Totalmente omologata per poter essere utilizzata in Italia, telaio solido in lega metallica, ruote fat da 20”, motore con ottimo spunto ed un portapacchi solidissimo che è saldato ottimamente alla struttura. Sono queste le caratteristiche che rendono la Engwe Engine X un nuovo apripista per il brand nel nostro mercato e che, in un certo senso, aprono le porte ad una nuova era per il mondo delle fat bike elettriche.
Ed è così perché, ammettiamolo, che Engwe sia un brand che abbiamo imparato a conoscere ed apprezzare negli ultimi anni è un dato di fatto, ma con la Engine X è come se l’azienda avesse fatto un salto di qualità notevole, portando anche da noi un modello non solo adatto a tutti i tipi di fondi stradali e terreni, ma con un motore da 250w totalmente legale in Italia che non perde mai un colpo ed un doppio sistema di ammortizzazione che – anche grazie al telaio – praticamente azzera il problema degli urti e delle vibrazioni.
Indice
Recensione Engwe Engine X: inizia una nuova era per le fat bike elettriche
Caratteristiche tecniche – Engwe Engine X
- Potenza motore: 250w;
- Velocità massima: limitata a 25 km/h;
- Carico massimo: 150 Kg;
- Batteria: rimovibile da 48v e 13 Ah;
- Pneumatici: fat da 20×4 pollici;
- 3 modalità di guida;
- Cambio Shimano a 7 rapporti;
- Luce anteriore LED;
- Telaio lega d’alluminio;
- Peso bici 35 kg (con batteria installata);
- Freno a disco meccanico anteriore/posteriore;
- Ammortizzatore anteriore/posteriore;
- Dimensioni da aperta: 167 x 118 x 102 cm.
Design e materiali
Partiamo subito da un presupposto: nonostante la Engwe Engine X sia una fat bike di tipo pieghevole, non è di certo quel tipo di bicicletta facile da portare con sé. Con la batteria montata pesa circa 35 Kg, ma questo peso è giustificato da un telaio estremamente rigido e solido. C’è da dire però che da chiusa è grande 81 x 76 cm, il che la rende compatta il giusto da poter essere inserita in un portabagagli, al netto del fatto che si abbia la forza di sollevare un peso piuttosto importante e riuscire a gestire le enormi ruote grandi 20” e larghe 4” che, assieme ad un doppio sistema di ammortizzatori, posteriori ed anteriori, riescono a gestire egregiamente urti e vibrazioni.
Molto piacevole anche il modo in cui il brand ha deciso di inserire il logo sul telaio, che nero su nero ed è affiancato da una piccola zona colorata in blu e rosso, che rende il design della Engwe Engine X ancora più accattivante: in molti quando ho testato la bici per Avellino mi hanno chiesto di che modello si trattasse, e questo perché l’accoppiata tra struttura e gomme fat è vincente. Continua però ad essere presente il solito problema della gestione dei cavi, che sono tutti a vista e che qualora non si aprisse e chiudesse la bicicletta con attenzione potrebbero aggrovigliarsi: anche qui però, la scelta di lasciare i cavi esterni al manubrio è stata praticamente obbligata dal fatto che tutta la struttura si può regolare in altezza.
Di buona qualità la forcella anteriore ammortizzata, che è regolabile in rigidità ed utilizza una tecnologia a spirale da 750 libbre. Posteriormente poi, c’è un ulteriore ammortizzatore, probabilmente ad elastomero, che collega la sezione posteriore della bici con quella anteriore, e che è stato posizionato in prossimità dei pedali: in questo modo, l’ammortizzatore posteriore riesce a dare giovamenti anche alla sella che, tra le altre cose, è realizzata con un design tale da proteggere la prostata da urti molto forti, tipici delle percorrenze off-road.
Ci sono poi i due freni a disco, anteriore e posteriore, che sono di tipo meccanico e sono realizzati a base di rame allargato. Il modulo batteria è estraibile, e si attiva con una chiave posizionata sulla parte inferiore: tutta l’elettronica non si accenderà finché non si girerà la chiave che avvierà l’alimentazione della batteria. Sul manubrio invece c’è un grande display centrale, nel quale sarà possibile accedere a tutte le informazioni più importanti relative alla bicicletta e che, a differenza di quanto accade con alcuni brand, è perfettamente visibile anche in condizioni di luce diretta. I livelli di assistenza però non vengono gestiti dallo schermo: sul lato sinistro del manubrio quelli di Engwe hanno inserito due tasti facilmente raggiungibili mentre si è in viaggio, adibiti proprio a questo scopo.
Motore e cambio
Ad animare la Engwe Engine X ci pensa un motore brushless da 250w, molto potente e scattante, che è stato affiancato da un Cambio Shimano a 7 rapporti (che si collega ad una corona singola a 52 denti). Il cambio è sempre preciso, veloce e affidabile e viene gestito da un selettore a scatto posto sul lato destro del manubrio.
Ed è proprio sul lato destro del manubrio che è presente anche l’acceleratore per poter guidare la bici in modalità “full electric” che, però, per rendere la bicicletta totalmente legale in Italia non è utilizzabile out of the box: in soldoni, una volta montata la bici, l’acceleratore sarà già integrato nel manubrio e collegato alla centralina, ma non funzionerà (almeno che non lo si sblocchi con una procedura che sfrutta il menu segreto del computer di bordo).
Con l’acceleratore bloccato, le modalità di funzionamento della Engwe Engine X diventano 2: la si potrà utilizzare come una normale bicicletta, senza il motore, oppure si potrà usufruire di uno dei 5 livelli di pedalata assistita che mette a disposizione il motore.
I freni a disco sono due e sono meccanici, svolgono egregiamente il loro lavoro anche se, una volta montata la bici, ho dovuto regolarli per ridurre un pochino lo spazio di frenata. Le pinze anteriori sono collegate alla forcella, mentre quelle posteriori sono collegate ai foderi verticali.
Insomma, in quanto a motore, cambio e freni c’è ben poco da criticare alla Engwe Engine X, anche se devo ammettere che mi sarebbe piaciuto vederla dotata di freni di tipo idraulico e di un qualsivoglia sistema di frenata rigenerativa.
La prova su strada
Alla guida, la Engwe Engine X è una fat bike a tutti gli effetti, il che vuol dire che qualora non si sia già abituati all’effetto delle ruote grandi sull’asfalto, inizialmente guidare la bici potrebbe sembrare strano. Ma una volta abituaticisi, credetemi, ci si renderà conto di non poter più fare a meno di questa tipologia di bicicletta, ed il motivo è uno: è perfetta per qualsiasi fondo stradale.
E credetemi, in città come Avellino (in cui il fondo stradale uniforme è solo una vana speranza) è una cosa non da poco: soprattutto in questi casi, sono sempre stato del parere che una fat bike sia superiore a qualsiasi tipologia di bicicletta e, certo, in città più grandi con fondi stradali più omogenei forse le sue ruote potrebbero sembrare troppo ma, credetemi, con la Engwe Engine X non avrete alcun problema neppure con i binari del tram oppure su pavé.
Perché sono proprio i pneumatici che svolgono il lavoro più grande di ammonizzazione e, affiancati dai due ammortizzatori, rendono lo scorrimento su qualsiasi tipologia di fondo stradale sempre comodo e piacevole, anche con condizioni meteo avverse: con la pioggia, ad esempio, la Engwe Engine X non fa alcuna grinza e la presenza di due parafanghi, uno anteriore ed uno posteriore, eviterà gli schizzi.
Insomma, sono sempre stato un tipo da fat bike ed anche se si tratta di una tipologia di bicicletta non adatta proprio a tutti, devo ammettere che l’esperienza di guida con la Engwe Engine X è piacevole sotto ogni aspetto. Il suo motore è in grado di supportare un peso massimo di ben 150 KG e nelle mie prove sono giunto alla conclusione che è in grado di dare un aiuto in salite fino a circa 30° di pendenza.
Tutta la struttura poi è molto silenziosa: il portapacchi posteriore è saldamente fissato al telaio e non vibra per niente, ed anche se la batteria è estraibile ed il vano è in grado di supportare anche un pacco batterie più capiente, non si sente alcuna vibrazione.
Autonomia della batteria
In quanto a batteria c’è una novità: è possibile acquistare la Engwe Engine X in due versioni, ossia quella con batteria a 48v e 13 Ah (che è quella che abbiamo ricevuto in prova), oppure un’altra versione con una batteria più capiente che continua sempre a lavorare a 48v, ma che è da 16 Ah.
E nonostante non sia dotata di frenata rigenerativa e che il modello che abbiamo ricevuto in prova sia quello “standard” con batteria da 13 Ah, devo dire che in quanto ad autonomia non è niente male: l’azienda dichiara circa 100 km di autonomia, ma nei miei test (con la massima assistenza alla pedalata) sono riuscito a superare i 60 Km con un’unica carica.
Nella media i tempi di ricarica: con il caricabatterie che esce in confezione (che ha presa europea) ci vorranno circa 5 ore per passare dallo 0% al 100%.
Prezzo e considerazioni
Il prezzo della Engwe Engine X è di 1399 euro ma, tramite il box in basso, con il nostro coupon potreste acquistarla con uno sconto di 100 euro. Ed è inutile girarci intorno: è una cifra piuttosto importante, ma in questo periodo storico è così che sta andando il mercato.
Fortunatamente però, la cifra richiesta dall’azienda è ben allineata con quanto offre questo modello: confort e sicurezza. Il telaio, i pneumatici e gli ammortizzatori svolgono il loro ruolo egregiamente, e si vede sin dal primo momento che il livello qualitativo della Engwe Engine X sia decisamente più alto rispetto agli altri modelli in circolazione.
È una bici divertente, con la quale non ci si dovrà più porre il problema del tipo di fondo stradale che si andrà a percorrere. L’unico neo? Il peso, che per alcune persone potrebbe essere eccessivo, soprattutto in città.
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