Non è passato troppo tempo da quando due anni fa vivo annunciava la nascita di iQOO, seguendo la strategia dei sub-brand portata avanti da varie aziende. Oltre a Xiaomi e Huawei, anche la stessa OPPO ha fatto lo stesso: prima indirettamente con OnePlus, poi in maniera più concreta con Realme. Il motivo per cui il marchio iQOO è nato è lo stesso di quanto avvenuto da parte di OPPO: la volontà di allargare le proprie mire espansionistiche ad altre fette di pubblico. Storicamente, infatti, sia OPPO che vivo hanno sempre puntato ad un pubblico mainstream, fra smartphone estremamente premium e innovativi e modelli più economici per generare più vendite. Ed infatti iQOO è stato creato con in mente il target più tipicamente geek, che compra online e sta molto attento a prezzo e specifiche. Esattamente quanto avvenne con la Xiaomi degli esordi, con OnePlus ed infine con Realme (così come Redmi ed Honor).
vivo celebra un importante traguardo per il suo sub-brand iQOO
Pur non mirando ad un pubblico particolarmente ampio, il successo riscosso da iQOO si è rivelato piuttosto cospicuo, maturando 25 milioni di smartphone venduti dagli esordi ad oggi. Di per sé non sarebbe un numero pazzesco, se si considera che proprio vivo, nello stesso periodo, ha venduto la bellezza di 234 milioni di telefoni. Non a caso, questo 2021 sta vedendo vivo davanti a OPPO e Huawei come quota di mercato. Ma bisogna fare due considerazioni importanti, a partire dal fatto che in questi 234 milioni sono compresi anche i 25 milioni di iQOO. Questo perché, a differenza di Realme che è un’entità separata, iQOO è considerata come una famiglia di dispositivo del catalogo vivo. Praticamente la stessa cosa che avviene fra Xiaomi e Redmi, le cui vendite sono accorpate.
La seconda cosa da considerare è che vivo ha un bacino di utenza ben maggior, nonché una cronistoria più prolungata. Come vi ho spiegato nel mio editoriale su BBK, il marchio vivo esiste sin dal 2009. Al contrario, iQOO è nato a giugno 2019 e da allora vende quasi esclusivamente in due macro-aree: Cina e India. Per quanto ci siano rivenditori che importano i telefoni anche in altre zone asiatiche, i suoi telefoni di punta non sono propriamente fra i più economici. Trattandosi di modelli con specifiche hardware di alto livello (spesso con SoC Snapdragon 8xx), non possono puntare a grosse vendite nei mercati più tipicamente emergenti.
A tal proposito, sono stati create serie di smartphone come quella iQOO U e iQOO Z, con specifiche più modeste e prezzi più bassi. Ma una maggiore apertura potrebbe esserci con l’espansione del brand iQOO altrove, in particolar modo mercati più ricchi ma anche competitivi come Europa ed USA. Dubito che ciò accadrà a breve, anche perché vivo è da poco arrivata nel nostro continente e deve ancora dimostrare di poter generare numeri importanti. Non ci resta che vedere come si evolverà la situazione di mercato.
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