Specialmente in queste ore, la vicenda che vede contrapposte Cina, Taiwan e USA è più viva che mai, anche e soprattutto per la guerra dei chip. Come vi ho spiegato in questo video-editoriale, se la Cina sta intensificando le sue pressioni nei confronti dell’isola di Formosa è proprio in virtù dell’indipendenza tech che sta cercando di ottenere. Allo stato attuale, è la taiwanese TSMC l’azienda leader nella produzione di chip, specialmente quelli più avanzati che troviamo su smartphone, tablet e PC. Esiste un’alternativa cinese che risponde al nome di SMIC ma che finora non ha dimostrato di essere all’altezza della controparte taiwanese, più avanzata tecnologicamente. Tuttavia, recenti ricerche avrebbero svelato che il chipmaker cinese starebbe inaspettatamente avanzando nella sua evoluzione tecnologica.
SMIC raggiunge il processo produttivo a 7 nm: un traguardo per l’indipendenza nei chip della Cina
Secondo i ricercatori di TechInsights, SMIC sarebbe riuscita a raggiungere il processo produttivo a 7 nm. Non si tratta del più avanzato, visto che TSMC e Samsung hanno in commercio soluzione a 6, 5 e 4 nm e stanno già lavorando ai futuri chip a 3 nm. Ma considerato che fino a qualche mese fa si parlava di una SMIC non in grado di avanzare oltre i 10 nm (e che dei suoi 7 nm non si parlava più da anni), ecco che la situazione si fa diversa. La scoperta è stata fatta analizzando dei chip SMIC presenti all’interno di alcuni macchinari ASIC per il mining di criptovalute.
Se SMIC sembra essere riuscita a stampare e commercializzare i suoi primi chip a 7 nm è grazie ai macchinari DUV (Deep Ultraviolet), necessari per la stampa litografica di microchip del genere. Un forte contributo è arrivato da parte del team di 2.000 dipendenti guidato dal co-CEO Liang Mong Song, personalità controversa del settore semiconduttori, accusato di aver passato il proprio know-how prima da Samsung a TSMC e infine da TSMC a SMIC.
Nonostante un traguardo apparentemente notevole per SMIC, c’è chi solleva dubbi sull’effettiva commerciabilità di chip realizzati con sistemi DUV, meno avanzati rispetto a quelli EUV (Extreme Ultraviolet) usati da TSMC e Samsung. Come dichiara Woz Ahmed, ex CSO di Imagination Technologies, “il limite di produzione di chip a 7 nm DUV potrebbe comportare rese e prestazioni non eccezionali“. Senza considerare che due chip a 7 nm possono variare qualitativamente, in particolare nell’effettiva densità dei transistor e quindi nella potenza espressa.
Nel frattempo, gli Stati Uniti non stanno a guardare: nel 2020, SMIC venne inserita nella Entity List da parte del governo Trump, stessa sorte toccata a Huawei e ZTE. Non a caso, si vocifera di come l’evoluzione di SMIC potrebbe salvare la divisione mobile di Huawei, rendendola nuovamente in grado di produrre chip avanzati. Tuttavia, il ban statunitense le impedisce di acquistare quei macchinari EUV dall’olandese ASML, necessari per realizzare quei chip a 7 nm o inferiori che diventeranno lo standard negli anni futuri.
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