L’uomo, fin dalla sua completa comparsa ed evoluzione sulla Terra, è riuscito in un modo o in un altro a regolare vari elementi di essa, come fiumi e laghi. Ma se si potesse controllare le condizioni climatiche? Qualcuno ci ha pensato davvero, anzi “qualcosa” ci ha già pensato ed è la Cina, che ha aumentato i propri investimenti per un sistema di controllo del meteo ma anche del clima. Utopia? Progetto rivoluzionario? Conosciamone gli scenari.
Cina: l’idea del controllo del meteo ambiziosa, ma potrebbe aiutare l’ambiente
Negli ultimi anni, purtroppo, le avverse condizioni climatiche come possono essere le perturbazioni hanno portato a non pochi “disastri”, specie a raccolti e sistemi urbanistici meno sviluppati e molto sviluppati, causa grandini importanti e allagamenti. Questo di certo non ha risparmiato la Cina, che comprende un territorio vastissimo e quindi per tanti fattori la gestione del clima è sicuramente una svolta molto importante.
Nel concreto però, come è messa la Cina nel controllo del meteo e del clima in generale? A dire il vero, gli investimenti sono stati aumentati per portare soluzioni vere per il 2025, ma questo su scala nazionale. L’obiettivo cinese è poter favorire determinate piogge durante alcuni periodi dell’anno per fini agricoli, ma anche di salvaguardia dell’ambiente, progetto che lo stesso colosso asiatico ha messo in atto da almeno 10 anni.
L’obiettivo è inoltre quello di regolare le nevicate, limitare la grandine (i cui esperimenti partiranno in un’area relativamente ristretta). Un miglioramento per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra certo, ma sarà così anche per l’ambiente stesso? La speranza della Cina è sicuramente questa, con una visione globale dell’intento rivolto al 2035, anno in cui si prevede un approccio su scala mondiale.
Ma con cosa, la Cina, vuole portare questo risultato del controllo del meteo? Quali sono gli strumenti? Attualmente, nessuno lo sa, perché non è stato presentato ancora nulla. Si può ipotizzare un sicuro apporto di satelliti, ma anche di dispositivi terrestri che, alla stregua della gestione di ecosistemi smart mossi dall’IoT e dal 5G, potrebbero funzionare da “controller”, sebbene molto più sofisticati e di grandi dimensioni. E questo potrebbe coinvolgere anche compagnie importanti come Huawei, Xiaomi o OPPO, ma è ancora difficile dirlo.