Display rettangolare (quasi) borderless, rilevamento dell’SpO2, super autonomia, possibilità di memorizzare i propri brani musicali ed integrazione di Alexa. Sono queste le caratteristiche principali del nuovo Amazfit GTS 2, il nuovo smartwatch di Huami, che continua la propria marcia verso la democratizzazione di questi dispositivi indossabili, senza rinunciare alla qualità del design e alle funzionalità.
Indice
Recensione Amazfit GTS 2
Contenuto della confezione
La confezione di Amazfit GTS 2 segue la linea degli altri prodotti del brand e, quindi, non è niente di particolare. Al suo interno troviamo:
- Amazfit GTS 2;
- Alimentatore proprietario con ingresso USB;
- Manuale d’istruzioni.
Design e materiali
L’Amazafit GTS 2 continua a portare con sé il design del modello precedente, arricchito da una cassa con un profilo che segue lateralmente l’unico tasto presente sul dispositivo. A differenza dei classici smartwatch circolari, Amazfit GTS 2 continua a non presentare una ghiera, ed il display AMOLED da 1.65″ viene avvolto direttamente dalla cassa realizzata in lega d’alluminio, con un concetto molto simile a quello visto nell’Apple Watch
E se, a livello estetico, l’assenza di elementi visivi sul quadrante può essere un pregio non indifferente, dall’altra parte troviamo un display completamente esposto agli urti: per questo quelli di Amazfit hanno pensato di proteggere il vetro 3D con un trattamento al carbonio che, teoricamente, lo dovrebbe rendere molto resistente ai graffi.
Insomma, il profilo estetico Amazfit GTS 2 è – a mio avviso – pienamente promosso. Nonostante si serva di un design non proprio originale, troviamo comunque un prodotto ben costruito perfettamente ottimizzato anche per quanto riguarda dimensioni e peso: con i suoi 42.8 x 35.6 x 9.7 mm e 25.7 grammi di peso, al polso è talmente comodo che quasi non si sente quando lo si indossa.
Display
Nessuna novità per quanto riguarda il display, almeno rispetto alla generazione precedente. Nell’Amazfit GTS 2 è stato utilizzato lo stesso (ottimo) pannello AMOLED da 1,65” che abbiamo visto nella generazione precedente, in grado di garantire una risoluzione di 348 x 442 pixel con una densità di pixel per pollice di 341 ppi ed una luminosità massima di 450 nits.
Ed è inutile dire che si tratta di un ottimo display, con colori vividi e neri assoluti sul quale, a differenza delle soluzioni circolari (come quella del nuovo Amazfit GTR 2), offre più spazio per le informazioni e permette di visualizzare più elementi nei tantissimi quadranti a disposizione.
C’è anche la modalità always-on che segue il tema del quadrante impostato nell’orologio, ma con un’interfaccia ridotta all’osso e mostrando solo l’ora. Da comunque un senso di continuità molto piacevole ma, chiaramente, l’attivazione dell’AoD influirà negativamente sull’autonomia della batteria.
Hardware
Superati il design e il display (e, a breve, la batteria) sono sostanzialmente finite le differenze tra Amazfit GTS 2 ed Amazfit GTR 2. Ed anche nella versione con display rettangolare, la più importante novità riguardo l’hardware sta nell’implementazione di un microfono ed uno speaker con i quali gli utenti potranno interagire con Alexa (ma, di questo, ne parleremo a breve) e potranno rispondere alle telefonate direttamente dallo smartwatch: la connessione avviene tramite Bluetooth 5.0 ed è sempre stabile ed affidabile e, a differenza del modello con display circolare, lo speaker nell’Amazfit GTS 2 nei nostri test è risultato qualitativamente più funzionale, in grado di riprodurre il suono con un volume più adatto alle telefonate.
Ci sono poi il GPS, assistito da Glonass, che garantisce un fix piuttosto veloce (ma non velocissimo), oltre che – chiaramente – il sensore BioTracker. È uno smartwatch in grado di andare sott’acqua fino a 5 ATM, ma continuano a mancare il WiFi e l’NFC. Due assenze che sono senza dubbio giustificate dal prezzo di vendita economico del dispositivo.
Software e fitness
Dal punto di vista del software, dell’app di gestione e del fitness, non ci sono novità rivoluzionarie nell’Amazfit GTS 2 rispetto agli altri prodotti dell’azienda. Il tutto viene gestito dall’app Zepp, compatibile sia con iPhone che con Android, che continua ad essere perfettamente organizzata e personalizzabile dal punto di vista grafico.
Sempre il solito anche il software dello smartwatch. Il che non è assolutamente una cosa negativa, vista l’eccezionale reattività ed il grande numero di funzionalità che integra. Ad ogni modo, le gesture non sono cambiate.
Scorrendo ai due lati è possibile accedere ai widget che abbiamo selezionato, come quello dell’attività fisica corrente, quello del controllo musicale, quello del valore PAI o il battito cardiaco registrato 24 ore su 24.
Scorrendo dalla home verso il basso si accederà ai comandi rapidi, oltre allo stato della batteria e il meteo, e si avranno a disposizione ben 8 toggle con i quali si potrà, tra le altre cose, attivare la modalità non disturbare o lo schermo sempre attivo.
Infine, scorrendo in alto si potrà accedere alle ultime notifiche ricevute. Dall’applicazione si potrà scegliere quali ricevere, ed arriveranno sempre velocemente e puntualmente. Purtroppo però continua ad essere l’impossibilità di rispondere ai messaggi ricevuti, e la visualizzazione di alcuni emoji è ancora poco curata. Alcune applicazioni poi, come WhatsApp e Telegram, genereranno sia una notifica cumulativa (come, ad esempio, 4 messaggi ricevuti) che le singole notifiche.
Per quanto riguarda il fitness, anche l’Amazfit GTS 2 è in grado di riconoscere e tenere traccia di 12 sport, che sfruttano anche il GPS assistito da Glonass. Il contapassi è molto preciso, così come il rilevamento del battito cardiaco e l’analisi del sonno, che parte in automatico ed ha anche la possibilità di attivare in maniera del tutto automatica la modalità non disturbare.
Rimango ancora perplesso per la precisione del saturimetro che, paragonato ai dati rilevati da un modello “tradizionale”, sull’Amazfit GTS 2 risultano perlopiù sfalsate: mentre sul saturimetro tradizionale, la percentuale di ossigeno nel sangue rilevata è in media del 98%, sull’Amazfit GTS 2 il valore è varia dall’88 al 92%.
Autonomia della batteria
La batteria integrata nell’Amazfit GTS 2 è da 246 mAh e, nei nostri test, è stata in grado di garantire circa 5 giorni di autonomia senza dover mai ricaricare lo smartphone. Ed è chiaro che si tratta di un valore che però scende intorno ai 3 giorni qualora si dovesse attivare l’AoD.
I tempi di ricarica sono invece nella media: per passare dallo 0% al 100% di batteria, saranno necessarie circa 2 ore con il caricabatterie proprietario che è incluso nella confezione.
Prezzo e considerazioni finali – Amazfit GTS 2
Il prezzo di lancio dell’Amazfit GTR 2 è di 169,90 euro, ed è un ottimo prezzo, adeguato alla qualità e alle funzionalità integrate nel dispositivo che, quest’anno, è stato arricchito anche da speaker e microfono, e dal futuro supporto ad Amazon Alexa.
Insomma, l’Amazfit GTS 2 è il classico ottimo Amazfit. Certo, rispetto all’Amazfit GTR 2 l’autonomia è decisamente più ridotta, ma lo spazio sullo schermo è maggiore e le informazioni alle quali si può accedere sono di più.
Ad ogni modo, la vera rivoluzione ci sarà quando sarà disponibile Alexa anche in Italia: solo allora gli smartwatch di Amazfit diventeranno dei veri e propri game changer, in grado di offrire funzioni avanzate a prezzi decisamente contenuti.
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