Ecco come la vedo. Gli Xiaomi di quest’anno sono, in un certo senso, molto diversi da quelli che conosciuto negli anni passati. Xiaomi 12 (qui la recensione) è uno dei top di gamma più compatti e maneggevoli del mercato, ed il suo fratello maggiore è come se fosse l’esempio di quanto il brand cinese sia maturato nel tempo.
Ed è maturato per un motivo semplice: a parer mio, fino ad oggi Xiaomi è stata una di quelle aziende che tendevano a “pompare” la scheda tecnica con caratteristiche top, ma che poi in realtà – in quanto ad esperienza utente – lasciavano molto desiderare. Insomma, che io ricordi, l’esperienza utente è sempre stata un po’ sottovalutata dal brand, ed è anche questo concetto che (probabilmente) ha fatto prendere alla MIUI la nomea di interfaccia grafica “poco piacevole” da utilizzare.
Poi però sono arrivati i tre Xiaomi 12. Tre dispositivi con i quali in un certo senso l’azienda ha dimostrato di aver capito quale fosse il problema, e che potrebbero essere considerati come l’ingresso definitivo del brand nel mondo dei grandi.
E non solo nell’aspetto che, ammettiamolo, è diventato meno vistoso e più elegante, ma anche per una questione di bilanciamento, o meglio, di convivenza tra diversi fattori: lo Xiaomi 12 Pro è uno smartphone in cui scheda tecnica ed esperienza utente vanno a braccetto, e lo fanno anche nella ROM cinese che è installata nel dispositivo che abbiamo in prova.
Non per niente, nel nostro gruppo Telegram “InProva con Giz“, dove giornalmente condividiamo i backstage delle recensioni a cui stiamo lavorando, le domande che ci avete fatto sono tantissime. Ma andiamo con ordine.
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Recensione Xiaomi 12 Pro: caratteristiche, prestazioni e dove comprarlo in Italia
Unboxing – Xiaomi 12 Pro
La confezione dello Xiaomi 12 Pro è in linea con quelle viste in tutti gli altri modelli del brand. Date le dimensioni dello smartphone, è una scatola piuttosto grande, nel cui interno sono presenti tutti gli accessori necessari per poter sfruttare sin da subito lo smartphone, compreso il caricabatterie da 120w. Al suo interno troviamo:
Xiaomi Mi 12;
Cover in TPU;
Caricabatterie da 120w
Manuale.
Design e materiali
Grande 163,5 × 74,6 × 8,16 mm e pesante 205 grammi, il design dello Xiaomi 12 Pro è praticamente identico a quello della versione più compatta. Anzi, si potrebbe affermare che dal punto di vista estetico i due smartphone sono praticamente identici (eccetto che, chiaramente, per le dimensioni).
E così come il piccolino della famiglia, anche Xiaomi 12 Pro è disponibile in una versione in cui la back cover è realizzata con una pelle biolgica, il dispositivo che abbiamo in prova però è quello “standard” di colorazione nera: la back cover posteriore ha una finitura opaca che anche se potrebbe sembrare piuttosto “anonima” (incredibile dirlo di uno Xiaomi), a me è piaciuta particolarmente anche grazie alla sua finitura opaca che è in grado di gestire bene le impronte e la polvere.
Non è più una novità poi, che quest’anno Xiaomi abbia fatto un ulteriore cambio di stile per quanto riguarda il camera bump: anche sullo Xiaomi 12 Pro è un rettangolo posizionato verticalmente, diviso in più sezioni, in cui la grande fotocamera principale è stata posizionata superiormente, e le altre due fotocamere (assieme al flash LED) inferiormente.
Sulla questione estetica e sul fattore “riconoscibilità” ne abbiamo già discusso parecchio ormai, quindi non mi soffermerò troppo a ripetere gli stessi concetti, ma una cosa va detta: non è di certo originale come quello del OnePlus 10 Pro (qui la nostra recensione), ma a me piace. E tutto sommato sono piuttosto soddisfatto anche da questo “cambio di stile” portato avanti da Xiaomi, che con questi nuovi 12 è diventata più elegante del passato.
Il tasto d’accensione e il bilanciere del volume sono stati posizionati sul lato destro, nonostante le dimensioni del dispositivo sono piuttosto semplici da raggiungere, inferiormente è presente l’ingresso per il cavo USB-C, accanto al carrellino delle SIM, è stato integrato il blaster IR che trasforma lo smartphone in un telecomando universale e c’è una grande novità per gli speaker: a differenza di quanto abbiamo visto nel modello più piccolo, lo Xiaomi 12 Pro integra ben 4 speaker (2 per le tonalità alte e 2 per le basse) che, però, sono stati posizionati in un modo piuttosto contorto. Ma a questo ci arriviamo.
Tutta la parte anteriore è occupata da un display curvo ai due bordi laterali protetto da un Gorilla Glass Victus che integra il sensore per le impronte digitali.
Display
Lo schermo è uno dei principali protagonisti di questo Xiaomi 12 Pro. E se nel Mi 11 il display era uno dei migliori in circolazione, con la nuova generazione il brand cinese è riuscito a fare altri passi in avanti: lo schermo dello Xiaomi 12 Pro non solo continua a mantenere la risoluzione di 1440p, la frequenza di aggiornamento massima a 120 Hz e la frequenza di aggiornamento del tocco di 480 Hz che abbiamo visto nella generazione precedente ma, questa volta, utilizza il nuovo pannello E5 di Samsung, coadiuvato dalla tecnologia Micro-Lens e dall’LTPO di seconda generazione. In soldoni è uno dei display con la migliore qualità visiva, ed il minore consumo energetico.
Così come abbiamo visto con il OnePlus 10 Pro però, anche nello Xiaomi 12 Pro la gestione della tecnologia LTPO 2.0 è piuttosto controversa. Ok, che si tratti di una tecnologia dipendente dalle impostazioni scelte da ogni brand e che sia dipendente dalla luminosità è ormai una cosa assodata, ma in questo Xiaomi 12 Pro ho notato diversi particolari che, in un certo senso, potrebbero influenzare l’esperienza utente.
Nonostante la tecnologia LTPO 2.0 sia in grado di gestire frequenze di aggiornamento variabili da 1 Hz a 120 Hz, con lo Xiaomi 12 Pro nei miei test non sono mai riuscito a scendere al di sotto dei 10 Hz (il OnePlus 10 Pro, invece, si fermava a 5 Hz), inoltre a differenza di quanto abbiamo visto nel nuovo top di gamma OnePlus, la questione della luminosità è gestita diversamente: per ottenere i 5Hz nello Xiaomi 12 Pro, la luminosità deve essere impostata al massimo, altrimenti con una luminosità al minimo torna sui 60 Hz.
Ho poi notato anche un’altra cosa forse troppo conservativa: quando si sceglie la gestione della frequenza di aggiornamento automatica, alcune applicazioni non vengono visualizzate a 120 Hz (e sono app che ne gioverebbero). Per far sì che il sistema utilizzi sempre la massima velocità di aggiornamento dello schermo, bisogna andare nelle Impostazioni del display e impostare manualmente i 120 Hz.
Detto questo, lo schermo dello Xiaomi 12 Pro ha colori e bianchi bel bilanciati, neri molto profondi, un buon rapporto di contrasto, insomma inutile girarci intorno: è uno dei migliori display in circolazione, se non il migliore.
Hardware e prestazioni
Dopo aver visto la videorecensione dello Xiaomi 12, in molti su “InProva con Giz” ci hanno chiesto se lo Xiaomi 12 Pro soffrisse degli stessi problemi di surriscaldamento che abbiamo notato nel fratello minore. Perché sì, anche nello Xiaomi 12 Pro è stato utilizzato il nuovo Snapdragon 8 di prima generazione che, nel nostro sample, è affiancato da 8 GB di memoria RAM di tipo LPDDR5 e 128 GB di memoria interna di tipo UFS 3.1. Una configurazione da super top di gamma, che permette di svolgere praticamente tutte le operazioni possibili con uno smartphone, e lo fa al massimo della potenza.
Ma ormai sappiamo tutti che lo Snap 8 Gen 1 per quanto sia potente, soffre di un problema da non sottovalutare: il surriscaldamento. Ebbene, sarò conciso: anche Xiaomi 12 Pro si surriscalda parecchio, ma non come il modello più piccolo.
Se ricordate, con lo Xiaomi 12 ho tentato più volte di portare a termine lo stress test di AnTuTu, ma senza successo perché il dispositivo si surriscaldava talmente tanto, che il sistema andava in blocco di protezione. Ebbene, con lo Xiaomi 12 Pro le cose sono leggermente migliorate: in realtà, non sono riuscito ad eseguire uno stress test di 30 minuti, come faccio di solito, perché la temperatura del dispositivo superava addirittura i 55 gradi, ma un test di 15 minuti invece è andato a buon fine.
Quindi in tutta sostanza sì, Xiaomi 12 Pro soffre del solito problema di surriscaldamento, ma meno del fratello minore e c’è di più: anche se le frequenze di Clock dei core della CPU sono meno stabili rispetto a quanto abbiamo visto nel OnePlus 10 Pro, in realtà le performance generali del processore hanno generato dei picchi negativi meno marcati di quanto abbiamo visto sul OnePlus.
C’è da dire però, che non sempre la situazione è questa. Ok, in linea del tutto generale lo smartphone si surriscalda sempre nella sezione superiore della back cover, ma in realtà la gestione della temperatura in operazioni meno complesse di uno stress test non è poi così malaccio: ho provato a portare avanti una sessione di circa un’ora di gaming con Call Of Duty Mobile ed anche se la temperatura si è alzata parecchio, non ha mai superato quella soglia di “fastidio” mentre impugnavo lo smartphone.
E sempre su “InProva con Giz” poi, in molti ci hanno chiesto del sensore di prossimità. Senza girarci troppo intorno, la situazione è la medesima di quella che abbiamo visto con il modello più piccolo.
Anche Xiaomi 12 Pro utilizza il nuovo sensore prodotto da Goodix che, sì, migliora leggermente le cose ma continua ad essere di tipo ottico. In soldoni, questo sensore non solo gestisce il fattore “prossimità”, ma anche il bilanciamento dei colori del display in base alla luce ambientale etc. Il che vuol dire che anche in questo dispositivo il sensore di prossimità viene attivato solo quando lo smartphone è posizionato in posizione verticale o leggermente inclinata: quando si telefona mentre si è in piedi o seduti il sistema si attiva, ma se ad esempio si è a letto con un orecchio appoggiato sul cuscino, inizierebbero ad esserci i primi problemi.
Devo ammettere però, che non ho mai riscontrato i soliti fastidi quando ho provato a telefonare con lo Xiaomi 12 Pro anche se, e questa è una cosa altrettanto fastidiosa, andando ad ascoltare dei messaggi vocali su Telegram o su WhatsApp, più volte mi sono ritrovato con la tendina delle notifiche abbassata, o in qualche particolare schermata del sistema operativo.
Tornando alle cose semplici, l’audio in capsula è ottimo, così come la ricezione del segnale cellulare e del WiFi 6. L’effetto audio ottenuto dai 4 speaker prodotti in collaborazione con Harman Kardon poi è tra i migliori della categoria, ma soffre di un problema: il posizionamento degli altoparlanti.
Il punto è che sì, lo speaker destro e lo speaker sinistro sono del tutto indipendenti dalla capsula auricolare, ma non sono simmetrici: insomma, impugnando lo smartphone in modalità orizzontale, uno speaker sarà alto ed uno basso. Il che vuol dire che, volenti o nolenti, in un modo o nell’altro uno dei due speaker potrebbe essere coperto dalla mano.
Fotocamera – Xiaomi 12 Pro
Con la lineup 12 poi, Xiaomi ha fatto un ulteriore cambio di direzione per quanto riguarda i sensori: al posto di quelli di Samsung, il brand cinese ha deciso di affidarsi a Sony. E nello Xiaomi 12 Pro ha inserito addirittura tre sensori con la stessa risoluzione (cioè 50 megapixel), seppure diversi da loro. Il risultato sono foto con colori colori più intensi, contrasto più marcato e una gestione della gamma dinamica migliore rispetto alle generazioni precedenti.
La fotocamera principale però è l’unica a mostrare davvero i muscoli: utilizza il nuovo sensore Sony IMX707, ed è affiancata da un ultra-grandangolare ed uno zoom 2x entrambe con un sensore JN1.
Le fotografie scattate con la fotocamera principale sono tra le migliori della categoria. I dettagli sono numerosi, il bilanciamento dei bianchi e del colore è fatta a regola d’arte ed il rumore è quasi assente. E le stesse prestazioni le troviamo anche nella modalità notte, una modalità in cui lo Xiaomi 12 Pro ha sostanzialmente le stesse prestazioni del Mi 11 Ultra, con la differenza che non si presenterà più quel problema delle foto “verdastre” che, in alcuni casi, poteva verificarsi con l’Ultra.
Xiaomi ha poi anche migliorato la modalità Notturna: se ricordate bene, con l’Ultra il tempo di esposizione era di 5 secondi, mentre con lo Xiaomi 12 Pro scende a circa 2. Il risultato sono scattati leggermente meno luminosi (e più naturali), ma totalmente privi di alcun micro-mosso, fenomeno che invece influenzava le foto notturne scattate con il Mi 11 Ultra proprio per via del tempo di esposizione eccessivo.
E dei miglioramenti ci sono stati anche nella fotocamera ultra-grandangolare che, seppure non abbia un Field of View ampio come quello del Mi 11 Ultra, produce degli scatti nettamente migliori in quanto a gestione della gamma dinamica e gestione delle aberrazioni cromatiche lungo i bordi delle immagini. Ed anche con questa ottica le prestazioni in modalità notturna non sono assolutamente niente male, anche se il gap qualitativo con la fotocamera principale è decisamente notevole.
Le cose cambiano però quando si utilizza lo zoom ottico 2x. Sia chiaro, in condizioni di buona luminosità anche il teleobiettivo è in grado di generare degli scatti piuttosto buoni, ma la vedo così: i vantaggi di utilizzare uno zoom ottico rispetto a quello digitale (nato dal crop dei 108 megapixel) delle generazioni precedenti non sono tangibili. E sarà che l’unica fotocamera stabilizzata otticamente è quella principale, sarà che l’ottica utilizzata nel teleobiettivo è una f/2.2 (a differenza della f/1.9 utilizzata nelle altre due), ma le foto in modalità notturna scattate con lo zoom ottico di questo Xiaomi 12 Pro non mi hanno convinto molto: la gestione della gamma dinamica è scarsa, potrebbero soffrire di micro-mossi se non si sta con la mano immobile quando si scatta e, in alcuni casi, le immagini potrebbero essere pastellate.
Buoni gli scatti realizzati con la fotocamera frontale da 32 megapixel, così come le foto con effetto ritratto, e buoni anche i video che possono essere registrati alla risoluzione massima di 8k a 24 fps. Tutte le ottiche poi sono in grado di registrare in 4K a 60 fps, e se si imposta una risoluzione di 4k a 30fps o inferiore, è possibile anche cambiare liberamente le fotocamere mentre si registra.
Vero è però, che è ancora una volta la fotocamera principale la migliore in quanto a registrazione video, proprio perché è l’unica ad utilizzare un sistema di stabilizzazione ottico.
Software
Così come con lo Xiaomi 12, al momento della recensione lo Xiaomi 12 Pro che abbiamo in prova è animato da Android 12 personalizzato con la MIUI 13. Non mi dilungherò troppo sul software del nostro sample per il semplice motivo che si tratta della versione cinese del dispositivo: quando avremo modo di installare la ROM ufficiale italiana, pubblicheremo un approfondimento dedicato.
Batteria
La batteria che anima lo Xiaomi 12 Pro è una 4600 mAh. E sì, nonostante i 400 mAh in meno rispetto a quelli visti nel Mi 11 Pro, ma sinceramente più che sull’autonomia (che mi ha garantito poco meno di 5 ore di display acceso con la luminosità automatica e lo schermo fisso sui 120 Hz), ciò di cui vorrei parlare è la tecnologia di ricarica e la struttura della batteria stessa, perché sono proprio questi due fattori che evidenziano come il brand cinese stia avanti anni luce a tutti i competitor per quanto riguarda queste tecnologie.
Fino a prima dello Xiaomi 12 Pro, gli smartphone dotati di ricarica rapida a 120w dovevano essere equipaggiati di una batteria a due celle. Inoltre, la ricarica rapida a 120w era supportata da batterie con capienza superiore ai 4500 mAh. Non per niente il Mi 11 Ultra, con una batteria da 5000 mAh, era dotato di ricarica rapida a 67w.
Ebbene, Xiaomi 12 Pro non solo è il primo smartphone dotato di ricarica a 120w ad utilizzare una batteria a singola cella, ma è anche il primo smartphone con questa velocità di ricarica ad utilizzare una batteria più capiente, seppure di soli 100 mAh.
Il tutto è reso possibile grazie al Surge P1, un nuovo chip proprietario che Xiaomi ha sviluppato proprio per superare tutti i limiti relativi alla ricarica rapida.
Nei nostri test, per una ricarica completa dallo 0 al 100% con il caricabatterie da 120w incluso nella confezione ci sono voluti circa 20 minuti, ed in soli 5 minuti lo Xiaomi 12 Pro è passato dallo 0 al 39%. È poi presente la ricarica wireless da 50w, che può anche essere utilizzata in modalità di ricarica inversa.
Prezzo e conclusioni
Ad oggi è ancora sconosciuta la data di vendita degli Xiaomi 12 e Xiaomi 12 Pro in Italia, ma ci sono dei rumor che li vedrebbero arrivare nel Bel Paese intorno al mese di marzo 2022. È però già possibile acquistarli su Trading Shenzen, con spedizione senza oneri doganali ma animati dallo stesso software del sample che abbiamo ricevuto in prova: cioè con Rom cinese, in lingua inglese ma con GMS e PlayStore installati.
Il prezzo parte dai 697 euro per la versione 8/128, e arriva a 837 euro per la versione 8/256 e a 897 euro per la versione 12/256. Ed il punto è questo: anche se in alcuni segmenti potrebbe sembrare che l’azienda abbia fatto dei piccoli passi indietro, come nella dimensione del sensore della fotocamera principale, la capienza della batteria e anche la potenza della ricarica wireless, in realtà sono dell’idea che soprattutto con questo Xiaomi 12 Pro il brand si sia focalizzato molto sull’esperienza utente e non solo sulle mere specifiche tecniche.
Apple lo insegna ormai da anni, e Xiaomi pare che lo abbia capito: le caratteristiche tecniche non servono a niente se non c’è una buona ottimizzazione ed è proprio sull’ottimizzazione generale che quelli di Xiaomi hanno fatto grandi passi in avanti. D’altronde la potenza è nulla senza controllo, no?
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