Il 2021 è un anno a dir poco difficoltoso per il traffico mercantile, prima con il gravoso problema del canale di Suez bloccato e più di recente dai porti cinesi insidiati dal Covid-19. Nel primo caso, era il 23 marzo quando la nave Ever Given finiva vittima di forti raffiche di vento e si incagliava nel canale artificiale che collega mar Rosso e Mediterraneo. E con essa rimasero bloccati per sei giorni qualcosa come 18.300 container, al cui interno si poteva trovare di tutto. Anche prodotti tecnologici, considerato che la Ever Given è un’imbarcazione enorme: 400 metri di lunghezza per 220.000 tonnellate. Senza considerare che in quei 6 giorni è stato bloccato un canale marittimo fra i più sensibili al mondo, dove passa il 7% del traffico mercantile globale e dove centinaia di navi rimasero ferme o furono costrette a deviare e circumnavigare l’Africa.
Il canale di Suez non è più bloccato, ma la nave Ever Given sta ancora bloccando il mercato globale
Da allora sono passati quasi tre mesi, ma non tutti sanno che la nave Ever Given è ancora bloccata. Dopo lo sblocco del canale, è stata ancorata nel canale di Suez (all’interno del Grande Lago Amaro) e lì giace sin da allora. Il motivo non è di tipo materiale ma giuridico: dopo l’accaduto, è scoppiata una prevedibile diatriba legale fra i proprietari della nave (Shoei Kisen Kaisha) e le autorità che amministrano il canale egiziano. Il tribunale egiziano ha avanzato una richiesta di risarcimento pari a ben 770 milioni di dollari, poi abbassatosi a 460, nel quale ricadono le spese di soccorso, i mancati guadagni dal canale e i danni causati alla zona geografica. Ci vorrà ancora tempo prima di trovare un accordo comune, ma fino a quel giorno saranno bloccati sulla nave anche i 26 membri dell’equipaggio.
Oltre a tutto ciò, non sono mancate ulteriori polemiche. Non soltanto fra le due parti in causa, ma anche dalle aziende che si trovano con prodotti bloccati dal valore di 500/600 milioni di euro e lasciate all’oscuro sull’andamento della vicenda. Anche perché c’è Oltre alla nave in sé, il blocco conseguito riguarda anche le merci presenti a bordo all’interno delle migliaia di container che sono ancora ferme sopra di essa. Vengono citate IKEA e Lenovo fra le aziende più colpite da questo blocco, ma l’elenco comprende un numero piuttosto nutrito di società di piccola e media entità. E il rischio è che la disputa vada avanti ancora per mesi, se non addirittura anni, e che queste merci rimangano lì per molto tempo.
Come afferma il direttore della Pearson 1860, la quale conta più di 100.000$ di prodotti sulla Ever Green, “non ci sono molte speranze di vedere il nostro stock quest’anno“. Un problema non di poco conto, perché il rischio è che le merci arrivino a destinazione troppo tardi, quando ormai non potranno più essere vendute al costo iniziale e fuori tempo massimo. E se le aziende come IKEA e Lenovo sono comunque coperte da assicurazione, lo stesso non si può dire per le realtà più di piccola entità. Ma non finisce qua: vista la delicata situazione, i proprietari della Ever Given hanno dichiarato “avaria generale“. Ciò significa che, se approvata dalle autorità, questa richiesta comporterebbe una ripartizione dei danni fra le società coinvolte. Quindi non soltanto i gestori della nave, ma anche quelle con le merci a bordo: oltre al danno, la beffa.
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