All’interno dell’ambizioso progetto Made in China 2025, con cui la Cina vuole rendersi indipendente dal resto del mondo, Biren avrebbe dovuto rappresentare l’alternativa alla statunitense NVIDIA. Il chipmaker cinese ha fatto parlare di sé di recente, quando ha annunciato schede grafiche in grado di bissare la potenza in termini di intelligenza artificiale offerta dalle GPU NVIDIA. Per raggiungere e infrangere questo importante traguardo, Biren si sarebbe affidata alle fabbriche di TSMC, fondamentali per raggiungere quel grado di sofisticatezza necessario; tuttavia, le restrizioni degli USA stanno remando contro a questo obiettivo.
TSMC si separa da Biren, la rivale di NVIDIA nello scontro fra USA e Cina
Come riportano fonti vicine alla filiera produttiva in questione, TSMC avrebbe interrotto la produzione per Biren. Il motivo? Conformarsi alle leggi statunitensi, che negli ultimi mesi ha intensificato i suoi sforzi per impedire alla Cina di rifornirsi di tecnologie di stampo americano. In particolare quando si parla della produzione di semiconduttori in ambiti quali supercomputer, data center, intelligenza artificiale e reti neurali, ma anche produzione di memorie e macchinari per la stampa di chip avanzati. Tutta una serie di ban che sta mettendo in ginocchio migliaia di chipmaker cinesi, e che di riflesso sta danneggiando anche la Russia.
Il ban USA sta impedendo anche ad aziende americane come NVIDIA e AMD di commerciare liberamente con la Cina, che si trova quindi costretta a rimboccarsi le maniche e trovare alternative locali per sopperire alla loro mancanza. Un compito per niente facile, quello di creare semiconduttori potenti come le GPU Ampere di NVIDIA, attualmente leader nel mercato delle prestazioni AI. Sembrava avercela fatta Biren, che con la sua GPU BR100 ha dimostrato di saper ingegnerizzare un prodotto altrettanto competitivo e persino più potente di alcuni prodotti del chipmaker americano.
Il problema è che la BR100 sarebbe dovuta essere prodotta grazie al processo a 7 nm di TSMC, ma così non sarà. Nonostante ciò, aleggiano dubbi sull’effettivo divieto o meno per TSMC sulla produzione di chip per Biren. Per il momento, il colosso taiwanese si è limitato ad affermare di star rispettando tutte le regole in essere e che “continuerà a servire tutti i clienti in tutto il mondo“. A questo punto, per Biren sarà difficile trovare un’alternativa a TSMC rimanendo in Cina. L’alleato più scontato sarebbe ovviamente SMIC, ma parliamo di un chipmaker di diverse generazioni indietro rispetto alle capacità produttive di TSMC.