Si sta facendo tanto parlare dell’enorme successo riscosso da Squid Game, ma a quanto pare alla Cina non interessa. La serie sud coreana di Netflix ha attirato una platea vastissima, con un valore stimato di quasi 900 milioni di dollari al netto dei 21 spesi per l’intera produzione. A meno che non viviate fuori dai social e dai media, difficilmente non ne avrete sentito parlare in lungo e largo. Un successo che sottolinea una presenza consolidata dell’Asia, in particolar modo del Sud Corea, nel mondo dell’intrattenimento. Si fa l’esempio di successi di pari merito come il pluri-premiato Parasite in ambito filmico, mentre spostandoci in quello musicale come non citare i seguitissimi BTS.
I motivi per cui una serie come Squid Game è riuscita ad attirare così tanta attenzione sono molteplici e se ne continua a discutere. Ci troviamo dinnanzi ad una nuova iterazione di quel Battle Royale che è stato affrontato più volte in ambito cinematografico. In primis dall’omonimo film di matrice nipponica (tratto dall’altrettanto omonimo manga), in secundis in veste più occidentale dal più noto Hunger Games. Ecco, in questo dualismo Squid Game si pone a metà, riuscendo nell’intento di porsi come una via intermedia, contemplando un tipo di narrazione in linea con i gusti occidentali ma senza disdegnare una ponderata messa in scena di numerosi atti di violenza. Quella violenza a tratti repulsiva ma anche intrattenente, condita da dinamiche che ricordano da vicino Takeshi’s Castle e Mai Dire Banzai.
La Cina non vuole trasmettere Squid Game: “È un contenuto troppo oscuro”
Ma sono proprio i motivi del successo che hanno convinto la Cina a non voler trasmettere Squid Game. A parlarne è Wang Xiaohui, chief content officer di iQIYI, di proprietà di Baidu (la Google cinese) e una delle principali piattaforme di streaming video della Cina. Egli ha così affermato: “Questo tipo di argomento riflette il lato particolarmente oscuro della natura umana e sicuramente non sarà prodotto in Cina. Per quanto riguarda la produzione di contenuti, dobbiamo seguire l’ideologia e le tendenze sociali, compreso l’entusiasmo e l’unità del popolo cinese“. Ha poi proseguito, specificando che i valori tradizionali cinesi sono ancora molto diversi dai paesi occidentali e che la nazione debba prestare attenzione a preoccupazioni ed ansie della società.
Al contrario di buona parte del mondo, Netflix non opera ufficialmente in Cina, per quanto non abbia un vero e proprio ban rispetto a realtà come Google e Facebook (per citare i due esempi principali). Qualche anno fa, il celebre servizio di streaming aveva stretto un accordo proprio con iQIYI, in modo da rendere disponibili alcuni dei suoi prodotti anche in Cina. La partnership si è però conclusa nel 2019 e da allora non ha più potuto offrire il suo catalogo alla popolazione cinese. Al suo posto troviamo appunto iQIYI, ma anche Tencent Video, Youku, Bilibili, PPTV ed altre realtà locali più o meno diffuse.
L’unico modo affinché un contenuto, come in questo caso Squid Game, venga trasmesso in Cina è quindi che uno dei succitati servizi ne acquisti i diritti di distribuzione. Ma sembra proprio che nessuno sia disposto a farlo, anche perché una decisione del genere andrebbe direttamente contro quella che pare una scelta morale da parte della nazione (governo in primis). Inutile dire che parte della popolazione cinese sta comunque guardando Squid Game, ricorrendo alle classiche tecniche di pirataggio mediante ausilio di una VPN per bypassare i blocchi internettiani del Great Firewall cinese. Le stesse aziende cinese hanno cercato di capitalizzare sul successo della serie Netflix, proponendo vestiti a tema e persino i famigerati dolci Dalgona.
E forse anche per questo i servizi di streaming cinesi non appaiono intenzionati ad acquistare i diritti per trasmettere Squid Game. Se anche la serie arrivasse in Cina, lo farebbe in una versione censurata, rimuovendo le (numerose) parti violente. Una modifica che, oltre a far discutere sulle dinamiche cinesi, rischierebbe di non essere d’appeal a quella platea cinese che ha già visto la serie non censurata per “vie traverse”. Quando Game of Thrones venne trasmesso in Cina in versione edulcorata, Tencent Video venne aspramente criticata dai suoi utenti.