Era natale 2020 quando Pavel Durov, il fondatore di Telegram, annunciava che la pubblicità sarebbe diventata parte integrante del business della compagnia. Oggi il social network può contare più di 500 milioni di utenti attivi in tutto il mondo, una crescita che ormai necessita di un piano di finanziamento stabile per essere sostenibile. Fornire un servizio affidabile a una mole tale di utenti significa ingenti spese per gli sviluppatori e la gestione dei server, stimate attorno a qualche centinaio di milioni di dollari all’anno. Ci avviciniamo così a natale 2021 e la compagnia ha ufficialmente dato il via al programma Telegram Ads e quindi all’inserimento di annunci pubblicitari all’interno della piattaforma di messaggistica.
Come affermò Pavel Durov nel succitato post, finora è stato lui a sostenere le spese di Telegram con i propri fondi personali. Ma l’app è destinata a crescere e ad arrivare al miliardo di utenti, pertanto è necessario trovare finanziamenti adeguati. L’alternativa sarebbe vendere l’azienda, ma Pavel ha tenuto a specificare come non voglia fargli fare la fine di WhatsApp. Per Pavel, Telegram deve rimanere un progetto indipendente, dove gli utenti siano rispettati con un servizio di alta qualità, e ciò non è possibile entrando a far parte di una società come nel caso di Facebook.
Telegram annuncia l’arrivo della pubblicità nella piattaforma, ma con un occhio alla privacy
Ed è così che Telegram dà il benvenuto alla pubblicità, mezzo necessario per poter sostenersi rimanendo indipendenti e interamente gratis. Pavel specifica anche che verranno aggiunte nuove funzionalità per team aziendali e utenti esperti e che alcune saranno a pagamento, ma che queste non riguarderanno l’utenza standard. Ma prima di gridare alla sciagura, ha tenuto a specificare che l’introduzione della pubblicità avverrà con la stessa integrità dimostrata nei suoi 8 anni di attività. L’obiettivo è inserire annunci pubblicitari che non siano intrusivi ma soprattutto che non violino la privacy dell’utenza.
Prima di tutto, non ci sarà pubblicità nelle chat singole e in quelle di gruppo. L’inserimento di annunci sarà possibile solamente nei canali pubblici che avranno superato i 1.000 iscritti e avrà una limitazione di 160 caratteri per inserzione. E già questo è un aspetto che tranquillizzerà tutti coloro che temevano che la pubblicità potesse risultare troppo invasiva. Il punto della creazione della piattaforma Telegram Ads è proprio quello di permettere ai proprietari di questi canali di inserire annunci sul proprio spazio.
Oltre a ciò, Pavel ha tenuto a fare il punto della situazione anche sull’aspetto più critico, ovvero quello della privacy. Le inserzioni pubblicitarie saranno legate esclusivamente al topic del canale in cui vengono mostrate. In poche parole, non ci sarà profilazione dell’utenza, pertanto non verranno mostrate pubblicità sulla base del proprio comportamento come avviene invece su Google, Facebook, Amazon e così via. Ogni utente in quel dato canale vedrà la stessa identica pubblicità e nella lingua che deciderà il proprietario del canale. Inoltre, Telegram non terrà traccia del fatto se sia cliccato o meno su un’inserzione e impedirà che le pubblicità possano essere visualizzate su spazi esterni, in modo che il tracciamento non venga fatto nemmeno per vie traverse.
Per il momento, le entrate pubblicitarie serviranno a coprire i costi affrontati da Telegram. Qualora si dovesse raggiungere una situazione i cui le entrate eccedono i costi, allora il surplus verrà condiviso con i proprietari dei canali su cui appaiono le pubblicità. Non c’è ancora una data di inizio, anche perché il tutto è sempre in fase di test, ma immaginiamo che la transizione potrebbe avvenire già a giorni.
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