Si chiama Baidu Qianshi ed è il primo computer quantistico del colosso della tecnologia cinese, considerato da molti l’alternativa nazionale allo statunitense Google (che in Cina è ufficialmente bloccato). Così come la compagnia di Larry Page e Sergey Brin, anche Baidu è noto alla popolazione cinese per il suo motore di ricerca, ma anche per gli innumerevoli servizi hardware e software che offre. Intelligenza artificiale, navigazione satellitare, enciclopedie digitali, servizi cloud e quant’altro; da qualche anno, il team di Baidu si è concentrato sullo sviluppo del suo primo computer per l’universo quantistico, raggiungendo questo traguardo nei mesi passati.
Baidu presenta Qianshi, il suo primo computer quantistico per la Cina
Cos’è un computer quantistico?
In occasione del Quantum Create 2022 di Pechino, Baidu ha annunciato che il suo computer quantistico è pronto e non soltanto per uso privato, anzi: Qianshi sarà messo a disposizione di terze parti, le quali potranno beneficiare della sua enorme potenza di calcolo. Ma prima di proseguire, è doverosa una rapida spiegazione dell’argomento, dato che quello dei computer quantistici è un mondo ancora in fase di esplorazione e scoperta per il pubblico generalista
Mentre un computer tradizionale si basa sui transistor, i quali agiscono come interruttori rappresentando 1 bit per volta (0 o 1), un computer quantistico abbandona i transistor per affidarsi a particelle subatomiche come gli elettroni. Questo meccanismo sfrutta il loro stato di sovrapposizione quantistica, cioè il poter rappresentare due valori per volta (0 e 1) misurati tramite bit quantistici, anche detti Qubit. Ogni combinazione di Qubit è una potenza di 2 elevato alla quantità di Qubit in azione. Ciò fa sì che i calcoli generati da un computer del genere siano estremamente più complessi, potendo effettuare calcoli paralleli sfruttando questa sovrapposizione.
Tuttavia, proprio come avviene nel paradosso del gatto di Schrödinger, un Qubit vale sia 0 che 1 solo finché non viene osservato; di conseguenza, un computer quantistico si affida alla correlazione quantistica (entanglement). Per conoscere il probabile valore di un Qubit ci si affida alla reciproca influenza con quelli limitrofi, tramite appositi algoritmi che elaborano questo tipo di calcolo probabilistico estremamente ampio e complesso. Ecco come un computer quantistico va oltre le limitazioni fisiche dei transistor, la cui eccessiva miniaturizzazione rischia di mettere a rischio la loro efficacia fisica. E questo porterebbe a conclusione la Legge di Moore, che negli anni ’70 formulò la tesi secondo cui la quantità di transistor in un microchip raddoppi ogni 2/3 anni.
A cosa serve un computer quantistico?
Baidu Qianshi è un computer quantistico dotato di un processore a 10 Qubit, ma ha specificato di star già lavorando a una soluzione a 36 Qubit. Non si tratta della soluzione più avanzata al mondo, però: Google Bristlecone gira a 72 Qubit, mentre IBM Eagle si spinge a ben 127 Qubi; anche in Cina troviamo macchine più potenti di quella targata Baidu, come il Jiuzhang 2.0 a 113 Qubit. Nel frattempo, IBM afferma di essere al lavoro per rilasciare un computer quantistico per uso commerciale da oltre 4.000 Qubit per il 2025, mentre Google punta a una macchina da addirittura 1.000.000 di Qubit entro la fine del decennio.
Quantità di Qubit a parte, l’obiettivo di Baidu è quello di unirsi alla corsa globale nello sviluppo di macchine quantiche che superino i limiti di quelle attuali. Baidu dichiara che il suo computer Qianshi è il primo al mondo a offrire un’integrazione hardware/software di tipo quantistica su tutte le piattaforme, aggiungendo che le soluzioni attualmente in commercio non vanno oltre i 7 Qubit. Supercomputer del genere esistono per svolgere scopi ben oltre le possibilità delle macchine odierne, perlopiù per settori quali intelligenza artificiale, finanza, simulazioni di vario tipo e ricerca scientifica.