Huawei, Xiaomi e OPPO: una strana alleanza che potrebbe nascere all’insegna di HarmonyOS. È questo lo scenario che si ipotizza potrebbe delinearsi, vista la spinosa situazione venutasi a creare fra USA e Cina. La ormai nota guerra dei dazi, avviata dal governo Trump, ha colpito vari settori, compreso soprattutto quello tecnologico. Gli Stati Uniti stanno cercando di combattere l’avanzamento di realtà come Huawei, in vantaggio sotto fronti quali chipset e 5G. E per farlo hanno avviato una campagna di ostracizzazione nei confronti del mondo tecnologico cinese con il programma Clean Network.
Aggiornamento 05/01: Huawei ha rilasciato nuove dichiarazioni sull’adozione di HarmonyOS da parte di altre aziende. Ve ne parliamo a fine articolo.
La Cina contro Google (di nuovo): Huawei, Xiaomi e OPPO si alleano grazie ad HarmonyOS?
Partiamo col dire che Huawei, Xiaomi e OPPO sono aziende strettamenterivali. Molto più che fra Samsung ed Apple, dato che Samsung gode del successo altrui, essendo un diretto fornitore di schermi, memorie e fotocamere. La rivalità è nata sin da subito in Cina, dove Xiaomi e OPPO competono con quote di mercato attorno al 10/15%, mentre Huawei detiene quasi la metà delle vendite. Poi si è spostata in Europa, dove Huawei è ancora ai vertici ma sta calando a causa del ban USA. Proprio per questo, Xiaomi prima e OPPO dopo stanno cercando di approfittarne, divenendo più capillari e cercando di rubare fette di mercato europeo a Huawei.
Alla luce di questa situazione, l’adozione di HarmonyOS da parte non solo di Huawei, ma anche di Xiaomi e OPPO potrebbe sembrare quasi fantascientifica. Questa indiscrezione è sorta in concomitanza con la notizia che vede l’Antitrust cinese schierarsi contro Google, definita sleale e monopolistica. Non tanto nel territorio nazionale, dato che Google non è presente in Cina da anni, quanto all’estero. In poche parole, l’accusa è quella di aver reso l’ecosistema Google indispensabile in ambito smartphone, salvo poi vietare a Huawei di poterne fare libero utilizzo.
Per quanto l’azienda stia dimostrando di poter parzialmente compensare il blocco con AppGallery e Huawei Mobile Services, è innegabile che l’immagine mediatica del brand sia ormai compromessa. In tutto ciò, che c’entrano Xiaomi e OPPO? C’è chi ipotizza che, essendo realtà di provenienza cinese che lentamente stanno permeando nel mercato, prima o poi finiranno nel radar USA.
E a quel punto chi ci dice che anche Xiaomi e OPPO non potrebbero finire nella Entity List, finendo con gli stessi limiti imposti a Huawei? D’altro canto, si fa presente che Huawei (e ZTE) è stata presa di mira in prima battuta per la sua grossa partecipazione nelle infrastrutture 5G. La paura degli USA è che permettere a Huawei di costruire la propria rete nazionale 5G rischierebbe di mettere i dati dei propri cittadini nelle mani del governo cinese.
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Xiaomi e OPPO rischiano di essere bannate come Huawei?
Nel caso di Xiaomi e OPPO, però, questo rischio non esiste, dato che non si occupano di costruire infrastrutture per le telecomunicazioni. Ma è anche vero che ad alcuni le accuse degli USA sembrano più una scusa per rallentare l’avanzamento tecnologico della Cina, guidato da una grossa realtà come Huawei. Di conseguenza, se Xiaomi e OPPO divenissero dei seri concorrenti per il mercato globale, nulla vieterebbe agli USA di trovare un pretesto differente per bloccarle.
Ecco, quindi, che la creazione di HarmonyOS da parte di Huawei potrebbe rivelarsi una futura scialuppa di salvataggio per tutte quelle aziende cinesi che potrebbero trovarsi impossibilitate ad usare i servizi Google. Si vocifera che Huawei abbia avviato una petizione interna fra aziende, chiedendo a nemici/amici come Xiaomi e OPPO di adottare il proprio HarmonyOS. Una richiesta che sembra avere dell’assurdo: Xiaomi e OPPO sono in buoni accordi con Google, stanno conquistando quote di mercato in Europa in contrasto a Huawei ed in Cina la sfida è ancora aperta. È ancora un’ipotesi lontana e di assai difficile realizzazione, ma l’attualità ci conferma che le guerre commerciali possono stravolgere ciò che diamo per scontato. E le dichiarazioni dell’Antitrust sono l’ennesimo tassello che vede una Cina sempre più schierata contro gli USA. Si vocifera anche che stia valutando di creare una propria Entity List in cui inserire le aziende americane e bloccarle dal commerciare con le proprie.
HarmonyOS sarà un porto sicuro | Aggiornamento 05/01
Dopo averne rivelato ufficialmente la seconda versione e pubblicato la prima Beta, Huawei torna a parlare di HarmonyOS e lo fa in virtù di altre aziende. A farlo è il CEO in persona Richard Yu, esponendosi sui dissidi che esistono fra USA e Cina e le possibili ripercussioni su altre aziende oltre a Huawei. Nel caso in cui una società non fosse in grado di passare le certificazioni Google, l’utilizzo di HarmonyOS potrà aiutare tutti i produttori cinesi a svincolarsi dalla dipendenza dai servizi GMS.
Difficilmente ci sarà una transizione di massa, dato che è nell’interesse di Xiaomi, OPPO, Vivo e compagnia varia di rimanere collegata a Google. Anche perché tutte queste aziende vogliono conquistare le fette di mercato perse in occidente da Huawei e farlo senza Google è quasi impossibile, proprio come dimostra il tracollo di Huawei.
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