Sono piuttosto certo che il nuovo design di Google Pixel 6 e 6 Pro polarizzerà il gusto della community. Big G ha ufficialmente deciso di stravolgere le carte in tavola, cambiando totalmente la linea visiva adottata nelle scorse generazioni. La famiglia Pixel non ha mai apportato modifiche stravolgenti in termini estetici, portando sul mercato smartphone abbastanza conservativi, in un panorama dove pochi osano. Ma il cambiamento visivo non è l’unica novità dei nuovi smartphone Google, anzi.
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Design e display
Specialmente con la serie Pixel 5, gli utenti Google si erano lamentati di un approccio fin troppo modesto, con smartphone che sfiguravano se paragonati alle scelte dei competitor. Ma sotto il punto di vista estetico, Google Pixel 6 e Pixel 6 Pro introducono cambiamenti più decisi. Non tanto davanti, dove troviamo l’ormai canonico schermo punch-hole, quanto piuttosto sul posteriore. Su tutti i modelli Pixel lanciati negli anni addietro, il produttore ha adottato un comparto fotografico localizzato in alto a sinistra. A questo giro, invece, il modulo della fotocamera è tutto nuovo, nella posizione e nelle forme. A proteggere la scocca c’è la certificazione IP68 contro liquidi e polvere.
La famiglia Google Pixel 6 introduce un modulo fotografico centrale, situato all’interno di una banda in vetro sopraelevata rispetto alla scocca e contorniata da un bordo metallico. Se volessimo trovare una similitudine con il passato di Google, una vaga somiglianza la si può notare con il fu Nexus 6P in partnership con Huawei. Una soluzione decisamente evidente alla vista e supponiamo che sia questo l’intento di Google, dare predominanza visiva a quello che è uno dei pezzi forti dello smartphone. In termini di materiali, Google ha adottato una finitura in alluminio matte per Pixel 6, mentre sul Pro troviamo un alluminio lucido.
Rispetto alle precedenti generazioni, il cambio riguarda anche le colorazioni, con la banda fotografica che separa la back cover in due. Parte inferiore e superiore hanno colori differenti, mentre il logo Google è spostato al centro non essendoci più il sensore ID, spostato sotto allo schermo (c’è anche il riconoscimento facciale). Per l’esattezza, Pixel 6 è proposto nelle tinte Kinda Coral, Sorta Seafoam e Stormy Black, mentre Pixel 6 Pro in quelle Sorta Sunny, Cloudy White e Stormy Black.
Nello specifico, abbiamo uno schermo piatto OLED da 6,4″Full HD+ a 90 Hz su Pixel 6 e curvo OLED da 6,7″ Quad HD+ (3120 x 1440 pixel) a 120 Hz su Pixel 6 Pro, in ambo i casi protetti da vetro Gorilla Glass Victus. Non solo: il modello Pro vanta un pannello LTPO con refresh rate variabile da 10 a 120 Hz a seconda della circostanza. Un vantaggio soprattutto per l’autonomia, potendo usare i 120 Hz soltanto quando necessari.
Hardware
Non solo estetica: la vera novità di Google Pixel 6 e 6 Pro è sotto al cofano. Si vociferava ormai da tempo e adesso è realtà: Google inaugura così Tensor, il suo primo SoC proprietario. Un chipset realizzato non tanto per flettere i muscoli in termini di potenza bruta, quanto per ottimizzare al meglio parametri come intelligenza artificiale e machine learning. Una strategia che abbiamo già vista adottata lato fotografico con i vecchi Pixel, in grado di eccellere con numeri minori sulla carta rispetto ad altri rivali.
Prodotto da Samsung, il SoC ha una CPU octa-core (2 x 2,8 GHz Cortex-X1 + 2 x 2,25 GHz Cortex-A78 + 4 x 1,8 GHz Cortex-A55), GPU Mali-G78 ad 848 MHz e RAM LPDDR5. L’implementazione del SoC Tensor porta con sé Titan M2, rinnovato chip per la sicurezza dedicato a proteggere pagamenti, bootloader, lock screen, crittografia, archiviazione interna e potenziali attacchi maligni.
Inoltre, dentro a Tensor troviamo anche una Tensor Processing Unit (TPU), cioè una versione mobile dei processori ASIC che Google utilizza nelle sue server farm. La sua implementazione permette ai Pixel 6 e 6 Pro di alzare l’asticella in determinati comparti, in particolar modo quello fotografico (tutti i dettagli nel paragrafo “Fotocamera“). Lato connettività, oltre ovviamente a 5G con modem Exynos 5123 e Wi-Fi 6E, è integrato per la prima volta il supporto UWB (Ultra Wideband). Anche la serie Pixel 6 adotta il protocollo di comunicazione wireless a corto raggio per comunicare con i dispositivi compatibili. Inoltre, anche mediante NFC è possibile usare lo smartphone come chiave digitale per l’auto.
I tagli di memoria sono da 12/128 GB per Pixel 6 e 12/128 GB e 12/256 GB per Pixel 6 Pro. Le batterie sono da 4.600 e 5.000 mAh con supporto alla ricarica wireless da 30W. Sarà interessante valutare la resa dell’autonomia, vista la presenza di un SoC dedicato che, sulla carta, dovrebbe garantire una resa migliore. All’interno dei Pixel 6 ci sarà quello che viene definito un “always-on computer” per gestire quelle mansioni a basso carico, come per esempio l’Ambient Display.