Potrebbe essere passato in sordina, ma il recente lancio di POCO C40 ha introdotto una soluzione hardware mai vista prima e di un’azienda che non avevamo mai sentito prima. Lo smartphone è mosso da un chipset prodotto da JLQ Technology, più precisamente il modello JR510; un dettaglio intrigante, perchè quando si parla di chipmaker siamo abituati a considerare due sole realtà, cioè Qualcomm e MediaTek. Di conseguenza, veder saltare fuori una nuova realtà in ambito chip è una notizia che merita di essere attenzionata, specialmente in tempi in cui la crisi dei semiconduttori continua a colpire.
POCO C40 introduce al pubblico il mai visto prima SoC JLQ JR510
Chi è JLQ Technology?
Prima di tutto, chi è JLQ Technology, detto anche Lingsheng? Perché non ne avevamo mai sentito parlare, e anche visitando i database di riferimento non troviamo smartphone che montassero soluzioni targate JLQ. Siamo dinnanzi a un chipmaker cinese nato fra 2017 e 2018 a Shanghai per la produzione di circuiti integrati e soluzioni per smartphone 4G/4G+; nella roadmap sono previste anche soluzioni 5G, ma non c’è nessuna data prevista.
Nasce come joint venture fra vari partner commerciali per un investimento complessivo pari a circa 500.000 milioni di dollari. Fra i suoi investitori troviamo nomi come Leadcore, GalaxyCore, Qualcomm e la stessa Xiaomi. Ed è interessante notare che chipmaker come Qualcomm e Leadcore investano in un altro chipmaker potenzialmente concorrente. Fra l’altro, Leadcore è un altro chipmaker minore cinese che in passato ha lavorato al fianco proprio di Xiaomi per la realizzazione dei suoi chipset Surge.
JR510: chipset inedito o rebrand?
Ma torniamo a POCO C40 e al suo chipset JR510, realizzato con processo produttivo FinFET a 11 nm che, nonostante sia di fattura cinese, non è stampato da SMIC bensì da Samsung. Questo SoC 4G contiene una CPU octa-core Cortex-A55 (4 x 2,0 GHz + 4 x 1,5 GHz) e una GPU ARM Mali-G52. JLQ menziona anche l’introduzione di una NPU dedicata, caratteristica decisamente inedita se si considera la fascia di prezzo di appartenenza, e di un sistema multimediale altrettanto avanzato. L’utilizzo di un processore vDSP e un algoritmo proprietario basato su intelligenza artificiale migliorano foto e video in aspetti come riconoscimento delle scene in tempo reale, HDR e riduzione del rumore con doppio microfono.
A indagare in merito ha pensato anche l’insider Kuba Wojciechowski, scoprendo che JLQ Technology conta soltanto 79 dipendenti su LinkedIn, un numero troppo basso anche per un chipmaker di fascia bassa. Anche perché ricordiamo che c’è una bella differenza fra chipmaker fab e fabless. Tuttavia, secondo il sito ufficiale conta oltre 400 dipendenti, e dato che parliamo di un’azienda cinese probabilmente non è lo strumento migliore per analizzarla: nel 2021, Microsoft ha ufficialmente chiuso LinkedIn in Cina dopo le varie problematiche legate al Great Firewall. Il punto è che, secondo Kuba, JLQ non sia in grado di poter lavorare in totale autonomia e che si appoggi ai succitati chipmaker per operare.
Si scopre poi che POCO C40 non è il primo a utilizzare il JR510, essendo stato preceduto dal TW104, prodotto dall’altrettanto sconosciuto americana Treswave. Ma a parte questo, anche tramite manovre di reverse engineering che avrebbero svelato la presenza di connettività made in Qualcomm, l’impressione è che questo JR510 altro non sia che una versione “white-label” dello Snapdragon 662, con cui condivide gran parte delle specifiche. Per chi lo conoscesse, con il termine “white-label” si indicano quei prodotti realizzati affinché altre aziende possano rebrandizzarli.
Nel caso del JR510, Qualcomm avrebbe fornito a JLQ il SoC base privo di quelle componenti proprietarie che ha sostituito con alternative di terze parti. Per esempio, la GPU Adreno 610 e la DPU Qualcomm sono state sostituite da alternative ARM; se si scava all’interno del software, poi, si trovano riferimenti al termine “bengal”, nome in codice dello Snapdragon 662.
C’è un problema per POCO C40
Di per sé, tutta questa indagine potrebbe sembrare fine a sé stessa e interessare solamente i curiosi (come me) del mercato tecnologico e dei semiconduttori. In realtà, quello che ha scoperto l’insider Kuba è decisamente più considerevole, perché riguarda l’utilizzo quotidiano di uno smartphone come il POCO C40. Questo perché il JR510 utilizza Google SwiftShader, uno strumento software per usare la CPU per il rendering grafico tramite libreria grafica Vulkan. Il problema è che, essendo la CPU del JR510 e quindi di POCO C40 decisamente poco performante, qualsiasi app o gioco che utilizzi le librerie Vulkan rischia di rivelarsi inutilizzabile.
E di anomalo c’è che la GPU Mali-G52 supporta le API Vulkan, ma Xiaomi o JLQ hanno deciso di non implementarle lato software e preferire invece il tool di Google. Come ipotizza Kuba, è possibile che la motivazione sia da ricerca nel mancato passaggio di qualche test di compatibilità di Android necessari per ottenere la certificazione Google. Alla luce di ciò, sarà interessante osservare il feedback di consumatori e addetti ai lavori per scoprire se questo JR510 possa rivelarsi o meno un problema per POCO C40.
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