memorie fino a 6 GB di RAM e 256 GB di ROM e sul modello Plus debuttò la prima doppia fotocamera da 12+12 MP con teleobiettivo 2x e capacità notturne migliorate. Fu anche il momento di esordio della One UI, con cui Samsung migliorò e snellì ulteriormente il suo software nonostante non mancassero gimmick come le AR Emoji “ispirate” alle Animoji di Apple. Le novità non furono troppe, e non mancarono critiche sulle varianti con Exynos 9810 meno performanti di quelle con Snapdragon 845. Il risultato furono 35 milioni di unità vendute.

Samsung Galaxy S10

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Altro giro, altro cambio: con il 2019 si passa a un nuovo trittico di modelli: Samsung Galaxy S10e, S10 e S10+, a cui successivamente si sarebbero aggiunti S10 5G ed S10 Lite. Il design full screen si evolvette ulteriormente, con schermi punch-hole fino a 6,4″ e un sensore ID frontale a ultrasuoni, eliminando i poco utili 3D Touch e scanner dell’iride, pur mantenendo una doppia selfie camera con sensore di profondità. Visivamente parlando, il cambio di look era palpabile vista l’introduzione di un nuovo modulo fotografico con tripla fotocamera da 12+12+16 MP che dette il benvenuto all’ultra-grandangolare. Per l’hardware c’erano Exynos 9820 a 8 nm o Snapdragon 855 a 7 nm, fino a 8/512 GB, 3.400 mAh con ricarica wireless anche inversa e il mantenimento di microSD e mini-jack in un momento in cui altri iniziavano a toglierli. I numeri migliorano, anche se non di molto, salendo a 35ì7 milioni di vendita.

Samsung Galaxy S20

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Per il 2020, chi si aspettava S11 venne colto di sorpresa perché si passo alla serie Samsung Galaxy S20, sempre con tre modelli ma questa volta con S20+ ed S20 Ultra, manifestando la volontà dell’azienda di puntare soprattutto al modello più costoso. Lo dimostrava il fatto che avesse uno schermo più ampio da 6,9″, mentre gli altri due erano da 6,2″ e 6,7″ con tecnologia Dynamic AMOLED 2X a 120 Hz; o il fatto che avesse memorie sempre più capienti da 16/512 GB; o il fatto che avesse una batteria da 5.000 mAh con ricarica da 45W; o il fatto che avesse una fotocamera da 108+12+48 MP dotata di zoom 4x e Space Zoom 100x, oltre alla possibilità di girare video in 8K. I prezzi iniziavano ormai a sforare la soglia critica dei 1.000€, ragion per cui venne anche creato un S20 Fan Edition apprezzato per il suo miglior rapporto qualità/prezzo, ma il risultato fu un totale di 28 milioni di vendite.

Samsung Galaxy S21

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Durante il 2021, la serie Samsung Galaxy S21, S21+ e S21 Ultra era un’iterazione migliorativa della precedente, seppur non mancassero le critiche. S21 base era in plastica e non più in vetro, la risoluzione QHD era solo per il modello Ultra e Samsung aveva deciso di togliere la microSD e il caricatore in confezione. In generale, il design era più rifinito e appagante, era protetto da vetro Gorilla Glass Victus e S21 Ultra sanciva la morte della serie Note, ereditandone lo stylus per scrivere sullo schermo. Il modello Ultra poteva anche vantare un doppio teleobiettivo 3x e 10x, ma anche una ricarica riportata a 25W. E anche se i prezzi vennero abbassati rispetto a S20, le vendite non superarono le 25 milioni di unità-

Samsung Galaxy S22

samsung galaxy s22

Infine, lo scorso anno è avvenuto il debutto di Samsung Galaxy S22, S22+ e S22 Ultra, con quest’ultimo che mise l’ultimo chiodo sulla bara della serie Note ereditandone anche il look con tanto di foro per il pennino, oltre a specifiche monstre con 1 TB di memorie e il ritorno dei 45W di ricarica. Tuttavia, la scelta di utilizzare l’Exynos 2200 in Europa e dello Snapdragon 8 Gen 1 nel resto del mondo è stata nuovamente criticato, anche in virtù dei problemi di compatibilità della nuova GPU Xclipse 920 con architettura AMD RDNA2. Il SoC non si è dimostrato all’altezza, con anche problemi di temperature che hanno costretto Samsung a castrarne le performance suscitando le ire dei consumatori. Non sorprende che le vendite siano state inferiori ai 30 milioni.

Samsung Galaxy S23

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Arriviamo ai giorni nostri, con un 2023 che si prepara ad accogliere Samsung Galaxy S23, S23+ ed S23 Ultra, ma le preoccupazioni rimangono. Samsung ha bisogno di far risalire le vendite dei suoi top di gamma, anche perché la serie S ha assorbito la serie Note, ma sappiamo già quali saranno le novità e non sono molte. Fortunatamente per noi europei, l’azienda ha deciso di mettere da parte il progetto Exynos e utilizzare una versione overclockata dello Snapdragon 8 Gen 2; sarà interessante poi valutare le prestazioni della nuova fotocamera da 200 MP, che si prospetta farà molto bene per zoom e modalità notturna. Ma basteranno queste due feature a risollevare le vendite?

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