Se si guarda al settore degli smartphone, circa il 70% dei chip che troviamo nei modelli sul mercato provengono dalle fabbriche di TSMC, mentre il restante 30% è della rivale Samsung. Ma se si considera i forti problemi che sta avendo la compagnia sud-coreana, la dipendenza che i produttori di smartphone hanno nei confronti di TSMC si fa ancora più marcata. Che abbiate chipset Qualcomm o MediaTek nel vostro telefono, molto probabilmente è stato stampato a Taiwan: di riflesso, anche partner importanti come Apple devono piegarsi ai rincari dei chip avviati da TSMC per compensare le difficoltà economiche riscontrate.
Attualmente, il grado tecnologico più elevato raggiunto in materia di chip sono i 4 nm, processo produttivo adottato da TSMC per creare chip quali Snapdragon 8+ Gen 1, Dimensity 9000+ ed Apple A16 Bionic. Lo step successivo sono quindi i 3 nm, su cui Samsung è arrivata per prima ma che TSMC dovrebbe portare per prima nel mondo consumer, cioè su smartphone, tablet e PC.
E nonostante si parli già di futuro a 2 nm e 1 nm, TSMC starebbe avendo non poche gatte da pelare, perché secondo quanto riportano i media asiatici la crisi avrebbe spinto i principali clienti di TSMC ad annullare gli ordini di chip a 3 nm. Fra questi ci sarebbero nomi illustri come Apple e Intel, cioè alcune delle prime aziende che hanno in programma di portare sul mercato dispositivi a 3 nm. Di conseguenza, prodotti come i MacBook Pro con M2 Pro e Max sarebbero posticipati a marzo 2023 anziché a fine 2022 come inizialmente previsto.