È notizia di questi giorni che il cambio Euro/Dollaro abbia raggiunto la parità: adesso 1 Euro vale 1 Dollaro, una situazione che non avveniva da novembre 2002 e che avrà conseguenze sugli acquisti dalla Cina. Se 20 anni fa le due valute erano equiparabili era dovuta alla gioventù della moneta europea, che era in circolo da meno di un anno. Il massimo splendore dell’Euro venne raggiunto nella primavera 2008, quando 1 Euro valeva circa 1,6 Dollari. Da allora, le circostanze economiche sono molto cambiate e pongono l’Euro in una posizione di svantaggio rispetto alla controparte statunitense.
Indice
Euro e Dollaro alla pari: l’impatto per gli acquisti dalla Cina si farà sentire
Perché l’Euro è meno forte del Dollaro?
Prima di tutto, è doverosa una premessa: oltre all’Euro, anche lo Yen è sceso e ha raggiunto il valore di 0,0072 Dollari, mai così basso dal 1998. Stessa cosa per la Sterlina, che con un valore attuale di 1,18 Dollari non è stata mai così bassa dal 1985. Questo per sottolineare che è anche il Dollaro che ha preso una posizione di vantaggio generale nei rispetti delle altre valute di riferimento dei mercati. Un esempio che sta rimbalzando molto in rete è quello di McDonald’s: se un anno fa acquistare un Big Mac sarebbe costato 6,7€, adesso salirebbe a 7,99€. Se invece ci spostiamo al nostro ambito tecnologico, ecco che un iPhone comprato negli USA 670€ adesso ci costerebbe 800€.
Detto questo, le motivazioni per cui l’Euro è sceso così tanto negli ultimi mesi sono variegate e le abbiamo già discusse sui nostri lidi. La pandemia è stata senza ombra di dubbio un acceleratore importante, così come tutte le varie crisi che ne sono derivate in maniera più o meno ricollegabile. Materie prime, trasporti, disoccupazione, inflazione, per non parlare del conflitto fra Russia e Ucraina e la relativa crisi energetica.
Perché il Dollaro è più forte dell’Euro?
E se il Dollaro si è rinforzato è proprio per questa situazione di incertezza economica, che ha portato i mercati internazionali ad acquistare una maggiore quantità di Dollari come valuta rifugio, essendo una moneta accettata pressoché ovunque. Inoltre, mercati e investitori hanno apprezzato l’operazione di contrasto all’inflazione attuata dalla Banca Centrale Americana, che ha alzato i tassi d’interesse dello 0,75%, l’aumento più alto dal 1994. Un’operazione che anche la Banca Centrale Europea ha annunciato che farà (per la prima volta in oltre 10 anni) ma nei prossimi mesi. Senza contare che il conflitto in Ucraina ha gettato l’ombra della recessione sull’Europa, dando più sicurezza agli investimenti sull’economia statunitense.
Parità Euro/Dollaro: quali sono le conseguenze?
A rigor di logica, con il cambio Euro/Dollaro più svantaggioso per noi europei la prima conseguenza è l’aumento di prezzo delle importazioni. E non soltanto per beni e servizi acquistati dagli USA, ma anche da altri paesi, pertanto i rincari possono ripercuotersi anche sull’acquisto di quelle materie prime e fonti energetiche i cui costi sono già in aumento proprio a causa della loro scarsità. Per esempio, se nel 2008 un barile di petrolio superava i 130 Dollari, la posizione forte dell’Euro permetteva di acquistarlo a un prezzo inferiore del -30%.
D’altro canto, se l’Euro vale meno significa che diminuisce il prezzo delle esportazioni, potenzialmente favorendo nazioni europee come Germania, Olanda, Italia, Francia e Belgio, nella top 10 dei maggiori esportatori al mondo. Un Euro più debole significa prezzi più attraenti per le nazioni estere che pagano in Dollari, Stati Uniti in primis. Tuttavia, è una bilancia difficile da gestire, perché se da un lato i profitti aumentano è anche vero che l’aumento dei costi di produzione potrebbe azzerare questo vantaggio.
Acquisti dalla Cina: cosa cambierà?
Arriviamo a un punto per noi focale della discussione che gravita attorno alla parità fra Euro e Dollaro: gli acquisti dalla Cina. Visto che parliamo di monete occidentali, qualcuno potrebbe distrattamente pensare che non ci siano dirette conseguenze per merci che arrivano dall’Asia: purtroppo non è così. Negozi di riferimento come Aliexpress, BangGood, GeekBuying, GoBoo, GShopper, Edwaybuy e così via sono sì cinesi ma sono negozi internazionali e quindi operano principalmente in Dollari. Se negli anni passati era così conveniente acquistare dalla Cina era proprio in virtù di un cambio Euro/Dollaro vantaggioso per noi italiani. Per capirci, se prima un prodotto del valore di 100 Dollari lo si pagava 90 Euro, adesso lo si pagherebbe 100 Euro.
E le conseguenze del calo di valore dell’Euro non si rifletteranno soltanto sul costo del prodotto in sé, perché è molto probabile che ci sarà un rincaro sulle spedizioni. Essendo anch’esse calcolate in Dollari dagli store in questione, sarà applicato lo stesso meccanismo: se prima una spedizione da 10 Dollari costava 9 Euro (considerato un cambio medio degli ultimi anni di 1,10), adesso costerebbe 10 Euro.
Anche acquistare in Italia sarà più caro
Se quindi sarà meno conveniente acquistare dalla Cina, ciò non significa che gli acquisti in Italia non avranno conseguenze dalla parità Euro/Dollaro. I succitati aumenti dei costi di importazione si rifletteranno anche per le società che vendono ufficialmente in Italia, soprattutto nel caso di realtà cinesi come Xiaomi, OPPO, OnePlus e vivo. Bisognerà capire come queste gestiranno l’innalzamento dei prezzi, se decideranno di ammortizzarlo internamente o se effettivamente vedremo rincari anche su store online come Amazon, MediaWorld, Unieuro e nei vari negozi fisici.
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