SMIC lavora per salvare Huawei, ma TSMC è ancora lontana

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Da quando Huawei non può più munirsi dei SoC prodotti da TSMC, una delle alternative più concrete sembra essere la compatriota SMIC. Ma pur essendo l’epicentro dello sviluppo tecnologico, per assurdo la Cina non ha alternative di livello nel panorama smartphone. Nel paese sono localizzate diverse fabbriche ma di aziende con base in altre nazioni: Intel, Micron, Texas Instruments, NXP, Samsung, SK Hynix e la stessa TSMC. Ne conviene che il ban USA sta duramente colpendo l’economia dei chip cinese, con Huawei come principale vittima in ambito smartphone.

Il legame fra Huawei e SMIC ha subito impensierito il governo USA, che ha preso la palla al balzo per inserire anche il chipmaker nella Entity List. La motivazione sarebbe di stampo militare, ma c’è chi vede in questa mossa un altro sgambetto alla filiera produttiva di Huawei. Fatto sta che anche aziende come Qualcomm non potranno più operare con SMIC, provocando un deciso danno economico ad ambo le parti.

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Ma la Cina non si arrende, come dimostrano gli ingenti finanziamenti ricevuti da SMIC da parte della borsa nazionale. Grazie a questi flussi di denaro, il chipmaker potrà adeguarsi alla concorrenza, viste le limitazioni a cui Huawei è andata incontro negli scorsi mesi. SMIC non è al passo con TSMC: nel mentre il chipmaker taiwanese sta producendo i nuovi SoC a 5 nm, quello cinese è ancora fermo ai 14 nm. Da un lato abbiamo un chip in grado di ospitare 171,3 milioni di transistor, dall’altro uno con 43 milioni.

Insomma, SMIC non può ancora competere con TSMC, ma sta lavorando per compensare questo gap tecnologico. Anche grazie ai miliardi ricevuti in borsa, è in fase di completamento il nuovo nodo N+1 ad 8 nm. Ma confrontando i dati tecnici con i chip a 7 nm di TSMC è chiaro che il chipmaker cinese sia ancora indietro e dovrà ancora lavorare per potersi mettere in pari con i rivali di punta. Nel futuro della società c’è il processo produttivo a 5 nm: la possibilità di raggiungerlo sembrerebbe esserci, ma a quel punto TSMC avrà già iniziato a produrre i suoi chip a 3 nm. E sarà dura per Huawei il rimanere competitiva, avendo anche puntato molto sulla potenza dei propri SoC.

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