Sin dal suo esordio nel 2019, StarLink ha dimostrato le sue potenzialità anche in ambito militare, come nel caso del conflitto fra Russia e Ucraina. Causa danneggiamento delle infrastrutture internettiane, la compagnia di Elon Musk ha provveduto a sostenere la nazione fornendo a popolazione e militari connettività tramite la sua flotta di satelliti. Il problema è che sempre Musk ha richiesto al governo USA un sostegno economico per poter continuare a fornire gratuitamente il servizio all’Ucraina. Anche a causa di vicissitudini del genere, l’Europa ha ufficialmente avviato IRIS2, acronimo che sta per Infrastruttura per Resilienza, Interconnettività e Sicurezza via Satellite.
Anche l’Europa avrà il suo StarLink: sta partendo il programma IRIS2
Il Parlamento e il Consiglio dell’Unione Europea stanno programmando la realizzazione di una costellazione composta da 170 satelliti nell’orbita bassa con cui trasmettere connettività ai dispositivi sulla Terra. Questo progetto verrà finanziato da investimenti per un totale di 6 miliardi di euro, di cui 2,4 miliardi direttamente da parte delle nazioni europee e il restante dal settore privato, cioè da aziende e investitori coinvolti. L’investimento è ambizioso quanto l’obiettivo, cioè rendere la banda larga in Europa ancora più disponibile e affidabile, anche nelle zone più remote. Affiancandosi alle tradizionali connessioni cablate, quelle satellitari serviranno come piano B, cioè un backup che entri in azione qualora si manifestassero interruzioni causa disastri naturali o di causa umana.
Visto quanto accaduto fra Ucraina e Elon Musk, l’intenzione è anche quella di ridurre la dipendenza verso l’estero, come nel caso di StarLink, eliminando la possibilità di interferenze di governi esteri. Ultima ma non ultima la copertura di altre zone extra-europee come la regione Artica e in particolar modo l’Africa, offrendo così la possibilità di rendersi meno dipendenti dalle aziende cinesi; da non dimenticare, poi, che proprio la Cina sta creando una sua alternativa a StarLink. Non è da sottovalutare il problema dei rifiuti nello spazio: come dichiara l’Unione Europea, verrà “garantito un uso sicuro e sostenibile dello spazio per le generazioni future“, creando una regolamentazione e delle tecnologie che aiutino a tracciare veicoli e detriti spaziali.
Quando si concretizzerà il progetto IRIS2, quindi? Per il posizionamento si parla già del 2023, con l’invio dei primi satelliti adibiti al servizio internet, ma per la messa in azione se ne riparlerà nel 2027. Ma è ancora Elon Musk a dettare gli stilemi della connettività satellitare, come dimostra il piano per portare il 5G nello spazio.
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